Paolo D'Agostini
La Repubblica
Il film dissimula sotto il thriller un'intenzione morale: quella di condannare una società senza amore, popolata da mille paure, e violenta sui più deboli: i bambini. Laura Morante e Alessio Boni formano una coppia appena separata a causa di un tradimento di lei. Franco odia Laura per l'umiliazione subita e fa di tutto per portarsi via il figlio, ma nasconde la nuova relazione che ha intrecciato.
Laura difende disperatamente la propria condizione materna e nasconde all'ex marito l'attività che ha intrapreso per far quadrare il bilancio: telefonista su una linea erotica. Il piccolo Luca materializza la divisione tra i due affetti sdoppiandosi tra un sé timido e sensibile e un altro (Tommi, i piccoli attori sono due gemelli) determinato e aggressivo.
La comparsa di un cliente telefonico pedofilo che terrorizza Laura dimostrandole di sapere tutto del suo bambino provoca un'escalation di tensione e la deriva dei comportamenti sconnessi della donna.
Quello che si sta materializzando è in realtà un equivoco, che non possiamo svelare trattandosi di una trama "gialla", solo che il colpo di scena finale anziché restituire le cose alla normalità della luce del sole e alla ricomposizione di una vita serena, aprirà le porte a un incubo anche peggiore. L'intento del regista Longoni ha una sua consistenza, ed è sempre notevole ancorché raro vedere il cinema italiano cimentarsi con le regole di "genere", ma la costruzione non funziona bene e nessuno dei due protagonisti dà il meglio di sé.
Da La Repubblica, 6 maggio 2005
di Paolo D'Agostini, 6 maggio 2005
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