Stefano Reggiani
Che Andrej Tarkovskij sia un poeta figlio di poeta non è una novità. Calano sulle immagini dei suoi film certi fantasmi della memoria, certe ombre dei sentimenti che alterano d'improvviso la prospettiva e ci fanno capire il sovrasenso del racconto. Si pensi ai ricordi della Terra nel fantascientifico Solaris (biancheggiare dell'infanzia e degli interni domestici); si pensi al brivido dell'acqua che corre in Stalker, in un paesaggio precluso alle speranze, ma in attesa di un cambiamento. In Nostalgia tornano le immagini della poesia tarkovskiana, ma come strappate al loro mondo, ingrandite per l'emozione e insieme inafferrabili. [...]
di Stefano Reggiani, articolo completo (4013 caratteri spazi inclusi) su 18 maggio 1983)