fabrizio
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lunedì 20 dicembre 2004
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tra storia e mito
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Quanto è vero..la madre degli ignoranti è sempre in cinta.Da quando è uscito nelle nostre sale il film di Antoine Fuqua ha sollevato solo rivoltanti critiche sulla "presunta romanità"di Artù,sul ruolo da amazzone di Ginevra e sulla "mera visione"di un Merlino ridotto a semplice druido.Se non erro lo slogan del film era proprio"La storia che ispirò la legenda"e nn viceversa.Giusto a titolo informativo:Artù(vero nome Artorius Castus)era di origni Britanne e aveva usanze prettamente Romane,utilizzava armi Romane(partendo dalla corazza finendo alla spada la leggendaria excalibur che altro non era che una spada forgiata in Caledonia,l'attuale Scozia,con un metallo più resistente rispetto agli altri)e ciò è ampliamente giustificato dal ritiro dei Romani avvenuto un centennio prima rispetto alla data offertaci dalla pellicola.
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Quanto è vero..la madre degli ignoranti è sempre in cinta.Da quando è uscito nelle nostre sale il film di Antoine Fuqua ha sollevato solo rivoltanti critiche sulla "presunta romanità"di Artù,sul ruolo da amazzone di Ginevra e sulla "mera visione"di un Merlino ridotto a semplice druido.Se non erro lo slogan del film era proprio"La storia che ispirò la legenda"e nn viceversa.Giusto a titolo informativo:Artù(vero nome Artorius Castus)era di origni Britanne e aveva usanze prettamente Romane,utilizzava armi Romane(partendo dalla corazza finendo alla spada la leggendaria excalibur che altro non era che una spada forgiata in Caledonia,l'attuale Scozia,con un metallo più resistente rispetto agli altri)e ciò è ampliamente giustificato dal ritiro dei Romani avvenuto un centennio prima rispetto alla data offertaci dalla pellicola.Per quanto concerne Ginevra,prove storiche non sono presenti sulla sua origine guerriera,ma il mito di Boadicea accenna a questa sua indole.Infine Merlino,per chiarirci:i maghi nel 400 D.C non esistevano,erano meglio noti come Druidi,che non andavono in giro con camici blu e cappelli a punta,ma con vesti sciatte,utilizzate unicamente per ripararsi dal freddo e dal gelo.La loro cultura gli imponeva di essere a contatto con la natura e di qui si capisce l'intenzione del regista di rendere "MAGO MERLINO"un semplice,quanto mai storicamente corretto,druido.Giusti anche gli accenni al contrasto allora esistente tra la religione Pagana e Cristiana.In conclusione resta solo da fare una scelta:Mito o storia?Il mito di Re Artù e i cavalieri della tavola rotonda è presente in ognuno di noi e sarebbe strano il contrario,ma credo che porvi delle basi storiche e farle conoscere alla massa(nonostante qualche piccola imprecisione)sia stata una cosa giusta.Un applauso al coraggio di Antoine Fuqua.
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fabrizio
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lunedì 20 dicembre 2004
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tra storia e mito
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Quanto è vero..la madre degli ignoranti è sempre in cinta.Da quando è uscito nelle nostre sale il film di Antoine Fuqua ha sollevato solo rivoltanti critiche sulla "presunta romanità"di Artù,sul ruolo da amazzone di Ginevra e sulla "mera visione"di un Merlino ridotto a semplice druido.Se non erro lo slogan del film era proprio"La storia che ispirò la legenda"e nn viceversa.Giusto a titolo informativo:Artù(vero nome Artorius Castus)era di origni Britanne e aveva usanze prettamente Romane,utilizzava armi Romane(partendo dalla corazza finendo alla spada la leggendaria excalibur che altro non era che una spada forgiata in Caledonia,l'attuale Scozia,con un metallo più resistente rispetto agli altri)e ciò è ampliamente giustificato dal ritiro dei Romani avvenuto un centennio prima rispetto alla data offertaci dalla pellicola.
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Quanto è vero..la madre degli ignoranti è sempre in cinta.Da quando è uscito nelle nostre sale il film di Antoine Fuqua ha sollevato solo rivoltanti critiche sulla "presunta romanità"di Artù,sul ruolo da amazzone di Ginevra e sulla "mera visione"di un Merlino ridotto a semplice druido.Se non erro lo slogan del film era proprio"La storia che ispirò la legenda"e nn viceversa.Giusto a titolo informativo:Artù(vero nome Artorius Castus)era di origni Britanne e aveva usanze prettamente Romane,utilizzava armi Romane(partendo dalla corazza finendo alla spada la leggendaria excalibur che altro non era che una spada forgiata in Caledonia,l'attuale Scozia,con un metallo più resistente rispetto agli altri)e ciò è ampliamente giustificato dal ritiro dei Romani avvenuto un centennio prima rispetto alla data offertaci dalla pellicola.Per quanto concerne Ginevra,prove storiche non sono presenti sulla sua origine guerriera,ma il mito di Boadicea accenna a questa sua indole.Infine Merlino,per chiarirci:i maghi nel 400 D.C non esistevano,erano meglio noti come Druidi,che non andavono in giro con camici blu e cappelli a punta,ma con vesti sciatte,utilizzate unicamente per ripararsi dal freddo e dal gelo.La loro cultura gli imponeva di essere a contatto con la natura e di qui si capisce l'intenzione del regista di rendere "MAGO MERLINO"un semplice,quanto mai storicamente corretto,druido.Giusti anche gli accenni al contrasto allora esistente tra la religione Pagana e Cristiana.In conclusione resta solo da fare una scelta:Mito o storia?Il mito di Re Artù e i cavalieri della tavola rotonda è presente in ognuno di noi e sarebbe strano il contrario,ma credo che porvi delle basi storiche e farle conoscere alla massa(nonostante qualche piccola imprecisione)sia stata una cosa giusta.Un applauso al coraggio di Antoine Fuqua.
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marco bonardelli di inside the dubbing
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sabato 20 novembre 2004
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recensione al film
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Secondo alcuni storici le origini della leggenda di Re Artù e dei suoi cavalieri, che ha ispirato non poche opere cinematografiche (La spada nella roccia della Disney, i Monthy Python e il Primo Cavaliere con Gere e Connery) e televisive (il cartone Prince Valliant, il cui adattamento per il grande schermo è noto da noi solo per la canzone What Are We Waiting For di Zucchero e Allanah Miles) risalirebbero all'antica Roma. Da questo presupposto sono partiti il regista Antoine Fuqua, lo sceneggiatore David Franzoni (Oscar per Il Gladiatore) e il produttore Jerry Bruckheimer, al quale non è riuscito di replicare successo di pubblico del precedente La maledizione della prima luna. Poco apprezzato dalla critica americana, King Arthur si colloca nei rispettivi itinerari dei tre cineasti nel bene e nel male, con un'eguale misura di meriti (una modernizzazione dei personaggi che li rende più umani, scene di battaglia ben realizzate, buoni momenti ironici e patetici, rinuncia a facili effetti emotivi e un ottimo Ivano Marescotti) e demeriti (modesta recitazione degli attori, anacronismi, dialoghi e situazioni stereotipate, specie la storia d'amore con Ginevra).
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Secondo alcuni storici le origini della leggenda di Re Artù e dei suoi cavalieri, che ha ispirato non poche opere cinematografiche (La spada nella roccia della Disney, i Monthy Python e il Primo Cavaliere con Gere e Connery) e televisive (il cartone Prince Valliant, il cui adattamento per il grande schermo è noto da noi solo per la canzone What Are We Waiting For di Zucchero e Allanah Miles) risalirebbero all'antica Roma. Da questo presupposto sono partiti il regista Antoine Fuqua, lo sceneggiatore David Franzoni (Oscar per Il Gladiatore) e il produttore Jerry Bruckheimer, al quale non è riuscito di replicare successo di pubblico del precedente La maledizione della prima luna. Poco apprezzato dalla critica americana, King Arthur si colloca nei rispettivi itinerari dei tre cineasti nel bene e nel male, con un'eguale misura di meriti (una modernizzazione dei personaggi che li rende più umani, scene di battaglia ben realizzate, buoni momenti ironici e patetici, rinuncia a facili effetti emotivi e un ottimo Ivano Marescotti) e demeriti (modesta recitazione degli attori, anacronismi, dialoghi e situazioni stereotipate, specie la storia d'amore con Ginevra). Ottima squadra di doppiatori diretta da Carlo Valli tra i quali spicca Fabio Boccanera, un Artù più credibile dello stesso Clive Owen. Niseem Onorato è il romano che tradisce il suo popolo per unirsi ai Sassoni.
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jack
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domenica 31 ottobre 2004
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dove è la storia?
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Colossal del genere devono principalmente attenersi ai fatti storici, cosa che qui non avviene.
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(di stellina)
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anonimo
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sabato 30 ottobre 2004
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....sola??!!
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.. non l' ho ancora visto, ma non mi lascio influenzare da chi usa un vocabolo come "SOLA" in una recensione cinematografica.
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ariablu_
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domenica 24 ottobre 2004
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king arthur
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king arthur.. un film che manda messaggi di libertà. Libertà e coraggio quando vicino ad artù tornano i cavalieri della tavola rotonda, quando rimangono in 9 ad affrontare i barbari sul lago ghiacciato. Come giudizio tecnico mi esprimo nel dire che alcune scene potevano essere fatte meglio, alcune inquadrature potevano essere cambiate. Come appassionata di film storici dico che questa nuova versione di Re Artù lascia sconcertati ma è molto più credeibile di LA SPADA NELLA ROCCIA della DISNEY tanto per fare un esempio. Per quanto riguarda i personaggi è un Artù fiero quello di Owen. Lancillotto fatto un pochino troppo codardo e Ginevra troppo guerriera addiritura più degli uomini che la circondano.
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king arthur.. un film che manda messaggi di libertà. Libertà e coraggio quando vicino ad artù tornano i cavalieri della tavola rotonda, quando rimangono in 9 ad affrontare i barbari sul lago ghiacciato. Come giudizio tecnico mi esprimo nel dire che alcune scene potevano essere fatte meglio, alcune inquadrature potevano essere cambiate. Come appassionata di film storici dico che questa nuova versione di Re Artù lascia sconcertati ma è molto più credeibile di LA SPADA NELLA ROCCIA della DISNEY tanto per fare un esempio. Per quanto riguarda i personaggi è un Artù fiero quello di Owen. Lancillotto fatto un pochino troppo codardo e Ginevra troppo guerriera addiritura più degli uomini che la circondano. Merlino sembra uno stregone capo di una tribù e forse questa immagine non lo rende tanto credibile come futuro consigliere del Re. Poi c'è la leggenda della spada della roccia, messa quasi a mò di scusa per perdonare l'errore di averla dimenticata. Bello invece il paragone fatto con le anime dei cavalieri e i cavalli fieri. King arthur forse non resterà nella storia ma ha dato una faccia credibile a quella che è la leggenda sulla quale tante storie sono state create
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ariablu_
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domenica 24 ottobre 2004
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king arthur
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king arthur.. un film che manda messaggi di libertà. Libertà e coraggio quando vicino ad artù tornano i cavalieri della tavola rotonda, quando rimangono in 9 ad affrontare i barbari sul lago ghiacciato. Come giudizio tecnico mi esprimo nel dire che alcune scene potevano essere fatte meglio, alcune inquadrature potevano essere cambiate. Come appassionata di film storici dico che questa nuova versione di Re Artù lascia sconcertati ma è molto più credeibile di LA SPADA NELLA ROCCIA della DISNEY tanto per fare un esempio. Per quanto riguarda i personaggi è un Artù fiero quello di Owen. Lancillotto fatto un pochino troppo codardo e Ginevra troppo guerriera addiritura più degli uomini che la circondano.
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king arthur.. un film che manda messaggi di libertà. Libertà e coraggio quando vicino ad artù tornano i cavalieri della tavola rotonda, quando rimangono in 9 ad affrontare i barbari sul lago ghiacciato. Come giudizio tecnico mi esprimo nel dire che alcune scene potevano essere fatte meglio, alcune inquadrature potevano essere cambiate. Come appassionata di film storici dico che questa nuova versione di Re Artù lascia sconcertati ma è molto più credeibile di LA SPADA NELLA ROCCIA della DISNEY tanto per fare un esempio. Per quanto riguarda i personaggi è un Artù fiero quello di Owen. Lancillotto fatto un pochino troppo codardo e Ginevra troppo guerriera addiritura più degli uomini che la circondano. Merlino sembra uno stregone capo di una tribù e forse questa immagine non lo rende tanto credibile come futuro consigliere del Re. Poi c'è la leggenda della spada della roccia, messa quasi a mò di scusa per perdonare l'errore di averla dimenticata. Bello invece il paragone fatto con le anime dei cavalieri e i cavalli fieri. King arthur forse non resterà nella storia ma ha dato una faccia credibile a quella che è la leggenda sulla quale tante storie sono state create
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ariablu_
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domenica 24 ottobre 2004
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king arthur
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king arthur.. un film che manda messaggi di libertà. Libertà e coraggio quando vicino ad artù tornano i cavalieri della tavola rotonda, quando rimangono in 9 ad affrontare i barbari sul lago ghiacciato. Come giudizio tecnico mi esprimo nel dire che alcune scene potevano essere fatte meglio, alcune inquadrature potevano essere cambiate. Come appassionata di film storici dico che questa nuova versione di Re Artù lascia sconcertati ma è molto più credeibile di LA SPADA NELLA ROCCIA della DISNEY tanto per fare un esempio. Per quanto riguarda i personaggi è un Artù fiero quello di Owen. Lancillotto fatto un pochino troppo codardo e Ginevra troppo guerriera addiritura più degli uomini che la circondano. Merlino sembra uno stregone capo di una tribù e forse questa immagine non lo rende tanto credibile come futuro consigliere del Re. Poi c'è la leggenda della spada della roccia, messa quasi a mò di scusa per perdonare l'errore di averla dimenticata. Bello invece il paragone fatto con le anime dei cavalieri e i cavalli fieri. King arthur forse non resterà nella storia ma ha dato una faccia credibile a quella che è la leggenda sulla quale tante storie sono state create
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anonimo
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domenica 17 ottobre 2004
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non rimaniamo col prociutto sugli occhi
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questo film cerca solo di spigare ciò che è realmente accaduto con la scoperta di nuvi dati archeologici, poi alla fine del film viene detto "La storia dei cavalieri vivrà per sempre sotto forma di leggenda"
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erlik khan
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martedì 5 ottobre 2004
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artù
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Mai fui più daccordo con una recensione.
Uno dei peggiori film (soprattutto sceneggiature) che io abbia mai visto, non considerando il sacrilegio di devastare un mito ormai consolidato (alla pari di ciò che si è fatto con Troy).
Un'unica osservazione su tutte (la più clamorosa): perkè uccidere un personaggio non presentato, che tradisce una causa che non esiste, tramite un cavaliere che nemmeno l'ha visto?
Ridicolo
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