anonimo
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giovedė 9 giugno 2005
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commovente!
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č UN FILM CON LA F MAIUSCOLA, L'HO RIVISTO PIų VOLTE E OGNI VOLTA TROVO PARTICOLARI SORPRENDENTI. LA COLONNA SONORA č UN INNO GENERAZIONALE, CREDO CHE CHIUNQUE POSSA RITROVARSI PER CERTI ASPETTI CON IL PERSONAGGIO DEL FILM, A METā STRADA TRA EROE INCOMPRESO E SAGGIO ALLO SBANDO IN UN MONDO CUI NON APPARTIENE. X TUTTI I FIGLI DELLA WORKING CLASS CHE SI RITROVANO PERSI IN COMPORTAMENTI SNOB E CHE ALLA FINE SONO MIGLIORI PER IL SOLO MOTIVO DI ESSERE VERI.
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dandy
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martedė 15 febbraio 2011
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eccolo,un film sui giovani!
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Bella trasposizione del romanzo di Giuseppe Colicchia.Una commedia sul disagio di alcuni giovani nell'Italia odierna(il fatto che sia stato girato nel'97 non deve trarre in inganno),che sotto l'apparente cinismo covano frustrazioni,delusioni,e incapacità di ribellarsi veramente.Non ci sono tentazioni "giovanilistiche",come invece avverrà negli innumerevoli esempiacci del dopo duemila,ma una sapiente congiunzione tra cinema d'autore e "gran public".La regia è disinvolta,frenetica,ma non esagitata.E trova il giusto equilibrio tra reminiscenze d'avanguardia a stile videoclipparo.Una volta tanto,la scelta della voce off del protagonista è un pregio e non un difetto.
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Bella trasposizione del romanzo di Giuseppe Colicchia.Una commedia sul disagio di alcuni giovani nell'Italia odierna(il fatto che sia stato girato nel'97 non deve trarre in inganno),che sotto l'apparente cinismo covano frustrazioni,delusioni,e incapacità di ribellarsi veramente.Non ci sono tentazioni "giovanilistiche",come invece avverrà negli innumerevoli esempiacci del dopo duemila,ma una sapiente congiunzione tra cinema d'autore e "gran public".La regia è disinvolta,frenetica,ma non esagitata.E trova il giusto equilibrio tra reminiscenze d'avanguardia a stile videoclipparo.Una volta tanto,la scelta della voce off del protagonista è un pregio e non un difetto.Davvero notevole Mastrandrea,ma anche il cat di contorno è scelto con attenzione(la Caselli torna al cinema dopo decenni nel ruolo di zia Caterina),così come è curata la descrizione dei personaggi secondari.Dialoghi brillanti e ottima colonna sonora,coi "CCCP" in testa.Divertenti cammei:Luciana Letizzietto è l'impiegata alle poste troppo premurosa,Alessandra Casella la giornalista ignorante e impicciona,Vladimir Luxuria il viados,Giovanni LIndo Ferretti con gli "Ustmamò"(e se non sbaglio anche Ginevra Di Marco)l'improbabile commissione d'esame che rifiuta il protagonista.Chiunque pensa che il cinema sui giovani non abbia prodotto che schifezze risibili alla Moccia- Muccino e co si ricreda guardando e riguardando questo.Li vale tutti quei cosiddetti film.Chi invece li gradisce,quei cosiddeti film,allora lasci stare.
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kronos
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martedė 3 agosto 2010
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trascinante
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Una delle poche grandi commedie italiane degli ultimi decenni: movimentata, creativa e imprevedibile nello stile, caustica e grottesca nei contenuti.
Risulta perfettamente calibrato il cast, su cui spicca uno stralunato, derelitto Valerio Mastandrea, forse al suo meglio.
A distanza di tanti anni il film non invecchia e continua a dare molti punti alle (innocue)commediole giovanilistiche odierne.
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margheghi
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giovedė 19 agosto 2010
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bello e da vedere!
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Bello! Guardato quasi per caso una sera di agosto milanese prima di partire delle vacanze. Peccato sia stato ignorato dalla critica e dal pubblico... merita veramente, sia gli attori che la regia e soprattutto la sceneggiatura. Si riflette, si prova rabbia, si sorride insieme al protagonista Walter.
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gianleo67
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venerdė 5 luglio 2013
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i dolori del giovane...walter
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Walter è uno svagato ventenne che si divide tra il menage conflittuale con i genitori, una vita da svogliato e inconcludente studente di filosofia e l'idealismo un pò vacuo di chi non sa scegliere un percorso professionale e umano soddisfacente passando le sue giornate tra la lettura dei classici e indolenti velleità letterarie. Quando arriva per lui, anche se con burocratico ritardo, il precetto per la naia sceglie di fare l'obiettore per un'associazione impegnata nel recupero e l'inserimento degli extracomunitari. Dopo un anno però si presenta il momento di una improrogabile scadenza anagrafica: inserirsi in qualche modo nel mondo del lavoro e perdere finalmente il peso di una ostinata verginità.
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Walter è uno svagato ventenne che si divide tra il menage conflittuale con i genitori, una vita da svogliato e inconcludente studente di filosofia e l'idealismo un pò vacuo di chi non sa scegliere un percorso professionale e umano soddisfacente passando le sue giornate tra la lettura dei classici e indolenti velleità letterarie. Quando arriva per lui, anche se con burocratico ritardo, il precetto per la naia sceglie di fare l'obiettore per un'associazione impegnata nel recupero e l'inserimento degli extracomunitari. Dopo un anno però si presenta il momento di una improrogabile scadenza anagrafica: inserirsi in qualche modo nel mondo del lavoro e perdere finalmente il peso di una ostinata verginità.
Tra le acrobazie di una camera mobilissima che predilige le insolite prospettive di una Torino a misura di sfaccendati e la martellante colonna sonora della controcultura di sinista (CCCP/CSI), Ferrario si cimenta in una commedia sociale attraversata da un sottile spirito anarchico, il flusso di una coscienza giovanile che mostra i segni di un lento logorio interiore, di una indolenza generazionale, alla ricerca di una dimensione reale entro cui collocare sogni e aspirazioni ideali. Frequentando i luoghi comuni del disagio sociale dell'ultimo decennio (l'università-parcheggio di un sistema culturale inefficiente e retrogrado, l'endemica crisi occupazionale giovanile, il volto indifferente di un apparato burocratico inefficiente e clientelare, la perdita di identità di una intera generazione smarrita nel limbo dell'inconcludenza) si cerca di dare voce ad una afasica insofferenza dove il giovane protagonista (un Valerio Mastandrea con la faccia giusta e le 'physique du role') attraversa le tappe di un percorso ad ostacoli di una facile identificazione generazionale tra l'inevitabile conflitto con il genitore, operaio disilluso e sconfitto, una madre apatica e rassegnata e la vivacità intellettuale e umana di una brillante zietta new age con cascina in campagna e un indomito spirito giovanile (una Caterina Caselli che dà voce e volto ad una rassicurante figura di madre-amica per tutte le stagioni). Al di là della leggerezza di un film-manifesto (generazionale) con tanto di voce off che scandisce incessantemente le fasi del racconto e gli inserti di una stralunata e grottesca divagazione onirica il film del regista cremonese coglie nel segno un certo disagio esistenziale e trova momenti di riuscita ironia nella descrizione degli stereotipi di un gretto provincialismo tra la grossolana anamnesi del medico militare, la strisciante xenofobia di petulanti maestrine, la boriosa arroganza di funzionari-obiettori tra inutili scartoffie e servizi pseudo-sociali. Forse un pò troppo appesantito dallo schematismo del romanzo di formazione da cui è tratto (sceneggiato dall'autore Giuseppe Culicchia) e dal qualunquismo anarcoide e irridente del gruppo punk rock emiliano (perfettamente in tema) cui si ispira è un volenteroso esempio di coniugare impegno sociale e disimpegno formale, nobilitanto gli aspetti più caustici di una recente deriva giovanilista della commedia nostrana. Battagliero, ma non troppo.
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paride86
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venerdė 27 agosto 2010
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buono
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Commedia italiana fuori dal coro per i temi e per lo stravagante humour che a permea. Non è un risultato eccellente, ma certamente si fa notare per il sarcastico ritratto che fa della società italiana.
Mastandrea perfetto nella parte.
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