Scusa ma ti chiamo amore

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Bova sfida Camarcio con un amore da Titanic

di Federica Lamberti Zanardi Il Venerdì di Repubblica

Se il bel Riccardo era lo Step di «Tre metri sopra il cielo», lui è il (quasi) quarantenne deluso dalla fidanzata di «Scusa ma ti chiamo amore» (da oggi in sala), tratto da un altro libro di Federico Moccia. Che di questo film firma anche la regia.
Lo ha detto perfino George Clooney: «Raoul Bova è troppo bello. Se fossi una donna…». L'attore romano invecchiando migliora: diventa più affascinante, e più intenso sullo schermo. Sarà per questo che Federico Moccia lo ha scelto per incarnare la versione «anta» dello Step di Tre metri sopra il cielo, ovvero Alex, protagonista di Scusa ma ti chiamo amore, film tratto dal terzo romanzo di Moccia, che ne firma anche la regia.
Si tratta della storia, da oggi nei cinema, dell'amore «proibito» fra un trentasettenne abbandonato dalla fidanzata, e quindi deluso e depresso, e una liceale. Il confronto tra Step-Riccardo Scamarcio (nel film di Luca Lucini) e Alex-Bova sarà inevitabile. Ma se il primo era molto fascio e un po' arrabbiato, il secondo è dolce, imbranato e perfettamente integrato. Naturalmente, di mestiere fa il pubblicitario, professione amatissima da ogni regista giovanilista. Raoul Bova ha confessato che, in fondo, Alex gli somiglia, perché anche lui con le donne si sente inadeguato e sempre un po' in imbarazzo.
La protagonista femminile, Nild (è già in libreria Cercasi Niki disperatamente, seguito di Scusa ma ti chiamo amore), è la debuttante Michela Quattrociocche, che, a parte qualche smorfia di troppo, promette di dare presto del filo da torcere alle varie Martina Stella, Laura Chiatti, Cristina Crescentini. Anche se, più che alla schiera dei teenager «mocciosi», questo film sembra destinato a quei quarantenni malinconici che, come dice uno dei personaggi, «rischierebbero ven t'anni di galera per quelle coscette diciassettenni».
Da Il Venerdì di Repubblica, 25 gennaio 2008

di Federica Lamberti Zanardi, 25 gennaio 2008

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