Cous Cous

Un film che tocca il cuore

Quando la macchina da presa possiede il potere e la creatività di evocare, rappresentare e raccontare la realtà, tra semplicità, profondità, commozione ed elaborazione della banalità e della ordinarietà quotidiana, allora anche i paragoni più impervi e scomodi sembrano facili e logici accostamenti tra un'opera cardine di un'era e quella che lievita da un'epoca diversa. Così che dalla visione di "Cous Cous" affiora il fantasma di "Ladri di biciclette" quasi a proporsi come ideale viatico di un capolavoro che la miopia stentorea della giuria di Venezia 2007 ha liquidato con la consolazione del Premio Speciale e del riconoscimento all'attrice rivelazione, preferendo porgere, con un inchino devoto, il Leone d'Oro alla patinata ruffianeria erotica di "Lussuria". [...]

di Natalino Bruzzone, articolo completo (2309 caratteri spazi inclusi) su Il Secolo XIX 4 gennaio 2008