bruno
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domenica 3 febbraio 2008
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d'accordo
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è verissimo tesoro!!! per chi lo sa prendere è una goduria!!!!!!!!!!!
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chiara
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domenica 3 febbraio 2008
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erotico!!
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altro che la solita merda!! questo film è stra erotico!!!!!!!!!!!!!
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albicocca
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domenica 3 febbraio 2008
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capolavoro
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secondo me è un capolavoro. e per fortuna il doppiaggio è stato un filino meno obbrobrioso del film precedente di kekiche. era dai tempi del primo tempo de il cacciatore che la storia di una famiglia non mi coinvolgeva così.. è stato bello andare al cinema e aver assistito ancora a un grande spettacolo!
mi spiace che a qualcuno non sia piaciuto, ma non si può andare tutti d'accordo! comunque penso sia un film molto importante il cui valore crescerà nel tempo. in quanto alla durata, per me poteva durare anche un'ora in più! sono sempre un po' triste quando devo fare venti minuti di macchina, spendere dai cinque ai sette euro e dovermene uscire dopo poco più di un'ora..! e invece questa storia mi ha fatto compagnia per tutta la serata, e in più so già che tornerò a pensarci anche in qualche momento senza impegni dei prossimi giorni.
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secondo me è un capolavoro. e per fortuna il doppiaggio è stato un filino meno obbrobrioso del film precedente di kekiche. era dai tempi del primo tempo de il cacciatore che la storia di una famiglia non mi coinvolgeva così.. è stato bello andare al cinema e aver assistito ancora a un grande spettacolo!
mi spiace che a qualcuno non sia piaciuto, ma non si può andare tutti d'accordo! comunque penso sia un film molto importante il cui valore crescerà nel tempo. in quanto alla durata, per me poteva durare anche un'ora in più! sono sempre un po' triste quando devo fare venti minuti di macchina, spendere dai cinque ai sette euro e dovermene uscire dopo poco più di un'ora..! e invece questa storia mi ha fatto compagnia per tutta la serata, e in più so già che tornerò a pensarci anche in qualche momento senza impegni dei prossimi giorni..
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paisiello
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venerdì 1 febbraio 2008
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couscous e la tragedia greca
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La recensione riportata, presa dal Manifesto, credo che sia una delle migliori lette. Ciònonostante non ho trovato né in questa né in altre, alcuna considerazione su quello che a me è sembrato quasi subito evidente, tanto che ho seria paura di sbagliarmi. Anche se è sempre vero quello che diceva Borges che ogni opera esiste perché viene letta e quindi il contenuto dipende dalla creatività del lettore.
Ogni capolavoro è come una treccia di molti capi, ed in questo film uno riconduce, così mi sembra, alla tragedia greca, su molti aspetti, di forma e contenuto. Ha qualcosa delle Baccanti.
Rym sembra una incarnazione di Dioniso, porta con se un segno sempre presente: un magnifico orecchino d'oro.
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La recensione riportata, presa dal Manifesto, credo che sia una delle migliori lette. Ciònonostante non ho trovato né in questa né in altre, alcuna considerazione su quello che a me è sembrato quasi subito evidente, tanto che ho seria paura di sbagliarmi. Anche se è sempre vero quello che diceva Borges che ogni opera esiste perché viene letta e quindi il contenuto dipende dalla creatività del lettore.
Ogni capolavoro è come una treccia di molti capi, ed in questo film uno riconduce, così mi sembra, alla tragedia greca, su molti aspetti, di forma e contenuto. Ha qualcosa delle Baccanti.
Rym sembra una incarnazione di Dioniso, porta con se un segno sempre presente: un magnifico orecchino d'oro. Come ogni dio, indica la strada e segue e protegge il suo "personaggio" il suo eroe-Slimane. Lui opponendosi al destino, fa la scelta, e il dio lo accompagna. L'eroe non può che morire perchè sopraffatto dalla sfortuna-destino, si scoraggia si indebolisce, letteramente viene preso in giro da piccoli genietti. Se Rym è Dioniso, la danza, la manifestazione del dio, è chiarissima, gli spettatori sono "ebbri", la sessualità, il desiderio, va all'apice, alle stelle, i suonatori, vecchi Satiri, si avvicinano ma non toccano; la madre lo capisce subito (prima non lo aveva capito) e va a preparare il couscous, e il dramma si risolverà. Il disegno si compie e si conclude con una incredibile speranza conforto e gioia di vivere(tutti a tavola! e la nave partirà). Io capisco la dott.essa R. Langiulli, sono andato al cinema con due miei amici e ambedune sono usciti irritati. Paradossalmente a me sembra dipeso dalla genialità e coraggio del regista. Abdellatif Kechiche piglia lo spettatore per il collo e lo tira dietro lo schermo, dove si svolge il dramma, in quelle stanze strette e stretti attorno al tavolo.
Questo è un duro e pericoloso momento storico, in cui chi più chi meno tende a prendere le distanze da tutto, a tirarsi fuori, può essere comprensibile, per sicurezza intellettuale si tende ad amare solo l'innoquo ma a me alla fine è piaciuto essere preso e sbattuto dentro al dramma per poi uscirne, partecipare, ahimé, al coraggio altrui. Mi è sembrato di comprenderlo, è stato imbarazzante, perché mi sono identificato con Slimane, ma sono ancora qui, anche se ho dovuto constatare la mia fragilità. Un'altra ragione per cui può non piacere è perché è quanto di più lontano ci sia da un film americano, è un'altra cosa e ne abbiamo perso sensibilità e gusto, svolge i dialoghi come in "tempo reale" e questo irrita (quello finale con la moglie del figlio è, col senno di poi, grandioso come capacità coinvolgitiva ed irritativa).
Qui siamo attorno al Mediterraneo, che sia Massalia o Cartago non importa, per questo credo che l'aspetto "etnico" sia un filo minore della treccia, l'autore non parla di una etnia diversa da noi, parla della nostra cultura, i vari personaggi non sono francesi, tunisini di prima o di seconda generazione, modernizzati o antiquati, padroni globalizati o operai in esubero, sono solo dei "tipi" tutti qui attorno a noi che svolgono il loro dramma, io mi presento sono Slimane, napoletano, anche se mi manca Dioniso.
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carla
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giovedì 31 gennaio 2008
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che bel film
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finalmente un film che parla di lavoratori senza retorica, uno spaccato di vita di una famiglia di immigrati che si considerano (a ragione) effettivamente cittadini francesi e finalmente un film che parla di famiglia e di rapporti padre/ figli improntati semplicemente sull'affetto
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(di anna)
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giunilisbon
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giovedì 31 gennaio 2008
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il discreto fascino del cous cous
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Cous Cous di Kechiche è un film assolutamente sopra la media. Si potrebbe dire che è un film che abbonda di dialoghi o che gli stilemi tecnici e le scelte del regista possano creare un effetto claustrofobia. Sarebbe il giusto appunto di chi non ha capito il film.
Kechiche ci offre una opportunità unica: vedere i personaggi attraverso una cinepresa che sembra costantemente rendere immagini da soggettiva, come se lo spettatore fosse un osservatore ben più prossimo ai personaggi di quel che si possa pensare. Il regista dipinge i suoi personaggi come dei Don Chisciotte logorroici ed isterici. Tutte le liti gli scontri verbali(al limite del fisico alle volte) sono lo specchio di una esasperazione ed una impotenza di fondo alla quale non si può che rimediare in un'estasi di cibo.
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Cous Cous di Kechiche è un film assolutamente sopra la media. Si potrebbe dire che è un film che abbonda di dialoghi o che gli stilemi tecnici e le scelte del regista possano creare un effetto claustrofobia. Sarebbe il giusto appunto di chi non ha capito il film.
Kechiche ci offre una opportunità unica: vedere i personaggi attraverso una cinepresa che sembra costantemente rendere immagini da soggettiva, come se lo spettatore fosse un osservatore ben più prossimo ai personaggi di quel che si possa pensare. Il regista dipinge i suoi personaggi come dei Don Chisciotte logorroici ed isterici. Tutte le liti gli scontri verbali(al limite del fisico alle volte) sono lo specchio di una esasperazione ed una impotenza di fondo alla quale non si può che rimediare in un'estasi di cibo. Ma quale è il significato del Cous Cous del film? L'origine di questo piatto è il caratterizzante dell'etnia di questo spaccato sociale di emigrazione e l'unica base su cui cercare di fare cerchio e di sopravvivere. La consolazione del Cous Cous, e la felicità di mangiarlo, è la stessa di mostrare orgogliosi le proprie radici etniche in una società dipinta come un inferno Orwelliano dalla burocrazia cervellotica e corrotta (o corruttibile).
Su questo sfondo si muove il protagonista che invece è esattamente il contrario di tutti i personaggi finora descritti: rassegnato silenzioso e poco incline a sperare. Il suo lottare poco convinto diventa alla fine emblema dell'ostinazione e un monito a lottare anche se il sacrificio potrà essere enorme. Un capitolo a parte merita la Belly Dance che imperversa nei trailer. Luis Bunuel nel discreto fascino della borghesia lasciava i suoi benestanti protagonisti a pancia vuota, in un certo senso vedendo le sinuose forme della bella Herzi e la sua rotonda pancia piena, non si può che pensare che se nel primo caso la borghesia con la sua pigrizia sia incapace di beneficiare dei propri beni, nel secondo la povertà e la forza della disperazione e la lotta che generano permettano di ottenere la sospirata elevazione sociale e una condizione migliore. Un monito di speranza ed un inno alla lotta fatto con estremo realismo. Per chi non ama il cinema riflessivo è altamente sconsigliata la visione, in fondo a cinema ora c'è Moccia che è decisamente più adatto. (Il voto è così alto solo per alzare la media, anche se forse 4 stelle sarebbe più vicino alla realtà).
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caste
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giovedì 31 gennaio 2008
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bello il significato!
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Il film ci trasmette a pieno quello che sono le situazioni di vita quotidiana degli immegrati arabi in Francia.
Bello il significato (aiuto reciproco delle "2 famiglie" per il padre) e l'idea che certi figli non cambiano mai (in più coinvolgono il padre nei propri problemi vedi cous cous "rapito").
Lento l'evolversi della storia e brutta la rincorsa forzata del padre per riprendersi il motorino.
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ilush
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martedì 29 gennaio 2008
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sopravvalutato
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In generale sono d'accordo con la recensione. Film troppo lungo, troppo tempo su dettagli inutili e mi chiedo se ancora una volta oggigiorno sia diventato impossibile fare un bel film nei vecchi e classici 90 minuti, anzichè penare per 2 ore e mezza.Assolutamente sopravvalutato dalla critica di massa e mi chiedo perchè.Di attrici ne abbiamo viste di meglio, tra l'altro quella non è danza del ventre, casomai si avvicina a movimenti gnawa di stati di trance.
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(di bah)
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tizio incognito
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lunedì 28 gennaio 2008
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pieno di vita (e di fianchi)
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bello bellissimo!!quante belle donne, quanta vita! ottimo antidoto alle schifezze che mio figlio mi ha costretto a vedere anche questo natale. a chi non è piaciuto, l'anno prossimo chiedo di accompagnarlo a vedere vacanze sul kilimangiaro o maremma maiala, mentre io porto le vostre fidanzate a vedere cous cous 2 la vendetta!! FORZA INTER!
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