Claudia Morgoglione
La Repubblica
Il sogno di ogni ragazzino: in una giornata di noia apri uno sportello qualunque, magari l'anta di un guardaroba, e - come d'incanto - ecco apparire un intero universo fantastico. Popolato di leoni parlanti, fauni gentili, castori coraggiosi, perfidi nani. Il problema è che il regno è governato dall'immancabile strega cattiva. E allora al bambino, affascinato da un mondo così ricco di magia, non resta che allearsi ai Buoni e combatterla. A colpi di spade e incantesimi.
Può essere riassunto così, in queste poche, semplici righe, il segreto del successo di uno dei superclassici della narrativa fantasy: Il leone, la strega e l'armadio. Primo di una catena di sette romanzi (editi in Italia da Mondadori) della serie Le cronache di Narnia, scritto dal britannico C.S. Lewis nel 1950, e diventato un cult per molte generazioni di bambini. Tanto da vendere 100 milioni di copie, con traduzioni in 29 lingue. Ma solo adesso, grazie alla potenza degli effetti speciali e della computer-grafica, il libro è diventato finalmente film: una perfetta confezione natalizia che ha già conquistato il pubblico inglese e americano, e ora in arrivo anche nelle nostre sale.
E davvero Le cronache di Narnia - Il leone, la strega e l'armadio è una strenna adatta a tutta la famiglia. Con un occhio di riguardo al pubblico pre-adolescente, proprio come il volume da cui è tratto. Una visione consigliata in un giorno di festa: almeno per chi magari è già in età da rifiuto dei cartoon (vedi Chicken Little o Kirikù e gli animali selvaggi). Certo, al botteghino, ci sarà la concorrenza del kolossal King Kong: altra pellicola del genere fantastico, ma con uno stile assai diverso. Più faraonica e meno compatta di questa.
Ecco la trama. Durante la Seconda guerra mondiale, una madre fa trasferire i quattro figli in una casa di campagna, per tenerli lontani dai bombardamenti. Ed è qui, nella residenza del Professore (Jim Broadbent) che li ospita, che la più piccola dei quattro, (Lucy Georgie Henley), si nasconde in un armadio guardaroba. Ed ecco che, all'improvviso, si ritrova in un regno incantato, Narnia, popolato da creature mitologiche di ogni tipo, tra le quali il fauno Tumnus (James McAvoy), con cui la bambina fa subito amicizia.
Il problema è che, da cento anni, Narnia è sotto il dominio della strega bianca Jadis (Tilda Swinton, gelida e perfetta nel ruolo), che ha condannato quel mondo a un perenne inverno. Esiliando perfino il povero Babbo Natale. Toccherà allora a Lucy e ai suoi fratelli, anche loro catapultati al di là dell'armadio, allearsi col leone buono Aslan (doppiato in italiano da Omar Sharif) e riportare il sereno nel regno della "Grande magia".
Il tutto in un universo fantastico anche dal punto di vista scenografico, in cui vediamo alternarsi l'inverno più gelido alla primavera più dolce. Popolato di animali parlanti (esilarante la coppia di castori) e di esseri mitologici, come i centauri mezzi uomini e mezzi cavalli. In tutto, sessanta tipi di creature diverse, metà delle quali non esistenti in natura. E poi i combattimenti, le spade, i rituali: insomma tutti gli elementi caratteristici di un universo fantasy. Anche se, va detto, le atsmosfere sono assai diverse rispetto a quelle del Signore degli anelli. E certamente più adatte a un pubblico giovanissimo.
Dunque una scommessa riuscita per la Disney, che ha trasposto il libro sul grande schermo. Realizzando un sogno coltivato a lungo dal figliastro di C.S. Lewis, Douglas Ghesham: "Ho lavorato 25-30 anni, per vedere questo film", ha recentemente ammesso. Un "miracolo", quello di rendere per immagini il ricchissimo universo di Narnia, reso possibile dai progressi delle tecnologie digitali. Come ha spiegato il regista Andrew Adamson, reduce dai trionfi di Shrek e Shrek 2: "Gia cinque anni fa non avremmo potuto realizzare un'opera così - ha spiegato - non avremmo potuto creare un leone realistico come Aslan, né unire realisticamente le zampe degli animali a un corpo umano".
Effetti speciali a volontà, quindi: basta pensare che solo per il leone sono stati necessari due anni di lavoro. In tutto, nel film, le riprese computerizzate sono state circa 1.400, con mille persone impiegate nella realizzazione dei vari effetti e ben tre società specializzate coinvolte. Con i risultati che tutti potremo vedere sui nostri schermi, a partire dal 21 dicembre.
Da Repubblica.it, 15 dicembre 2005
di Claudia Morgoglione, 15 dicembre 2005