alessandro
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domenica 17 gennaio 2021
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artù ed i cavalieri del grande muro
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L'Impero Romano d'Occidente è ormai giunto al tramonto. Le popolazioni indigene della selvaggia Britannia additano come nuovo nemico incombente i Sassoni e individuano nel Generale romano Artù, per metà britanno e metà romano, la giusta e carismatica guida che può sconfiggere i nuovi invasori ormai sbarcati in territorio britannico. Film di azione e avventura ben fatto, avvincente e non banale in cui prendono vita alcuni personaggi del ciclo arturiano tra cui Artù ,Lancillotto, Ginevra , Merlino e gli altri Cavalieri della Tavola Rotonda. Il tema immanente e ricorrente nel film è rappresentato dalla libertà. I Cavalieri di Artù lottano per ottenere la libertà ( un lasciapassare valido per tutto l'Impero romano), i celti lottano per la libertà della loro Terra prima contro romani poi contro i Sassoni, Artù combatte per la libertà dei suoi Cavalieri e infine anche per la Britannia che è sempre stata, almeno per metà, la sua Terra.
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L'Impero Romano d'Occidente è ormai giunto al tramonto. Le popolazioni indigene della selvaggia Britannia additano come nuovo nemico incombente i Sassoni e individuano nel Generale romano Artù, per metà britanno e metà romano, la giusta e carismatica guida che può sconfiggere i nuovi invasori ormai sbarcati in territorio britannico. Film di azione e avventura ben fatto, avvincente e non banale in cui prendono vita alcuni personaggi del ciclo arturiano tra cui Artù ,Lancillotto, Ginevra , Merlino e gli altri Cavalieri della Tavola Rotonda. Il tema immanente e ricorrente nel film è rappresentato dalla libertà. I Cavalieri di Artù lottano per ottenere la libertà ( un lasciapassare valido per tutto l'Impero romano), i celti lottano per la libertà della loro Terra prima contro romani poi contro i Sassoni, Artù combatte per la libertà dei suoi Cavalieri e infine anche per la Britannia che è sempre stata, almeno per metà, la sua Terra. Altro aspetto significativo è l'amicizia che è felicemente trasposta nei dialoghi tra Artù e i Cavalieri.
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elgatoloco
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lunedì 30 dicembre 2019
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sul piano storico un po'"opinabile", altrimenti ..
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"King Arthur"(2004, Antoine Fuqua)storicamente abbastanza"peregino"( la quaestio britannica anche per l'Impero romano, oramai cristianizzato, è tuttora aperta, quanto alle date, visto che i documenti stroico-archeologici disponibili non sono così probanti)non è invece trippo carente sul piano spettacolare(abbastanza anticonvenzionali le lunghe scene di battaglia)e la figura di King Arthur emerge nella sua regalità non decaduta, in quanto egli appare, rispetto agli altri cavalieri della "Tavola Rotonda"un primus inter pares non il "capo"intronizzato da Dio(con Dio parla, ma in modo non retorico e non bigotto, nel film). Insomma, ben altra cosa rispetto alla retorica da scioccchi settiminali"popolari"sulla retorica per le famiglie reali attuali , pe rnon dire della casa Savoia in Italia, vettore determinante nell'ascesa del fascismo, sempre impermeabile al clericalismo come all'anticlericalismo a seconda delle opportunità politiche.
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"King Arthur"(2004, Antoine Fuqua)storicamente abbastanza"peregino"( la quaestio britannica anche per l'Impero romano, oramai cristianizzato, è tuttora aperta, quanto alle date, visto che i documenti stroico-archeologici disponibili non sono così probanti)non è invece trippo carente sul piano spettacolare(abbastanza anticonvenzionali le lunghe scene di battaglia)e la figura di King Arthur emerge nella sua regalità non decaduta, in quanto egli appare, rispetto agli altri cavalieri della "Tavola Rotonda"un primus inter pares non il "capo"intronizzato da Dio(con Dio parla, ma in modo non retorico e non bigotto, nel film). Insomma, ben altra cosa rispetto alla retorica da scioccchi settiminali"popolari"sulla retorica per le famiglie reali attuali , pe rnon dire della casa Savoia in Italia, vettore determinante nell'ascesa del fascismo, sempre impermeabile al clericalismo come all'anticlericalismo a seconda delle opportunità politiche...Interessante anche qualchje riferimento culturale che forse sfugge a chi fa meno attenzione ai dialoghi, come quanto si cita la libertas britannica rispetto al clericalismo romano, a proposito di Pelagio,, nome ellenizzato di Morgan, reologo e moanco britannico autore del famoso"De libero arbitrio"verus il"De servo arbitrio"di Agostino d'Ippoina... Sono forse dettagli, nell'economia del film, ma non del tutto sciocchi né peregrini, appunto, purché li si voglia cogliee4re. Cliwe Owen è un ottimo King Arthur, interpretando il bitannico re figlio di una Britanna e di un padre romano, Meno rappresentati, ma presenti i cavalieri, come Lancillotto e Galvano, quasi in ombra anche la figura di Merlino, mentre Keira Knightley è una bravissima Ginevra e per il pubblico italiano il bravo Ivano Marescotti è il vescovo Germanius, personaggio espressione del potere romano, che rappresenta, appunto, in modo efficace. El Gato
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natoacittè
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domenica 13 marzo 2016
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che dire non il meglio, però.
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se ne è parlato in differenti occasioni di tale narativa, un
luogo tenente, alfiere, col braccio in gloria, purtroppo non
senza perplessità da parte di qualche soldato di lusso, anche
se non possiamo anche per le posizioni scelte di rito
saperne di più di altre persone od valutarle, ovvio; e di un
drappello che poi avrebbe virato a destra non bene
evidenziando le appartenenze; cmq, il nesso del film sono
i ruoli osservabili sin dai 18 minuti di principio,
si deve comprendere quali siano le differenze et scelte,
senza dunque pubblicità rituale direi per la battaglia,
premettendo che, un 'cavallino' d'armi quando
sembra essere oltrepassato dagli e dalle
giumente/i.
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se ne è parlato in differenti occasioni di tale narativa, un
luogo tenente, alfiere, col braccio in gloria, purtroppo non
senza perplessità da parte di qualche soldato di lusso, anche
se non possiamo anche per le posizioni scelte di rito
saperne di più di altre persone od valutarle, ovvio; e di un
drappello che poi avrebbe virato a destra non bene
evidenziando le appartenenze; cmq, il nesso del film sono
i ruoli osservabili sin dai 18 minuti di principio,
si deve comprendere quali siano le differenze et scelte,
senza dunque pubblicità rituale direi per la battaglia,
premettendo che, un 'cavallino' d'armi quando
sembra essere oltrepassato dagli e dalle
giumente/i... deve far... riflettere, quali siano
i ruoli riservati e effettivi e quale riconoscimento,
e per chi debba andare... se non si fosse compreso e anche
sotto quali effetive prospettive, e poi, cosa un re ha
costruito, ed in più vi è il ruolo
di tali scelte... che si vedono e vediamo quando la
combattente innanzi a arthur... dice in modo esplicito,
chiedendogli anzi esclamandogli chi egli sia; il re... mito
della narrativa e chi doveva, fosse, ed è in ogni caso per chiunque,
ecco i ruoli... specie in caso d'energenza, l'armata... del re mito,
non dunque qualche pellegrino con l'ambizione magari
malsana , diversamente non fosse quella non avrebbe
tante cose e tante altre per cui e per chiunque e ovunque
risponderne rimpiattato-a... già siamo anche cui sennò e con piacere,
con gli... attributi da vedere, di qualche furbacchione
dai processi farsa in verità ecc ecc, arthur the king... mi pare altresì
evidente come storia ove avrebbe dovuto e comunque è
coi ruoli vari e specifiche sin dai 18 minuti di principio
e sono di importanza primarie... le attitudini per cui
si sono effettuate tali scelte, per mantenre un equilibrio
nonchè di senso se non amorevole di divertimento non
fru fru dove altresì l'azione non manca mi pare,
e ove sfidanti di ieri e odierni possono lanciarsi non
senza pagarne comuqnue le conseguenze orquando
non pertinenti a un comprtamento consono direi,
e o con deviazioni seppur comprensibili, ma tali da non
evidenziarsi come degno di merito e milgiore, ottimo film.
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andyflash77
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domenica 29 luglio 2012
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una nuova rilettura della leggenda di re artù
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Nel 460 d.C. Roma decide di abbandonare la Britannia e rafforzare il controllo sui suoi territori. L'isola viene invasa dai Sassoni e solo il condottiero Artù e i suoi cavalieri sarmati rimangono a difenderla.
A loro si unisce un popolo indigeno guidato da Merlino e dalla figlia Ginevra.
Il film è stato fortemente criticato su tutti i fronti: la scelta di collocare la vicenda nel 460 d.C. e descrivere Artù come un bretone divenuto legionario romano non è piaciuta.
Tuttavia questa versione della leggenda matura da nuovi studi storici incentrati sulla figura di re Artù e Antoine Fuqua l'ha resa pubblica con uno spettacolo cinematografico sì discutibile ma comunque di un certo valore scenico.
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Nel 460 d.C. Roma decide di abbandonare la Britannia e rafforzare il controllo sui suoi territori. L'isola viene invasa dai Sassoni e solo il condottiero Artù e i suoi cavalieri sarmati rimangono a difenderla.
A loro si unisce un popolo indigeno guidato da Merlino e dalla figlia Ginevra.
Il film è stato fortemente criticato su tutti i fronti: la scelta di collocare la vicenda nel 460 d.C. e descrivere Artù come un bretone divenuto legionario romano non è piaciuta.
Tuttavia questa versione della leggenda matura da nuovi studi storici incentrati sulla figura di re Artù e Antoine Fuqua l'ha resa pubblica con uno spettacolo cinematografico sì discutibile ma comunque di un certo valore scenico.
Non si può trascurare il fatto che molti personaggi siano snaturati e irriconoscibili, come Merlino e Ginevra, e che Lancillotto sia molto lontano in quanto presenza decisiva dai poemi bretoni a noi pervenuti. Che piaccia o no, tuttavia, Fuqua utilizza al meglio mezzi ed informazioni, costruendo scene di battaglia vigorose e concitate, ponendo l'accento su costumi e fotografia, pregevoli punti di forza.
La musica di Hans Zimmer esalta le gesta dei valorosi protagonisti ed enfatizza l'avvicinarsi dei Sassoni, popolo barbaro crudele e rude, ben descritto e collocato sulla scena. Non è sicuramente una storia d'amore e d'armi ma un racconto epico in cui la morale patriottica e l'abilità di spada si fondono mostrando virtù e coraggio.
Hollywood si fa sentire con la sua spavalderia in fatto di spettacolarità ed esaltazione dell'eroe, tali artifici funzionano soprattutto nel genere epico.
La regia di Fuqua è perfetta, il risultato molto buono.
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marco romani
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giovedì 24 novembre 2011
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titolo corretto: dux artorius
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Voto alto a questo film, prima di tutto perchè non è l'ennessima (e non necessaria) trasposizione in chiave "fantasy" del mito, ma un più interessante romanzo storico che non manca di scene di azione. Tutti conoscono la leggenda medievale di Mago Merlino, della mitica tavola rotonda e di Re Artù primo re di Camelot; pochi però sanno che in base ad accreditate teorie storiche Re Artù potrebbe essere molto più di un personaggio immaginario, ma un condottiero romano-britannico realmente esistito, teoria avvallata dal fatto che molti aspetti del mito corrispondono al contesto storico della nascita della nazione romano-britannica. Inoltre è noto che nei testi gallesi più antichi ad Artù venisse attribuito il titolo non di re ma di "Dux", in quanto appunto un condottiero romano-britannico.
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Voto alto a questo film, prima di tutto perchè non è l'ennessima (e non necessaria) trasposizione in chiave "fantasy" del mito, ma un più interessante romanzo storico che non manca di scene di azione. Tutti conoscono la leggenda medievale di Mago Merlino, della mitica tavola rotonda e di Re Artù primo re di Camelot; pochi però sanno che in base ad accreditate teorie storiche Re Artù potrebbe essere molto più di un personaggio immaginario, ma un condottiero romano-britannico realmente esistito, teoria avvallata dal fatto che molti aspetti del mito corrispondono al contesto storico della nascita della nazione romano-britannica. Inoltre è noto che nei testi gallesi più antichi ad Artù venisse attribuito il titolo non di re ma di "Dux", in quanto appunto un condottiero romano-britannico. Il film fa proprio questo, traspone il mito nel suo contesto storico (seppur con evidenti licenze romanzesche, a cominciare dal fatto che le legioni romane smilitarizzano il Vallo Adriano in concomitanza con l'invasione dei sassoni che invece cominciò alcuni decenni dopo). La ricostruzione degli usi e costumi dell'epoca, così come della visione religiosa e sociale del tardo impero romano è tanto accurata da rendere re Artù, Mago Merlino, Ginevra e i cavalieri della tavola rotonda dei personaggio storici credibili. Il film risulta quindi realistico e l'operazione di "storicizzare" il mito si può consideare riuscita. Inoltre il film gode di un ottima fotografia, di una buona regia e di una recitazione dignitosa. Purtroppo il film da per scontata una conoscenza generale del periodo storico in questione, necessaria per cogliere molti passaggi e molti dettagli.
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dragonia
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mercoledì 19 ottobre 2011
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king artorius
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Nonostante le loro recensioni qualche volta mi trovino d'accordo, ho imparato che spesso non è saggio fidarsi dei critici, specie se bocciano in modo così insensato una rarità come King Arthur solo perché non è come il pomposo film di Boorman. In realtà, ci troviamo di fronte a un'opera la cui ricostruzione storica è maniacale (è storicamente sicuro che questo Artorius di cui parla il film avesse le origini mostrate nello stesso e che nella stessa epoca ci fossero cavalieri sarmati) e il cui punto forte è non tanto una storia alquanto pretestuosa (ma che ci fa il pupillo del papa oltre il Vallo???) quanto le atmosfere epiche e l'azione incalzante e spettacolare, accompagnate da una musica davvero suggestiva.
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Nonostante le loro recensioni qualche volta mi trovino d'accordo, ho imparato che spesso non è saggio fidarsi dei critici, specie se bocciano in modo così insensato una rarità come King Arthur solo perché non è come il pomposo film di Boorman. In realtà, ci troviamo di fronte a un'opera la cui ricostruzione storica è maniacale (è storicamente sicuro che questo Artorius di cui parla il film avesse le origini mostrate nello stesso e che nella stessa epoca ci fossero cavalieri sarmati) e il cui punto forte è non tanto una storia alquanto pretestuosa (ma che ci fa il pupillo del papa oltre il Vallo???) quanto le atmosfere epiche e l'azione incalzante e spettacolare, accompagnate da una musica davvero suggestiva. Gli scontri sono magnifici e gli attori, sorretti da una sceneggiatura che offre dialoghi brillanti, danno il meglio di sé (incluso l'antipaticissimo Marescotti). Il finale, poi, soddisfa ampiamente.
Una vera e propria perla firmata Jerry Bruckheimer.
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ambra nepi
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mercoledì 26 gennaio 2011
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king arthur
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ho trovato la recensione di Andrea Chirichelli veramente incomprensibile.
Il film è molto bello, gli attori bravi, su tutti Owen, veramente magnetico.
Bellissime e poetiche le scene.
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pink chemistry
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mercoledì 14 aprile 2010
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trama struggente,film bellissimo
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Per chi non conoscesse la leggenda di re artù e dei suoi cavalieri certo vedendo questo film non se ne farebbe un'idea precisa.Il film infatti non ricalca il mito del prode cavaliere e della tavola rotonda ma lo traslittera dando secondo me un'immagine e un senso molto piu profondo alla storia in se.Mi è piaciuta molto anche l'interpretazione dei vari personaggi, gli stessi artù e lancillotto hanno valorizzato tantissimo anche le piu semplici battute cosi come sceneggiatore e regista ci hanno fatto deliziato creando dei momenti di struggente emozione.Credo che non siano ammesse critiche e chi è rimasto parzialmente deluso perchè si aspettava altro dalla trama credo che non sia pronto per vedere questo tipo di film,ma comunque ci sono sempre le favole e i cartoni animati.
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luksette
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venerdì 9 ottobre 2009
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non parliamo di storia se non la conosciamo
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Per quanto riguarda la regia e la recitazione non ho niente da obiettare. Mi trovo anche d'accordo nel considerare "Excalibur" il più bel film mai girato sulla leggenda di Artù, ma per quel che riguarda l'ambientazione storica (di professione sono consulente storico-militare, specializzato in tutto quel che riguarda l'esercito romano)... mi dispiace ma è l'unica cosa quasi azzeccata del film! Sono ormai quasi 25 anni che chi ha anche solo un minimo di conoscenza della storia sa che L'Artù storico era un Dux Bellurum ( un comandante militare) romano-britanno e che la sua vicenda si svolge tra il V ed il VI secolo dopo Cristo nella Britannia meridionale abbandonata dalle legioni romane, quando le popolazioni britanniche ormai romanizzate si trovarono a difendersi dalle prime invasioni dei sassoni.
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Per quanto riguarda la regia e la recitazione non ho niente da obiettare. Mi trovo anche d'accordo nel considerare "Excalibur" il più bel film mai girato sulla leggenda di Artù, ma per quel che riguarda l'ambientazione storica (di professione sono consulente storico-militare, specializzato in tutto quel che riguarda l'esercito romano)... mi dispiace ma è l'unica cosa quasi azzeccata del film! Sono ormai quasi 25 anni che chi ha anche solo un minimo di conoscenza della storia sa che L'Artù storico era un Dux Bellurum ( un comandante militare) romano-britanno e che la sua vicenda si svolge tra il V ed il VI secolo dopo Cristo nella Britannia meridionale abbandonata dalle legioni romane, quando le popolazioni britanniche ormai romanizzate si trovarono a difendersi dalle prime invasioni dei sassoni. Conoscendo poi bene la letteratura classica su Artù ed il ciclo bretone ( scritti tra il IX ed il XIV secolo) vi si legge che gli eroi di Artù combattono gli invasori sassoni e si accenna al ritiro delle legioni romane e anche se sono vestiti nell'immaginario collettivo come cavalieri medievali, secondo voi, quando è stata invasa la Britannia dai sassoni, nel v secolo o nel 1300, quando già c'erano i normanni da tre secoli? L'idea che i cavalieri potessero essere sarmati non è neanche così sbagliata, anzi è suggestiva, visto che nel III secolo DC, dopo la loro sconfitta, alcune migliaia di cavalieri sarmati furono mandati , come ausiliari romani, di guarnigione in Britannia. Correttissimo il draco come insegna della cavalleria romana dell'epoca ( di derivazione sarmata-dacica) ed il "CHIRO'" disegnato sugli scudi romani! Nel mondo Celtico britannico, poi,figure di guerriere donne erano diffusissime, e quindi la Ginevra che combatte non è così assurda, così come le tribù selvagge celtico-gallesi che differivano ed erano spesso in contrasto, anche religioso, con i celto-britanni romani. Mi sa che non è il regista quello così ignorante ....e non nominate Troy neanche per scherzo, vista che è la peggior ricostruzione storica mitologica mai realizzata nella storia del cinema!
marco lucchetti luksette
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simon69
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domenica 27 settembre 2009
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come si critica un film
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Di questo film si può criticare tutto: dialoghi, recitazione, storia, ecc. ma criticarlo perchè non rispetta il mito di re Artù mi sembra semplicemente demenziale. In Gran Bretagna anche i bambini dell' asilo sanno che le leggende arturiane probabilmente affondano le proprie radici nel quinto secolo quando i britanno-romani si ritrovarono a fronteggiare le invasioni dei barbari(sassoni e altri) mentre le legioni romane abbandonavano l' isola, quindi strabuzzare gli occhi perchè la storia non é quella classica non ha alcun senso considerando anche che tra i film sull' argomento non spiccano grandi capolavori(tranne La spada nella roccia della Disney...).Detto questo il film ha molti punti deboli ma nel complesso si lascia vedere tranquillamente.
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