guidobaldo maria riccardelli
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sabato 7 maggio 2016
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quadretti israeliani
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Le vite di tre donne, diverse per età, nazionalità ed estrazione, saranno cambiate, più o meno casualmente, dall'incontro con altrettanti personaggi femminili, anche questi opposti per svariati aspetti.
Buona produzione premiata a suo tempo a Cannes, pecca di un certa superficialità nella traduzione delle emozioni; a scanso di equivoci: con superficialità non intendiamo una mancanza di cura stilistica, al contrario. Proprio per la spasmodica ricerca di istantanee poetiche, a tutti i costi, la pellicola cade in esagerazioni, in un lirismo forzato e totalizzante, volto ad un richiamo troppo esplicito a tutta quella schiera di emozioni immediate, con il rischio di perdere la direzione di marcia, il senso globale che per forza deve uscire dalla rappresentazione.
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Le vite di tre donne, diverse per età, nazionalità ed estrazione, saranno cambiate, più o meno casualmente, dall'incontro con altrettanti personaggi femminili, anche questi opposti per svariati aspetti.
Buona produzione premiata a suo tempo a Cannes, pecca di un certa superficialità nella traduzione delle emozioni; a scanso di equivoci: con superficialità non intendiamo una mancanza di cura stilistica, al contrario. Proprio per la spasmodica ricerca di istantanee poetiche, a tutti i costi, la pellicola cade in esagerazioni, in un lirismo forzato e totalizzante, volto ad un richiamo troppo esplicito a tutta quella schiera di emozioni immediate, con il rischio di perdere la direzione di marcia, il senso globale che per forza deve uscire dalla rappresentazione.
Si rilevano quindi una serie di poetiche costruzioni, ben scritte e fotografate, ma in alcuni casi piuttosto immediate e dirette, poco consone ad un prodotto come questo, evidentemente dotto e alto.
Oltre a ciò ravvisiamo una certa sbrigatività nel chiudere le varie storie affrontate, non permettendo loro di maturare a dovere, tranciandole in modo piuttosto netto.
Tra i tre racconti, spicca facilmente quello della cameriera, Batya, grazie anche all'ottima interpretazione di Sarah Adler.
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luigi chierico
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mercoledì 23 marzo 2016
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racconti
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Un libro che non sia un romanzo, ma soltanto una raccolta di racconti, può essere bellissimo,come ad esempio “L’amante fedele“di M. Bontempelli, premio Strega 1953,che costituisce fascino per la Lettura;chi può dimenticare Medina?. Così dicasi per questo delizioso e poetico film,vedendolo pare sfogliare le pagine di un libro illustrato,soffermarsi a guardare più che a leggere, e il girar pagina è la musica che accompagna tutto la proiezione, una musica che è armonia non frastuono, come armonia è il sentimento che traspare da tutte le figure femminili che vanno a comporre un puzzle che solo dopo averlo composto con i suoi pezzi confusi, dà un senso,un’ immagine perfetta e razionale.Il film si svolge a Tel Aviv, non dilaniata dall’odio,dalla guerra, dalla morte, ma illuminata dall’amore.
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Un libro che non sia un romanzo, ma soltanto una raccolta di racconti, può essere bellissimo,come ad esempio “L’amante fedele“di M. Bontempelli, premio Strega 1953,che costituisce fascino per la Lettura;chi può dimenticare Medina?. Così dicasi per questo delizioso e poetico film,vedendolo pare sfogliare le pagine di un libro illustrato,soffermarsi a guardare più che a leggere, e il girar pagina è la musica che accompagna tutto la proiezione, una musica che è armonia non frastuono, come armonia è il sentimento che traspare da tutte le figure femminili che vanno a comporre un puzzle che solo dopo averlo composto con i suoi pezzi confusi, dà un senso,un’ immagine perfetta e razionale.Il film si svolge a Tel Aviv, non dilaniata dall’odio,dalla guerra, dalla morte, ma illuminata dall’amore. Le protagoniste di questi flash, infatti non raccontano la loro storia,ma ciascuno solo un momento, pochi giorni,forse appena tre della loro vita.Cosa ne sia stato prima o cosa ne sarà in futuro, è proprio come accade quando si fa una fotografia di gruppo.E’,infatti, come sfogliare un album di belle fotografie che ricordano qualcuno che hai soltanto conosciuto per poco in un viaggio, in villeggiatura,,in treno, al mare o a teatro.Le donne sono Keren (Noa Knoller),una bella sfortunata fanciulla che il giorno delle nozze si rompe una gamba e deve rinunciare al viaggio di nozze per trascorrere la luna di miele in una stanza d’albergo rumorosa e non di sua soddisfazione.Non si vede se il matrimonio è stato consumato perché il regista non cerca il pretesto per riprendere immagini di corpi nudi che sarebbero state stonate in un film del genere,casto e nobile. Batya (Sarah Adler),una cameriera del locale dove Keren è caduta,è sola col suo passato dinanzi al mare, forse ancora bambina in attesa del gelataio,quando vede uscire dalle acque,bella come una medusa, una bambina graziosissima(Nicol Leidman) che l’accompagnerà per tre giorni sino a rivederla sparire al ritorno del gelataio della sua infanzia.Questa è poesia non cinema. Joi (Ma-nenita De Latorre) è un’altra figura femminile venuta dalle Filippine per portare con grazia amore e carità in una famiglia in cui hanno tanto bisogno una vecchia mamma ammalata ed una figlia,bizzarra attrice. Infine vi sono altre due donne a completare l’album: una bella affascinante scrittrice, anch’essa generosa ma infelice, la sola a conoscere il peso ed il buio della solitudine al punto di voler rinunciare alla luce per conoscere le tenebre. Per finire una fotografa che rappresenta l’amicizia,è l’unica a restare accanto a Batya. Volti nuovi per un cinema nuovo, tutti bravi,veri e spontanei. Anche la fotografia non è artefatta, la macchina da presa raccoglie dal vivo ciò che vede non si inventa nulla. Circoli con lei per la strada,sulla spiaggia, in ospedale,al bar,in casa e nella sala dove si festeggia un matrimonio tra balli e sorrisi in un chiasso che soffoca la voce di chieda aiuto.Alcune riprese sono geniali come la grande cascata che finisce in un minuscolo quadretto, un grande sogno svanito in un cassetto, come tanti castelli in aria. Ma è tutto bene quel che finisce bene.Merita l’ottimo,ma non lo consiglio a tutti,molti resterebbero delusi,pochi insoddisfatti,pochissimi lieti di aver trascorso serenamente,senza complessi di colpa, senza volgarità un sol momento di una vita che offrendo invece solo frastuono,volgarità, delitti e stragi porta a non apprezzare e cercare più quel che resta di questo buon film: la Bontà.
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dario
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giovedì 30 luglio 2015
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faticoso
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L'impegno c'è, anzi è sin troppo e questo eccesso, poco controllato, rischia di rovinare il film. C'è la sensazione di qualcosa di inespresso rispetto alle premesse e qualcos'altro di facile per le decisioni rappresentative, tutte eccessivamente al limite. La tensione è creata da questo eccesso, mancando la capacità di svilupparla nella storia. La regia comunque è buona e gli attori molto credibili.
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piroclastico
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domenica 30 settembre 2012
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in viaggio verso la propria tel aviv interiore
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Meduse è un film ben costruito. Ci consente prossimità ai personaggi. Solitudine e incomunicabilità, i temi del film?. Direi di no. Piuttosto sono messe in luce le pieghe della comunicazione, in quella sua possibilità di riconoscere o non riconoscere l'altro. Del resto, segni di compagnia e cura lasciano intendere che non è la solitudine il focus, ma la la linea di confine tra solitudine e compagnia, tra lontananza e prossimità.
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twoems
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sabato 26 dicembre 2009
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non ci siamo
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Un film banale, inconcludente, noioso, non si capisce dove vuole andare a parare. Inutile.
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lorenzod
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venerdì 2 gennaio 2009
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semplicemente penoso...lento, incomprensibile, scontato, deprimente, soporifero sarebbe ora che si finisse di attribuire valore "artistico" ad ogni ciofeca che viene proposta! è evidente che ormai anche nel cinema ci sono Lucio Fonatana e Piero Manzoni che propinalo le loro splendide "opere d'arte" pensando, o meglio sperando, di fare fessi ignari (o ignavi?) spettatori malati di intellettualità a tutti i costi-
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jjj
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lunedì 30 giugno 2008
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splendido
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Uno dei migliori film che ho visto quest'anno. Certamente triste, malinconico, ma dolce e bellissimo: Ricco, quindi, di tutte le contraddizioni e le sfumature che la complessità della vita ci mette di fronte ogni giorno (per chi le sa vedere). Sin dalla prima inquadratura, di questa "sperduta" protagonista che lavora come cameriera per banchetti nuziali in cui dovrebbero essere lei e tutti felici.
Un film sulla enorme difficoltà di comunicare oggi - in certe scene rappresentata benissimo - ma, anche, sulla possibilità, rara, imprevista e intensissima, di trovare insperati momenti di vera e profonda relazione e contatto.
Un film sulla durezza reale del vivere, ma anche su una dimensione di immaginazione e di sogno che ci accompagna e che ci aiuta ad andare avanti.
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Uno dei migliori film che ho visto quest'anno. Certamente triste, malinconico, ma dolce e bellissimo: Ricco, quindi, di tutte le contraddizioni e le sfumature che la complessità della vita ci mette di fronte ogni giorno (per chi le sa vedere). Sin dalla prima inquadratura, di questa "sperduta" protagonista che lavora come cameriera per banchetti nuziali in cui dovrebbero essere lei e tutti felici.
Un film sulla enorme difficoltà di comunicare oggi - in certe scene rappresentata benissimo - ma, anche, sulla possibilità, rara, imprevista e intensissima, di trovare insperati momenti di vera e profonda relazione e contatto.
Un film sulla durezza reale del vivere, ma anche su una dimensione di immaginazione e di sogno che ci accompagna e che ci aiuta ad andare avanti.
Un film con tratti di vita concreti e quotidiani, frequenti, quasi banali, ma anche con elementi simbolici e qualche delicata immagine di "irrealtà" davvero incantevole
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jack
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domenica 8 giugno 2008
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vite alla deriva
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Un resoconto triste sulla vita sulla amra realtè quotidiana ma anco di più sulle profondi crisi rsistenziali che ci riportano alla nostra adolescenza. Il finale è temendo e sembra distante anni luce dal momento in cui la coppia di sposi è sconsolata per non poter andare ai caraibi in viaggio di nozze: sul terrazzo esplorano il cielo nei loro occhi la donna affascinanate e sensuale che aveva deciso di togliersi la vita.
Bello intenso e delicato come pochi film in giro Voto 8
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gaia
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domenica 23 marzo 2008
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tutto da un film...
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Ciao mi chiamo Gaia e sono una ragazza di 13 anni...Vivo in nord Italia e sono apassionatissima di creature marine e naturalmente di mare.
Ho appena visto un film intitolato " Alla Deriva " che parla di ragazzi che vanno in barca per divertirsi e per festeggiare un compleanno e che alla fine si risulta una tragica avventura...
Tra di questi c'è anche una ragazza che ha paura di nuotare perchè ha visto morire il padre annegato.
Lei e un suo amico rimangono sulla barca mentre gli altri vanno per fare una nuotata con le maschere.
Il suo amico per farle uno scherzo la butta con sè in acqua e non mette la scaletta.
Perciò rimangono tutti per ore intere a bagno senza riuscire a salire sul battello.
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Ciao mi chiamo Gaia e sono una ragazza di 13 anni...Vivo in nord Italia e sono apassionatissima di creature marine e naturalmente di mare.
Ho appena visto un film intitolato " Alla Deriva " che parla di ragazzi che vanno in barca per divertirsi e per festeggiare un compleanno e che alla fine si risulta una tragica avventura...
Tra di questi c'è anche una ragazza che ha paura di nuotare perchè ha visto morire il padre annegato.
Lei e un suo amico rimangono sulla barca mentre gli altri vanno per fare una nuotata con le maschere.
Il suo amico per farle uno scherzo la butta con sè in acqua e non mette la scaletta.
Perciò rimangono tutti per ore intere a bagno senza riuscire a salire sul battello...
Alla fine muoino quasi tutto compreso il marito della ragazza e solo lei riesce a salire ed andare a vedere la figlia Sara di 3 mesi che era in una camera che piangeva...
Mi ha stupito molto il fatto di non avere visto neanche uno squalo o una medusa!!
Vorrei che in questo sito metteste proprio questo...Tanto foto di creature marine...Grazie
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(di fanolgepu)
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