lollo
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sabato 19 luglio 2008
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bleah
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frank
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sabato 5 luglio 2008
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pretenzioso
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Non è un film: è una serie di spezzoni attaccati insieme alla bene e meglio, che i critici hanno preso per grande capacità artistica. Molti sottolineano la grande cultura del regista e la sua conoscenza delle opere di Dylan; ma a cosa servono se il film si rivela solo un'opera intellettualoide senz'anima?
C'è chi dice che per capire il film si devono conoscere gli anni sessanta etc... ma chi se ne frega se degli anni sessanta non viene reso nello spirito nell'atmosfera! Eppoi va bene anche un film senza trama ma poi una linea la devi tracciare: qui l'unico scopo è mettere in mostra le "grandi doti" del regista: in sintesi un'opera narcisistica senza storia.
... la recitazione poi è insopportabile, la parte di Cate Blanchett nei panni di Dylan è un'altra perla
del regista.
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Non è un film: è una serie di spezzoni attaccati insieme alla bene e meglio, che i critici hanno preso per grande capacità artistica. Molti sottolineano la grande cultura del regista e la sua conoscenza delle opere di Dylan; ma a cosa servono se il film si rivela solo un'opera intellettualoide senz'anima?
C'è chi dice che per capire il film si devono conoscere gli anni sessanta etc... ma chi se ne frega se degli anni sessanta non viene reso nello spirito nell'atmosfera! Eppoi va bene anche un film senza trama ma poi una linea la devi tracciare: qui l'unico scopo è mettere in mostra le "grandi doti" del regista: in sintesi un'opera narcisistica senza storia.
... la recitazione poi è insopportabile, la parte di Cate Blanchett nei panni di Dylan è un'altra perla
del regista... ti viene da odiare sia Bob Dylan che Cate Blanchett poverini...
per fortuna Richard Gere si eleva su tutti: è sempre uguale: sembra che reciti in pretty woman.. e per fortuna vorrei dire almeno ti viene da ridere quando ci sono gli spezzoni dove recita lui..solo questo e la musica (i brani spesso sono riprodotti per intero tipo videoclip) sono stati d'aiuto per arrivare alla fine del film + stucchevole della storia.
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robert
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sabato 21 giugno 2008
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delirante o capolavoro ?
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La verità sta sempre nel mezzo. Ho molto apprezzato l'Haynes di "Far from heaven" ma non posso farlo per questo sua ultimo lavoro. Senza dubbio un film interessante per la sua costruzione ( le diverse storie parallele che dovrebbero identificare un unico personaggio ) ma che abusa di tecnica moderna ( troppo spesso sembra un videoclip ) che toglie calore alla narrazione e rende i dialoghi, che si rifanno ai testi del menestrello, incomprensibili. Non mi è piaciuta K.Blanchett e tantomeno il suo personaggio. Secondo il mio modestissimo parere è troppo distante e diverso dal Dylan che imbracciò la chitarra elettrica. A tratti sembra uno schizofrenico impasticcato dedito solo al fumo. Ammetto di non essere ferratissimo in materia ma ho l'impressione che la sua approvazione a questo film altro non sia che l'ennesimo tentativo del signor Zimmermann di scrollarsi di dosso quella scomoda e odiata etichetta di mito vivente.
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La verità sta sempre nel mezzo. Ho molto apprezzato l'Haynes di "Far from heaven" ma non posso farlo per questo sua ultimo lavoro. Senza dubbio un film interessante per la sua costruzione ( le diverse storie parallele che dovrebbero identificare un unico personaggio ) ma che abusa di tecnica moderna ( troppo spesso sembra un videoclip ) che toglie calore alla narrazione e rende i dialoghi, che si rifanno ai testi del menestrello, incomprensibili. Non mi è piaciuta K.Blanchett e tantomeno il suo personaggio. Secondo il mio modestissimo parere è troppo distante e diverso dal Dylan che imbracciò la chitarra elettrica. A tratti sembra uno schizofrenico impasticcato dedito solo al fumo. Ammetto di non essere ferratissimo in materia ma ho l'impressione che la sua approvazione a questo film altro non sia che l'ennesimo tentativo del signor Zimmermann di scrollarsi di dosso quella scomoda e odiata etichetta di mito vivente. Il film non mi rappresenta, quindi, va bene così. Indimenticabile la colonna sonora ( alcune versioni le ho trovate meglio degli originali ). Morale della favola : mi è piaciuto di più "No direction home" di Scorsese, anche se in fondo è un documentario.
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simona cardinali
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sabato 14 giugno 2008
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cinemusic
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tra i produttori esecutivi c'è steven soderbergh.il film è carino con i suoi colori,con la sua originale e assurda storia,con il suo ottimo cast.insomma un tuffo nell'irrealtà del mondo d bob dylan.grandiosa la performance d cate blanchett!sei personaggi che interpretano vari aspetti caratteriali e della vita d dylan.veramente molto sognatore!
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vittorio
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martedì 3 giugno 2008
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particolare!!
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Cominciamo nel dire che non è assolutamente un capolavoro, il film infatti a volde si "autocelebra" un pò troppo, alcune scene poi sono decisamente allungate e a tratti la storia è lenta e noiosa....nonostante questo si tratta di un film indubbiamente particolare, al di fuori della norma, che presenta il "mito" Bob Dilan con molte sfaccettature, con particolarità e con dedizione....
E' un film complessivamente avvincente, indicato soprattutto per gli amanti del genere!!
Da vedere!!
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pippo
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martedì 13 maggio 2008
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non ce l'ho fatta a vederlo
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NON CI SI CAPISCE NULLA , ATTORI MEDIOCRI , UNA TRAMA ASSURDA ...
FUGA DOPO IL 1 TEMPO
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giuseppe potente
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venerdì 11 aprile 2008
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omaggio di un genio a un genio
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COMMENTO RIVEDUTO E CORRETTO (ho già inviato un precedente commento)
Il titolo è quello di un pezzo inedito di Bob Dylan, molto intenso e straniante. Mi è rimasto in testa per giorni e giorni. Ora, dopo mesi, me ne sono liberato, e tento un aggiornamento del mio primo commento sul film. Dai commenti del pubblico si capisce che il giudizio è molto controverso, e non potrebbe essere altrimenti.
E' un film, oltre che su Bob Dylan, su una generazione, che è quella di Richard Gere, quella del 68, nutrita e cresciuta con la musica di Bob Dylan. Gli ultra settantenni e i giovanissimi potrebbero essere indifferenti alla vena profonda del film. Non si comprenderà appieno il film senza almeno qualche conoscenza della biografia di Dylan, e se non ci si abbandonerà alla visione con modalità para-onirica, come anche suggerito dallo stesso regista Haynes in una intervista riportata sul web.
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COMMENTO RIVEDUTO E CORRETTO (ho già inviato un precedente commento)
Il titolo è quello di un pezzo inedito di Bob Dylan, molto intenso e straniante. Mi è rimasto in testa per giorni e giorni. Ora, dopo mesi, me ne sono liberato, e tento un aggiornamento del mio primo commento sul film. Dai commenti del pubblico si capisce che il giudizio è molto controverso, e non potrebbe essere altrimenti.
E' un film, oltre che su Bob Dylan, su una generazione, che è quella di Richard Gere, quella del 68, nutrita e cresciuta con la musica di Bob Dylan. Gli ultra settantenni e i giovanissimi potrebbero essere indifferenti alla vena profonda del film. Non si comprenderà appieno il film senza almeno qualche conoscenza della biografia di Dylan, e se non ci si abbandonerà alla visione con modalità para-onirica, come anche suggerito dallo stesso regista Haynes in una intervista riportata sul web. Questo vale, in particolare, per il personaggio di Billy the Kid interpretato da Richard Gere, che rappresenta il menestrello anziano, evoluzione (come si vede con un breve flash back) nel film) del menestrello ragazzo, che apre il film, suonando e cantando mentre viaggia da abusivo su un carro merci.
Con tali premesse, si può considerare un film geniale; senza, un film demenziale, senza una trama, erratico. E’ quindi un film assolutamente di nicchia, che sconsiglierei a un pubblico più vasto. Ovviamente non è stato sconsigliato per motivi commerciali…
Poco citata nelle recensioni la figura di Allen Ginsberg, culturalmente e poeticamente importantissima nella fase più dylaniana del film (quella interpretata in modo più realista del re da una strepitosa Kate Blanchett): credo che se non si comprenderà lo spirito di questa visione del mondo, si avranno deficit gravi di comprensione del film.
Proprio in questi giorni Bob Dylan è stato insignito del Premio Pulitzer: un contributo alla/della sua genialità va riconosciuto anche a questo film fuori dagli schemi.
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(di target87)
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giuseppe potente
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venerdì 11 aprile 2008
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omaggio di un genio a un genio
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E' un film, oltre che su Bob Dylan, su una generazione, che è quella di Richard Gere, quella del 68, nutrita e cresciuta con la musica di Bob Dylan. Non si comprenderà appieno il film se non si senza almeno qualche conoscenza dela biografia di Dylan , e inoltre se non ci si abbandonerà alla visione con modalità para-onirica, come in effetti anche espresso dallo stesso regista Haynes in una intervista riportata sul web. Questo vale, in particolare, per il personaggio di Billy the Kid interpretato da Richard Gere, che rappresenta il menestrello anziano, evoluzione (come si vede con un breve flash back) nel film) del menestrello ragazzo, che apre il film, su un carro merci.
Con tali premesse, si può considerare un film geniale; senza, un film demenziale.
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E' un film, oltre che su Bob Dylan, su una generazione, che è quella di Richard Gere, quella del 68, nutrita e cresciuta con la musica di Bob Dylan. Non si comprenderà appieno il film se non si senza almeno qualche conoscenza dela biografia di Dylan , e inoltre se non ci si abbandonerà alla visione con modalità para-onirica, come in effetti anche espresso dallo stesso regista Haynes in una intervista riportata sul web. Questo vale, in particolare, per il personaggio di Billy the Kid interpretato da Richard Gere, che rappresenta il menestrello anziano, evoluzione (come si vede con un breve flash back) nel film) del menestrello ragazzo, che apre il film, su un carro merci.
Con tali premesse, si può considerare un film geniale; senza, un film demenziale.
Poco citata nelle recensioni mi pare la figura di Allen Ginsberg, culturalmente e poeticamente importantissima nella fase più dylaniana del film (quella interpretata in modo più realista del re da una strepitosa Kate Blanchett): credo che se non comprenderà lo spirito di questa visione del mondo, si avranno deficit gravi di comprensione del film.
Proprio in questi giorni Bob Dylan è stato insignito del Premio Pulitzer: un contributo alla/della sua genialità va riconosciuto anche in questo film fuori dagli schemi.
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stefano
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martedì 1 aprile 2008
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tutte le amande potrebbero aver ragione
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requisiti necessari (ma non sufficienti)
-eta' sessanta o piu
-conoscenza dei testi (a memoria e con traduzione a fronte - meglio se della Pivano)
-non possedere 'geatest hits'
-possedere anche il 2^ dvd con le interviste ai vari protagonisti del film
questo -tardivo- intervento e' dovuto alla casualita' della mia odierna navigazione
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pep82
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lunedì 31 marzo 2008
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modaiolo
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Abominevole, noioso, di maniera, convenzionale...
Qualche altro aggettivo? Niente di peggio di un film che tenta ostinatamente di risultare originale e che invece sconfina nella parodia, non voluta ovviamente.
Tutti gli attori appaiono "atteggiati", escluso Heath Ledger, la cui recitazione asciutta ed essenziale, almeno rispetto agli altri, lo fa risaltare su tanto scempio. Non parliamo poi di regia, sceneggiatura e fotografia...
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