Titolo originale | Jeul-geo-woon in-saeng |
Anno | 2007 |
Genere | Commedia drammatica |
Produzione | Corea del sud |
Durata | 112 minuti |
Regia di | Jun-ik Lee |
Attori | Jang Keun-Suk, Jeong Jin-yeong, Min-joon Jeong, Seong-mi Jeong, Ho-jung Kim, Kim Yun-seok, Hyeon-seong Hwang Kwi-Jung Chu, Jun-Seok Bang, Jin-mo Ju, Jae-hwan Jeong, Jeong-geun Sin, Kim Sang-ho, Ko Ah-Sung. |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 30 marzo 2012
Sang-woo, leader della rock band universitaria Volcano muore. I suoi ex compagni di band si ritrovano quindi per dargli l'estremo saluto.
CONSIGLIATO SÌ
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Le vite difficili, economicamente e a livello matrimoniale, di Gi-yeong, Seong-wook e Hyeok-su sono sconvolte dall'improvvisa scomparsa di Sang-woo, leader della rock band giovanile che un tempo li univa. Gi-yeong, come posseduto, vuole riformare la band, a dispetto dell'anacronismo rispetto all'età che avanza. Dopo aver convinto i suoi soci, gli Active Volcano ritornano sulle scene, riscuotendo un sorprendente successo.
Astuto imprenditore di se stesso, prima ancora che regista, Lee Jun-ik al botteghino sbaglia raramente un colpo. Dopo King and the Clown cambia nuovamente genere e si concentra su un rock-movie con il suo portato di gioie, dolori, amori, disfatte e tanto sentimento. Come quasi sempre capita con il sub-genere specifico, da Alta fedeltà a Soul Kitchen di Fatih Akin, non si sfugge alla retorica del rock-movie, leggasi adolescenza trasgressiva e difficoltà dell'età matura, e Lee Jun-ik in questo senso non fa nulla per tirarsi indietro. Inutile cercare di convincere chicchessia sul fatto che Happy Life non sia una sequela di cliché o situazioni ampiamente prevedibili.
Lo è, indubbiamente, con tutta la dovuta sequenza di avvenimenti in rigoroso ordine cronologico: fattore scatenante della reunion-reunion della band con entusiasmo-problemi che ne mettono a repentaglio la stabilità-concerto finale con happy end. Ma se la sensazione di essere sorpresi non scatta mai, è altresì vero che è quasi impossibile non provare un minimo di empatia verso gli eroi per caso del film, personaggi psicologicamente appena abbozzati, ma quel tanto che basta per renderli piacevoli come dei compagni di bisbocce, di cui certo si vuol sapere la fine, a seguito dei vari travagli.
Sgombrato il campo dall'equivoco di una possibile speranza in qualcosa di originale o inconsueto, restano i pregi di un film ben scritto e deliziosamente sospeso su un difficile precipizio. Happy Life non cede, pur facendosi tentare, al sentimentalismo più bieco né a svolte tragiche che sarebbero fuori registro. Se ne resta là, superficialissimo ma godibile per una visione disimpegnata, senza che ci si debba (eccessivamente) vergognare. E con tanto sano rock'n'roll alla coreana, dove i (finti) Active Volcano dividono il palco con i (veri) Trans Fixtion.