dario
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domenica 12 maggio 2013
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sorprendente
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E' un film raro per capacità registica e per felice sceneggiatura. Tutto è ridotto all'essenziale, il tocco è leggero ma profondo, l'amore per l narrazione esemplare. La piccola grande storia è tenuta insieme splendidamente da una psicologia acuta, senza fronzoli, diritta allo scopo e rispettosa delle varie personalità. Recitazione all'altezza, priva di sbavature.
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dario
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domenica 12 maggio 2013
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E' un film raro per capacità registica e per felice sceneggiatura. Tutto è ridotto all'essenziale, il tocco è leggero ma profondo, l'amore per l narrazione esemplare. La piccola grande storia è tenuta insieme splendidamente da una psicologia acuta, senza fronzoli, diritta allo scopo e rispettosa delle varie personalità. Recitazione all'altezza, priva di sbavature.
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nick castle
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mercoledì 1 giugno 2011
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gran prova, interessante e mai noiosa...
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Oscar, giovane quindicenne introverso, torna da scuola a New York per la festa del ringraziamento. Deve assolutamente trovare il modo di confessare il suo passionale amore a Eve, la sua dolce matrigna. Nel mentre, in preda a fervori ormonali e ebrezza, ha una scappatella con la bella amica della matrigna, Diane. In circostanze poco felici ho scoperto il regista di questa pellicola, Gary Winick, scomparso purtroppo il 27 febbraio di quest'anno. Così, per farmi perdonare la mia mancanza, ho deciso che avrei guardato tutta la sua filmografia. Sfrotunatamente non sono riuscito a reperire i suoi primi film, iniziando così da questo. Tadpole, è un film nato un periodo un po' particolare, ovvero nei primi anni del terzo millennio, in cui, il cinema stava escogitando nuovi sistemi di riprese che permettessero costi ben più bassi della pellicola, ma che sostanzialmente affermassero anche un nuovo linguaggio di immagini in movimento.
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Oscar, giovane quindicenne introverso, torna da scuola a New York per la festa del ringraziamento. Deve assolutamente trovare il modo di confessare il suo passionale amore a Eve, la sua dolce matrigna. Nel mentre, in preda a fervori ormonali e ebrezza, ha una scappatella con la bella amica della matrigna, Diane. In circostanze poco felici ho scoperto il regista di questa pellicola, Gary Winick, scomparso purtroppo il 27 febbraio di quest'anno. Così, per farmi perdonare la mia mancanza, ho deciso che avrei guardato tutta la sua filmografia. Sfrotunatamente non sono riuscito a reperire i suoi primi film, iniziando così da questo. Tadpole, è un film nato un periodo un po' particolare, ovvero nei primi anni del terzo millennio, in cui, il cinema stava escogitando nuovi sistemi di riprese che permettessero costi ben più bassi della pellicola, ma che sostanzialmente affermassero anche un nuovo linguaggio di immagini in movimento. Nel 2002, un film girato in digitale DVCAM è più affine alla sperimentazione che alla mera scelta di produzione, è il risultato si vede. Infatti il linguaggio con cui ci viene proposta la storia è abbastanza estraneo a quello della tipica e semplicistica commedia adolescienziale. Winick scavalca luoghi comuni e facili risate, per approdare a una nuova concezione di adolescienziale, proponendo un modello giovanile contrario a quello del genere "American Pie" in voga in quegli anni, costruendo attorno ad esso una insostituibile ambientazione newyorkese autunnale e dei personaggi secondari brillanti e approfonditi in modo congeniale, nè troppo nè troppo poco. Su tutti, la bella Bebe Neuwirth, seducente quarantaquattrenne, nel ruolo di Diane. Per niente male neanche John Ritter e Sigorney Weaver. Qualche cosa in più la si poteva spendere per Charlie, l'amico di Oscar, ma ciò è già tanto, e ci accontentiamo. Ottime musiche originali di Renaud Pion, purtroppo non editte su album.
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frank
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lunedì 22 dicembre 2008
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un quindicenne che cita voltaire...
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Piccolo film indipendente ben diretto e con una buona sceneggiatura...per una volta non si tratta di una commedia stupida...gli attori sono all'altezza, come il protagonista Aaron Stanford che pur avendo 25 anni può passare benissimo per un quindicenne...convincenti anche Sigourney Weaver (come sempre del resto) e John Ritter. Interessanti le citazioni di Voltaire e buona regia, che non fa notare il fatto che il film sia stato girato in digitale...
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(di nick castle)
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lucy
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mercoledì 22 novembre 2006
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vedetelo
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