Le cronache di Narnia - Il leone, la strega e l'armadio

Avvincente nei momenti (pochi) d’azione, deludente rispetto al mastodontico Signore degli anelli e all’amatissimo Shrek (nato incredibilmente dalla stessa mano), Le cronache di Narnia sembra la versione disneyana/americana del vecchio Fantaghirò - Tilda Swinton (la Strega bianca) è la nuova, benché meno pettoruta, Brigitte Nielsen. Più che un fantasy, un film animato, popolato da personaggi che sembrano usciti direttamente dalle favole di Esopo e al cui appello non manca nemmeno una volpe convertita al bene, diluito con battutine che tanto ricordano l’oramai pensionata Mary Poppins, il primo episodio della saga, partizione in voga negli ultimi anni, sembra una nuova costruzione già fatiscente: la fotografia è una piaga cui proprio non c’è panacea e certe esacerbazioni, come l’improvvisa apparizione di babbo natale e la lotta in campo chiaramente jacksoniana, potevano gentilmente esserci risparmiate. Dopo l’exploit caratterizzato da un certo manierismo vagamente francese, veniamo catapultati in un mondo fantastico che incanta solo i piccini e strappa qualche sorriso stentato ai più grandicelli. Un film di bambini per bambini quindi in cui tutto quanto il merito di un eventuale successo (?) va alla debuttante e promettente Georgie Henley (Lucie), Shirley McLaine inglesuccia. Colpisce sicuramente, almeno, la performance di Omar Sharif che onora Aslan, peluchone enorme e magicamente immortale, della sua voce cadenzata e profonda.