Cous Cous |
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Un film di Abdellatif Kechiche.
Con Habib Boufares, Hafsia Herzi, Faridah Benkhetache, Abdelhamid Aktouche.
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Titolo originale La Graine et le Mulet.
Drammatico,
durata 151 min.
- Francia 2007.
- Lucky Red
uscita venerdì 11 gennaio 2008.
MYMONETRO
Cous Cous ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Il discreto fascino del Cous Cous
di GiunilisbonFeedback: 0 |
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giovedì 31 gennaio 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Cous Cous di Kechiche è un film assolutamente sopra la media. Si potrebbe dire che è un film che abbonda di dialoghi o che gli stilemi tecnici e le scelte del regista possano creare un effetto claustrofobia. Sarebbe il giusto appunto di chi non ha capito il film. Kechiche ci offre una opportunità unica: vedere i personaggi attraverso una cinepresa che sembra costantemente rendere immagini da soggettiva, come se lo spettatore fosse un osservatore ben più prossimo ai personaggi di quel che si possa pensare. Il regista dipinge i suoi personaggi come dei Don Chisciotte logorroici ed isterici. Tutte le liti gli scontri verbali(al limite del fisico alle volte) sono lo specchio di una esasperazione ed una impotenza di fondo alla quale non si può che rimediare in un'estasi di cibo. Ma quale è il significato del Cous Cous del film? L'origine di questo piatto è il caratterizzante dell'etnia di questo spaccato sociale di emigrazione e l'unica base su cui cercare di fare cerchio e di sopravvivere. La consolazione del Cous Cous, e la felicità di mangiarlo, è la stessa di mostrare orgogliosi le proprie radici etniche in una società dipinta come un inferno Orwelliano dalla burocrazia cervellotica e corrotta (o corruttibile). Su questo sfondo si muove il protagonista che invece è esattamente il contrario di tutti i personaggi finora descritti: rassegnato silenzioso e poco incline a sperare. Il suo lottare poco convinto diventa alla fine emblema dell'ostinazione e un monito a lottare anche se il sacrificio potrà essere enorme. Un capitolo a parte merita la Belly Dance che imperversa nei trailer. Luis Bunuel nel discreto fascino della borghesia lasciava i suoi benestanti protagonisti a pancia vuota, in un certo senso vedendo le sinuose forme della bella Herzi e la sua rotonda pancia piena, non si può che pensare che se nel primo caso la borghesia con la sua pigrizia sia incapace di beneficiare dei propri beni, nel secondo la povertà e la forza della disperazione e la lotta che generano permettano di ottenere la sospirata elevazione sociale e una condizione migliore. Un monito di speranza ed un inno alla lotta fatto con estremo realismo. Per chi non ama il cinema riflessivo è altamente sconsigliata la visione, in fondo a cinema ora c'è Moccia che è decisamente più adatto. (Il voto è così alto solo per alzare la media, anche se forse 4 stelle sarebbe più vicino alla realtà).
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