Lietta Tornabuoni
La Stampa
Un padre sessantenne e un figlio quasi trentenne che conoscono poco e non si sono parlati mai passano insieme una intera, lunga giornata d’inverno tra le vie lucenti di pioggia, il porto grigio, il cinema vuoto, le trattorie e i caffè scostanti di Civitavecchia, piccola città in cui il più giovane sta facendo il servizio militare. Il dialogo tra loro ha i toni troppo euforici o troppo insofferenti delle voci, i gesti troppo espansivi o troppo avari, rivelano un passato d’incomprensione affettuosa, un presente di antitetica diversità (il padre è un avvocato carrierista, consumista, invadente, il figlio è insicuro, anticonsumista, senza ambizioni): e la separazione finale lascia pensare a un futuro in cui l’uno avrà più dubbi e l’altro maggiore generosità. [...]
di Lietta Tornabuoni, articolo completo (1921 caratteri spazi inclusi) su La Stampa