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Un film di Tom Shankland.
Con Ashley Walters, Stellan Skarsgård, Lauren Hood, Selma Blair, John Sharian, Paul Kaye.
continua»
Thriller,
durata 104 min.
- Gran Bretagna 2007.
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BIOLOGISMO E SERIAL KILLERdi carloalbertoFeedback: 51015 | altri commenti e recensioni di carloalberto |
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mercoledì 6 maggio 2020 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Tom Shankland, regista soprattutto televisivo, realizza un film cupo, girato quasi tutto di notte e ambientato in periferie metropolitane degradate, animate da spacciatori e persone alla deriva, tra cui spicca, anche se in una piccola parte, Tom Hardy. Su tutto aleggia la vendetta che una mente malata, sconvolta da traumi fisici e psichici insopportabili, esprime con rituali macabri e inflizione di pene corporali, che si richiamano più alla legge del contrappasso dantesco che alle confuse teorie biologiste teorizzate dal serial killer, riprese dal Gene egoista di Richard Dawkins ed applicate in modo approssimativo e non del tutto correttamente. Il protagonista, un detective, interpretato da Stellan Skarsgård, che sembra essere il più onesto tra i colleghi corrotti del suo distretto, nasconde un segreto, che sarà rivelato soltanto alla fine, destando qualche sorpresa nello spettatore, a differenza dell’identità del serial killer, che, invece, è già svelata a metà del film indebolendo notevolmente la carica di suspense creata all’inizio. La pellicola, nonostante il cast di tutto rispetto, in cui figurano anche Melissa George e Selma Blair, non va oltre gli schemi classici del thriller “arricchito” da scene truculente in cui il maniaco di turno sottopone le sue vittime ai giochi sadici tipici della saga di Saw. Tutti i personaggi, compreso il protagonista, sono tratteggiati con stile fumettistico ed appena abbozzati nel profilo psicologico, anche laddove gli stessi potevano offrire spunti per un maggiore approfondimento che li avrebbe resi più umani ed empatici, coinvolgendo lo spettatore nei risvolti drammatici delle loro storie personali, che pure sono presenti nella sceneggiatura; soprattutto quelli femminili scontano nella recitazione anche la mancanza di una caratterizzazione più marcata, che invece risulta evidente in quelli minori maschili o perché facile da rendersi, nel caso del poliziotto italo-americano corrotto, o perché ad interpretarli è un attore del calibro di Tom Hardy.
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