claudia
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martedì 18 marzo 2008
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film sull'angoscia
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Il film cous cous mi ha trasmesso angoscia, impotenza.
E' un racconto realistico e intimistico sulla dura vita degli immigrati, tuttavia non è concluso,non da' un chiaro messaggio,è scontato, lungo e a tratti paradossale e noioso.
Non lo rivedrei.
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(di gaetan 72)
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flower86
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giovedì 13 marzo 2008
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la graine et le mulet
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Abdellatif Kechiche è abile a girare il film, riuscendo a creare una via di mezzo tra documentario e cinema di finzione, scritturando attori non professionisti (una di loro, Hafsia Herzi, si è portata a casa la Coppa Mastroianni), e seguendo le vicende fino in fondo.
Forse, però, il regista ha sottovalutato le capacità del pubblico in sala: noi spettatori riusciamo ad immergerci immediatamente nella vita delle persone che scorrono sullo schermo, a dispetto della sua ostinazione assolutamente non necessaria, che lo porta ad indugiare fino allo spasmo su ogni singola scena, criterio che raggiunge l’apice nella scena finale della danza del ventre.
Sicuramente dopo questa anteprima alla Mostra, saranno fatti opportuni tagli sulla pellicola.
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Abdellatif Kechiche è abile a girare il film, riuscendo a creare una via di mezzo tra documentario e cinema di finzione, scritturando attori non professionisti (una di loro, Hafsia Herzi, si è portata a casa la Coppa Mastroianni), e seguendo le vicende fino in fondo.
Forse, però, il regista ha sottovalutato le capacità del pubblico in sala: noi spettatori riusciamo ad immergerci immediatamente nella vita delle persone che scorrono sullo schermo, a dispetto della sua ostinazione assolutamente non necessaria, che lo porta ad indugiare fino allo spasmo su ogni singola scena, criterio che raggiunge l’apice nella scena finale della danza del ventre.
Sicuramente dopo questa anteprima alla Mostra, saranno fatti opportuni tagli sulla pellicola.
L’intento è riuscito comunque, perché “La graine et le mulet” vincitrice del Premio Speciale della Giuria (a pari merito con “I’m not there” di Todd Haynes) è capace di mostrarci con estrema semplicità questa grande famiglia magrebina-francese con i suoi drammi, dolori, gioie, problemi, ansie di riscatto e amori, riuscendo a donare al tutto un forte senso di verità.
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miriam
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mercoledì 20 febbraio 2008
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fantastico
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E' un film fantastico !!!! Un film per persone che sappiano gustare ed emozionarsi davanti alle vicende della vita, alle cose semplici. Attori bravissimi.
P.S. amici dei vari Boldi, De Sica, Pieraccioni, dei film ipertecnologici, dei film usa e getta, coloro che si aspettano sempre e comunque il filmetto leggero, che reputano la lentezza un difetto di un film (perchè mai, poi?)etc........si astengano dall'andare a vedere questa pellicola perchè ne rimarrebbero delusi.
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nellogautieri
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mercoledì 20 febbraio 2008
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sopravvalutato
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Un film decisamente sopravvalutato, girato in maniera approssimativa con inquadrature troppo strette. Monologhi e dialoghi appaiono continuamente troppo lunghi e schizofrenici. Doppiaggio inadeguato.
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reiner werner
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martedì 19 febbraio 2008
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avrebbe dovuto....
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...essere il film vincitore a Venezia, e questa non è solo la mia modesta opinione, ma anche di importanti critici. E' un film che definirei addirittura strepitoso; sono uscito dal cinema veramente contento di aver visto un gran bel film, come oramai sempre più di rado mi capita. Ha una durata piuttosto notevole, ma, perlomeno a me, il tempo è volato via veloce. Attori bravissimi, in particolar modo la giovane e bellissima Hafsia Herzi, la cui sensualissima danza del ventre la ritengo una tra le sequenze più belle viste al cinema da anni a questa parte. Un capolavoro del cinema europeo da vedere e rivedere !!! Voto 9 e 1/2.
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antonello villani
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lunedì 18 febbraio 2008
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tanta poesia per il vero trionfatore di venezia
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C’è tutta la poesia delle storie semplici, lo sguardo commosso di chi cerca le radici nelle tradizioni di famiglia: il vero trionfatore di Venezia ha conquistato due Leoni d’Oro –premio della giuria e migliore attrice rivelazione- perdendo per un soffio quello per il miglior film.Tanto rammarico per Abdellatif Kechiche, tunisino di nascita e francese di adozione, che si era già fatto notare nel 2000, sempre al Lido, vincendo il premio per la migliore opera prima. Perchè in “Cous Cous” la magia della cultura orientale si fonde con i piatti tipici e le danze di fanciulle che ancheggiano coperte di soli veli. Siamo in piena globalizzazione, il vecchio ed il nuovo sono rappresentati in maniera mirabile da Slimane, sessantenne che decide di aprire un ristorante dopo essere stato messo in esubero e da Rym, figliastra piena di vita che lo incoraggia ad inseguire i propri sogni.
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C’è tutta la poesia delle storie semplici, lo sguardo commosso di chi cerca le radici nelle tradizioni di famiglia: il vero trionfatore di Venezia ha conquistato due Leoni d’Oro –premio della giuria e migliore attrice rivelazione- perdendo per un soffio quello per il miglior film.Tanto rammarico per Abdellatif Kechiche, tunisino di nascita e francese di adozione, che si era già fatto notare nel 2000, sempre al Lido, vincendo il premio per la migliore opera prima. Perchè in “Cous Cous” la magia della cultura orientale si fonde con i piatti tipici e le danze di fanciulle che ancheggiano coperte di soli veli. Siamo in piena globalizzazione, il vecchio ed il nuovo sono rappresentati in maniera mirabile da Slimane, sessantenne che decide di aprire un ristorante dopo essere stato messo in esubero e da Rym, figliastra piena di vita che lo incoraggia ad inseguire i propri sogni. Intorno una comunità di arabi chiassosi che a tavola disquisisce di immigrati, lavoro, integrazione ed amanti mettendo in luce le piccole miserie umane; solo il tetragono protagonista –pefettamente interpretato da Habib Boufares- sembra non accorgersi del cambiamento, fedele a se stesso, mite e sempre fiducioso negli altri. Alla cena per raccogliere i fondi succederà l’irreparabile, il realismo del regista tunisino rende omaggio a De Sica, mentre la giovanissima attrice Hafsia Herzi si lancia in una sensualissima danza del ventre. Da non perdere.
Antonello Villani
(Salerno)
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darjus
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lunedì 18 febbraio 2008
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tutti gli ingradienti della realtà...
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Con occhio attento e scrupoloso, Bechiche guarda la realtà sociale degli immigrati di Francia e segue, passo dopo passo, discussione dopo discussione, emozione su emozione, le vicende speziate, profumate e variopinte di uomini e donne di un Maghreb d’esportazione che soffre, lotta, perde e si rialza. L’approccio crudo e realista non giova all’intrattenimento e il film mostra il fianco ad un’eccessiva accumulazione-sovrapposizione di parole ed eventi, ma l’intento di descrivere ogni momento della vita di Beiji e delle sue famiglie, benché bisognoso di una maggiore e più incisiva selezione, ha il pregio di rispecchiare con realismo l’inappagante ironia della vita che toglie, da, illude e poi toglie di nuovo.
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Con occhio attento e scrupoloso, Bechiche guarda la realtà sociale degli immigrati di Francia e segue, passo dopo passo, discussione dopo discussione, emozione su emozione, le vicende speziate, profumate e variopinte di uomini e donne di un Maghreb d’esportazione che soffre, lotta, perde e si rialza. L’approccio crudo e realista non giova all’intrattenimento e il film mostra il fianco ad un’eccessiva accumulazione-sovrapposizione di parole ed eventi, ma l’intento di descrivere ogni momento della vita di Beiji e delle sue famiglie, benché bisognoso di una maggiore e più incisiva selezione, ha il pregio di rispecchiare con realismo l’inappagante ironia della vita che toglie, da, illude e poi toglie di nuovo. Il finale, per quanto realistico, sembra più calcolato che sentito. Nota di merito alla Herzi: sensualmente ipnotica sia nei suoi sguardi indolenti e lascivi, sia nella sua danza del ventre febbrile e piccante. **½
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sanellit
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sabato 16 febbraio 2008
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diversi?
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chi vota lega lo dovrebbe andare a vedere, ti mostra come davanti ad un piatto di couscous, i "marocchini" si comportano esattamento come una famiglia bergamasca davanti alla polenta cunscia.
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vinci
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martedì 12 febbraio 2008
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film noioso e mal recitato
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buona l'idea di fondo,ma i personaggi sono appena accennati,gli attori sono inespessivi,i dialoghi carenti.Vale la pena solo per vedere la giovane attrice mentre balla;mi sembra un po poco per un film così pompato
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gaetan 72
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lunedì 11 febbraio 2008
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il neorealismo del terzo millennio:grande kechiche
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Con un occhio a ladri di biciclette di De Sica e l'altro a nuvole in viaggio di Kaurismaki, Kechiche realizza uno dei film più belli e "pieni" degli ultimi anni. L'immigrazione ormai ultradecennale degli algerini in Francia, il trionfo del precariato e del denaro a spese del valore del lavoratore (il licenziamento del protagonista in un inizio film alla Ken Loach); la bellissima e realistica scena del pranzo domenicale(il cous cous mangiato con le mani); le dinamiche familiari con i maschi quasi assenti e le donne che risolvono tutte le situazioni;il doppio meraviglioso finale(la danza del ventre e la corsa del protagonista) e soprattutto, la splendida, giovane protagonista Hafsia Herzi (diventerà una grandissima attrice), perfetta nel ruolo (da antologia la scena del dialogo con la madre, prima della festa).
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Con un occhio a ladri di biciclette di De Sica e l'altro a nuvole in viaggio di Kaurismaki, Kechiche realizza uno dei film più belli e "pieni" degli ultimi anni. L'immigrazione ormai ultradecennale degli algerini in Francia, il trionfo del precariato e del denaro a spese del valore del lavoratore (il licenziamento del protagonista in un inizio film alla Ken Loach); la bellissima e realistica scena del pranzo domenicale(il cous cous mangiato con le mani); le dinamiche familiari con i maschi quasi assenti e le donne che risolvono tutte le situazioni;il doppio meraviglioso finale(la danza del ventre e la corsa del protagonista) e soprattutto, la splendida, giovane protagonista Hafsia Herzi (diventerà una grandissima attrice), perfetta nel ruolo (da antologia la scena del dialogo con la madre, prima della festa).In oltre 2 ore di Cinema allo stato puro, non c'è una scena di troppo e ogni personaggio(fra i 10 e oltre) si ritaglia un ruolo decisivo, e resta nella memoria dello spettatore(cosa rarissima nel cinema attuale). Inoltre la pellicola è un invito all'integrazione, sì razziale (francesi - immigrati) ma soprattutto familiare (protagonista - figli e "nuova famiglia" che nel finale strabiliante sembrano trovare la via per una convivenza)
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(di madai)
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(di diavolorosso70)
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(di macz)
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(di gaetan 72)
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[+] grande film, grande commento
(di lozarinbarella)
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