iuriv
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mercoledì 6 gennaio 2016
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una stella e mezza, se si potesse.
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Miscelare con spirito parodistico i classici di un'epoca come I Guerrieri Della Notte, Fuga Da New York, Mad Max e raccordarli con un'assurda narrazione noir recitata da Diego Abatantuono, avrebbe potuto essere una grande idea.
Purtroppo, però, i Vanzina non hanno nessun gusto per la messa in scena e sprecano il loro soggetto costruendo una storia che non ha senso, perché gestita malissimo, fallatissima come costruzione dei personaggi e degli eventi e bacata da un finale piatto, oltre che da una certa ripetitività delle azioni.
Non è una novità che le commedie di casa nostra si lascino alle spalle la sensazione di essere costruite con poca cura del dettaglio. Probabilmente, convinti di avere un'idea funzionante alla base, gli autori si sono accontentati di affidarla completamente ad Abatantuono, convinti che bastasse a tenere in piedi la pellicola.
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Miscelare con spirito parodistico i classici di un'epoca come I Guerrieri Della Notte, Fuga Da New York, Mad Max e raccordarli con un'assurda narrazione noir recitata da Diego Abatantuono, avrebbe potuto essere una grande idea.
Purtroppo, però, i Vanzina non hanno nessun gusto per la messa in scena e sprecano il loro soggetto costruendo una storia che non ha senso, perché gestita malissimo, fallatissima come costruzione dei personaggi e degli eventi e bacata da un finale piatto, oltre che da una certa ripetitività delle azioni.
Non è una novità che le commedie di casa nostra si lascino alle spalle la sensazione di essere costruite con poca cura del dettaglio. Probabilmente, convinti di avere un'idea funzionante alla base, gli autori si sono accontentati di affidarla completamente ad Abatantuono, convinti che bastasse a tenere in piedi la pellicola. E, in effetti, la presenza di Diego è, insieme alla recitazione della giovanissima Ferrari, l'unica nota davvero positiva del lavoro.
Per tutto il resto il film paga una fotografia piatta, senza che si noti nemmeno lo sforzo di dare un tocco davvero noir ai deliri del Ras, oppure che si tenti quantomeno di scimmiottare le atmosfere cupe dei film di cui la parodia vuol prendersi gioco. Forse hanno considerato che un'opera comico demenziale potesse ridursi a un ricettacolo di gag. Ma no, non è così.
E allora il tutto regge finché può. Finché la presenza scenica di Abatantuono sopperisce alle mancanze e finché le assurdità di una trama sfilacciata non scavalcano il divertimento nel sentirlo parlare.
Poi inizia a subentrare la noia, che non viene evitata dalla raccolta di frasi celebri che il comico riesce a buttare nella sceneggiatura.
Da fastidio. Sarebbe bastato prendersi un po' di tempo per incastrare meglio le situazioni e poteva diventare una commedia potente. Comunque la sua dose di immortalità la ha raggiunta. Anche se finisco sempre per confonderlo con gli altri mille film dell'epoca che hanno Abatantuono come protagonista.
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