tecmec
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giovedì 13 ottobre 2011
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ultimo grandioso carpenter...
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John Carpenter saluta il pubblico di fan con un ultimo grande film che non è altro che un mediometraggio.
Dico così volutamente escludendo il deludente "The Ward" che non fa paura neanche a mia zia e che soprattutto è scopiazzato da "Identity".
Torniamo invece a Cigarette Burns, horror intelligentissimo di autoriflessione cinematografica; un minifilm che parla di cinema vero, e solo di quello! Originalissima la scelta del soggetto, cinica e disillusa la trama (come da miglior Carpenter), notevole il finale con la metafora sulla visione (già memore di artisti come Man Ray).
Il feticismo della reliquia artistica viene qui metaforizzato dalla bruciatura di sigaretta, un marchietto indispensabile ma brutto, il segno di un degrado inevitabile, di una visione entropica dell'esistenza ma senza mai (per carità) piangersi addosso per questo.
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John Carpenter saluta il pubblico di fan con un ultimo grande film che non è altro che un mediometraggio.
Dico così volutamente escludendo il deludente "The Ward" che non fa paura neanche a mia zia e che soprattutto è scopiazzato da "Identity".
Torniamo invece a Cigarette Burns, horror intelligentissimo di autoriflessione cinematografica; un minifilm che parla di cinema vero, e solo di quello! Originalissima la scelta del soggetto, cinica e disillusa la trama (come da miglior Carpenter), notevole il finale con la metafora sulla visione (già memore di artisti come Man Ray).
Il feticismo della reliquia artistica viene qui metaforizzato dalla bruciatura di sigaretta, un marchietto indispensabile ma brutto, il segno di un degrado inevitabile, di una visione entropica dell'esistenza ma senza mai (per carità) piangersi addosso per questo.
Un'opera a 360 gradi su ciò che il cinema è e ciò che rappresenta: arte, bellezza, e in questo caso anche decadenza.
Un piccolo grande gioiello che Carpenter lascia al mondo del cinema; l'ultimo tra i suoi mi sa.
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dandy
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domenica 15 maggio 2016
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sarà il cinema la fine assoluta del mondo?
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Uno dei migliori episodi della serie tv "Masters of Horror",in cui Carpenter riprende il tema alla base del precedente "Il seme della follia" sostituendo la letteratura con il cinema.Vista la brevità e quindi l'esigenza di comprimere i fatti qualche buco è inevitabile,e forse le sequenze riguardanti il suicidio di Anne sono superflue.Ma il regista riesce a sviluppare l'idea con maestria,avvolgendo il film "La Fin Absolue du Monde" di un alone disturbante,acuta metafora di una passione cinefila che finisce per diventare ossessione mortale e c'è anche una bella riflessione sull'effetto negativo delle "visioni estreme".
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Uno dei migliori episodi della serie tv "Masters of Horror",in cui Carpenter riprende il tema alla base del precedente "Il seme della follia" sostituendo la letteratura con il cinema.Vista la brevità e quindi l'esigenza di comprimere i fatti qualche buco è inevitabile,e forse le sequenze riguardanti il suicidio di Anne sono superflue.Ma il regista riesce a sviluppare l'idea con maestria,avvolgendo il film "La Fin Absolue du Monde" di un alone disturbante,acuta metafora di una passione cinefila che finisce per diventare ossessione mortale e c'è anche una bella riflessione sull'effetto negativo delle "visioni estreme".Pochi e ben piazzati i dettagli splatter,con uno stile che ricorda molto Rob Zombie.Buone musiche di Cody Carpenter,figlio del regista.Caldamente consigliato.
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