cosmo di tucci
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mercoledì 15 giugno 2022
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eleonora giorgi bellezza, travaglio interiore.
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Dopo tanti anni ho voluto rivedere questo film perchè è stato diverso rivederlo conoscendo le vicissitudini personali dell'attrice: la sua relazione con l'adolescente alessandro momo, morto tragicamente, è una storia veramente toccante: ho vissuto a roma in quegli anni e incidenti suicidio simili con moto e auto ne ho visti diversi. La fine di Alessandro cosi futile, e il film stesso pieno di modi di vivere così futili, sono una moda di quegli anni tracciata anche nelle esperienze personali. In questo senso il film ricorda bene il periodo solo per questo è positivo, oltrechè unicamente per le lezioni morali di Mario contornate di comicitá.
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Dopo tanti anni ho voluto rivedere questo film perchè è stato diverso rivederlo conoscendo le vicissitudini personali dell'attrice: la sua relazione con l'adolescente alessandro momo, morto tragicamente, è una storia veramente toccante: ho vissuto a roma in quegli anni e incidenti suicidio simili con moto e auto ne ho visti diversi. La fine di Alessandro cosi futile, e il film stesso pieno di modi di vivere così futili, sono una moda di quegli anni tracciata anche nelle esperienze personali. In questo senso il film ricorda bene il periodo solo per questo è positivo, oltrechè unicamente per le lezioni morali di Mario contornate di comicitá. Si legge nella bibliografia di Eleonora della crisi personale con il ricorso a stupefacenti, per fortuna rientrata. Ma la sua personalitá, afflitta da tragedie, e che cerca di emergere, e come ho letto poi, costretta a ritirarsi dal cinema per critiche morali, resta personalitá misteriosa un pò affascinante, di grande realtá, suscita una emozionante solidarietá. Bye.
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alberto58
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mercoledì 26 gennaio 2022
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maledetti anni 80
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Dopo l’ubriacatura ideologica degli anni 70 gli anni 80 riportano al privato. Assorbiti gli effetti del 2° choc petrolifero le economie occidentali, ben protette dalla globalizzazione dal muro di Berlino e in preda ad una frenesia da spesa pubblica generano una straordinaria quantità di benessere. Ed in questo l’Italia è in prima fila. I giovani venti-trentenni borghesi che si affacciano agli anni 80’ hanno risolto tutti i loro problemi, il lavoro c’è, i soldi pure, la libertà sessuale è acquisita. Il 1982 poi è l’anno del trionfo ed a sugellarlo è il mundial dell’11 Luglio. E’ anche l’anno di Borotalco.
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Dopo l’ubriacatura ideologica degli anni 70 gli anni 80 riportano al privato. Assorbiti gli effetti del 2° choc petrolifero le economie occidentali, ben protette dalla globalizzazione dal muro di Berlino e in preda ad una frenesia da spesa pubblica generano una straordinaria quantità di benessere. Ed in questo l’Italia è in prima fila. I giovani venti-trentenni borghesi che si affacciano agli anni 80’ hanno risolto tutti i loro problemi, il lavoro c’è, i soldi pure, la libertà sessuale è acquisita. Il 1982 poi è l’anno del trionfo ed a sugellarlo è il mundial dell’11 Luglio. E’ anche l’anno di Borotalco. Il giovane rampollo di Roma Centro, Carlo Verdone, cresciuto all’ombra di amicizie importanti nella sua bellissima casa sopra ai portici, con la casa frequentata da Sergio Leone ed Alberto Sordi, amico e sodale di Christian De Sica, ha raggiunto una straordinaria notorietà con Un Sacco Bello e Bianco, Rosso e Verdone ed adesso ha assoldato la bellissima Eleonora Giorgi. Non ha detto niente a Dalla ma lo usa a mani basse. Del resto Lucio con i suoi 2 dischi tra il 1979 ed il 1980 fa ormai parte della mitologia nazionale e Carlo non si fa scrupoli tant’è che Lucio si arrabbierà un po' ma poi si placherà dopo aver visto il film insieme a Carlo. I ragazzi borghesi degli anni 80’ hanno un solo problema: la noia. Lo dice chiaramente il ficaccione che ospita a casa sua Moana Pozzi, lui inventa storie perchè non sa cosa fare “Mi imbarcai su un cargo battente bandiera liberiana, non ho mai saputo cosa trasportasse quella nave”. Ovviamente anche Verdone inventa storie. Sostituitosi al ficaccione nella sua bellissima casa lasciata libera perché lo hanno arrestato per evasione fiscale ne assume l’identità e ad Eleonora che ci porta dentro racconta la stessa storia del “Cargo battente bandiera liberiana”. Anche Eleonora insegue un sogno ed è quello di Lucio e nella scena finale del film, nel cuore dei moderni quartieri borghesi dell’EUR, Eleonora riscatta Carlo dalla sua piatta esistenza con la squallida figlia di Brega baciandolo sulle scale di emergenza e prospettandogli un viaggio esotico in america. Del resto cosa rimane ai figli degli anni 80 orfani delle ideologie e schiavi di un piatto benessere ? La fuga e l’illusione. Una ultima notazione per Mario Brega che qua fa il pizzicarolo, le sue irruzioni romanesche sulla scena generano vere e proprie crisi di riso, lui è uno che può farti sentire male dalle risate: “Io so comunista così” “Sta mano po' esse fero e po' esse piuma” “Scusami se ti faccio una domanda indiscreta, ma tu da mi fija che cazzo voi ?”.
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enzo70
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lunedì 20 settembre 2021
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uno dei migliori film di verdone
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Sulle note di Lucia Dalla, Borotalco è uno dei film più riusciti di Verdone. La figura di Sergio, un giovane imbranato, si confonde con quella di Manuel Fantoni, un classico cazzaro romano che affascina il ragazzo e che gli apre le porte per un mondo fatto di finzioni. E nel carosello di bugie cade Nadia, quanto è bella Eleonora Giorgi, una scoppiettante ragazza, follemente innamorata di Lucio Dalla. A parte la maestosa colonna sonora, Dalla più Stadio al meglio della forma, si ride ma con intelligenza perché Sergio affigura le indecisioni e le paure che tutti condividiamo rispetto alla vita che viviamo e che non è quella che vorremmo. Ma tutto il cast, Mario Brega, Angelo Infanti e un giovanissimo Christian De Sica aiutano a dare brio ad una bella storia all’italiana.
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Sulle note di Lucia Dalla, Borotalco è uno dei film più riusciti di Verdone. La figura di Sergio, un giovane imbranato, si confonde con quella di Manuel Fantoni, un classico cazzaro romano che affascina il ragazzo e che gli apre le porte per un mondo fatto di finzioni. E nel carosello di bugie cade Nadia, quanto è bella Eleonora Giorgi, una scoppiettante ragazza, follemente innamorata di Lucio Dalla. A parte la maestosa colonna sonora, Dalla più Stadio al meglio della forma, si ride ma con intelligenza perché Sergio affigura le indecisioni e le paure che tutti condividiamo rispetto alla vita che viviamo e che non è quella che vorremmo. Ma tutto il cast, Mario Brega, Angelo Infanti e un giovanissimo Christian De Sica aiutano a dare brio ad una bella storia all’italiana.
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fabio
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mercoledì 18 novembre 2020
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capolavoro della commedia italiana
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Un film da vedere: forse il miglior Verdone di sempre. Bravissima Eleonora Giorgi e tutto il cast: indimenticabile. Quell'Italia dei primi anni ottanta è così lontana da quella di oggi, tuttavia questo film attraversa il tempo.
Leggero come il borotalco il film racconta quella gioventù di fine anni 70 e primi anni 80; sogni ingenui che fanno da ponte per la fuga da una realtà opprimente (simboleggiata dai palazzoni enormi che spesso vengono inquadrati).
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Un film da vedere: forse il miglior Verdone di sempre. Bravissima Eleonora Giorgi e tutto il cast: indimenticabile. Quell'Italia dei primi anni ottanta è così lontana da quella di oggi, tuttavia questo film attraversa il tempo.
Leggero come il borotalco il film racconta quella gioventù di fine anni 70 e primi anni 80; sogni ingenui che fanno da ponte per la fuga da una realtà opprimente (simboleggiata dai palazzoni enormi che spesso vengono inquadrati).
Si sa che la comicità di Verdone è sempre venata di malinconia: la crisi sociale avanza di pari passo a quella economica. Tra precariato e omologazione il culto dell'immagine, dell'apparire, prende il sopravvento. I ruoli, che ancora negli anni 60 erano ben chiari, sono smarriti e la solitudine è l'unica vera dimensione in cui si trovano tutti.
Può mai esistere un punto di contatto tra i due protagonisti, mondi apparentemente cosi diversi tra loro? Verdone, come sempre da dietro una maschera, sembra rispondere di sì; proprio all'inizio del film: entrambi usano il borotalco. Quella polvere leggera diventa metafora di una dimensione, leggera e sognante, dove si può, fingendo di essere un'altro, essere se stessi.
Perchè l'alter ego Manuel Fantoni è appunto questo: un alter-ego. E' pur sempre Sergio che gli dà vita, energia.
Il finale, da cineteca assoluta, è sospeso. Sospesi i protagonisti, a metà di quel palazzone, sospeso il giudizio che Verdone rimette a noi, spettatori.
Ma non si può che simpatizzare e provare indulgenza per tutti i personaggi del film che rispecchiano così bene pregi e difetti degli italiani.
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marcloud
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giovedì 7 marzo 2019
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classico verdoniano
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Per chi è cresciuto a Roma è un classico. Dalle olive greche di Mario Brega fino alla grande espressività dell'attore e regista Carlo Verdone. Una commedia che racconta uno spaccato di anni '80, con tenerezza e grande espressività. Fondamentale.
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alejazz
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venerdì 1 febbraio 2019
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verdone racconta il primo caso di italiano medio
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Sergio Benvenuti (Verdone) è un venditore porta a porta che deve fare di tutto per emergere professionalmente, guadagnare, così da poter sposare Rossella (fidanzata a lunga conservazione) il cui padre (un grandioso Mario Brega) però è un osso molto duro.
Nadia (Giorgi) è una sua collega che invece col suo fascino, carisma e savoir faire riesce a ingranare con le vendite e farsi voler bene dall’azienda.
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Sergio Benvenuti (Verdone) è un venditore porta a porta che deve fare di tutto per emergere professionalmente, guadagnare, così da poter sposare Rossella (fidanzata a lunga conservazione) il cui padre (un grandioso Mario Brega) però è un osso molto duro.
Nadia (Giorgi) è una sua collega che invece col suo fascino, carisma e savoir faire riesce a ingranare con le vendite e farsi voler bene dall’azienda.
L’idea (iniziale) di Sergio per incrementare gli incassi è riuscire ad avere una collaborazione con Nadia allo scopo di riuscire a vendere qualcosa per non perdere il lavoro. Succede però uno scambio di persona: Sergio per Nadia diventa Manuel Fantoni, un latin lover lussuriosa noto alla graziosa Nadia.
Le vicende raccontano il rapporto che si stringe man mano sempre di più tra Nadia e Manuel/Sergio…
Alle volte dobbiamo ricorrere al borotalco per far scivolare meglio il piede in una scarpa che ci va stretta.
E così Sergio preferisce conservare il personaggio di Manuel (impostando un tono di voce deciso e scegliendo un abbigliamento non banale).
Il film ci fa capire che l’abito FA il monaco. In pratica, anche se fisicamente siamo la stessa persona, possiamo mostrarci all’esterno con diverse maschere e scegliere quella che ci fa più comodo. Paradossalmente a una donna possiamo fare colpo indossando solo una delle maschere dello stesso uomo.
Inoltre si può affermare che Nadia e Sergio hanno in comune l’ingenuità: infatti entrambi sono vittime di bugie e storie inventate; lei da Sergio e lui da Manuel (Infanti) che si scopre essere in realtà Cesare Cuticchia.
Siamo agli inizi degli anni ’80 e quindi della carriera matura di Verdone il quale dirige questa pellicola. In buona parte di questa è confortato dall’amico Marcello (De Sica). Ecco, di De Sica devo dire che non mi ha fatto impazzire: nel film recita in un napoletano provinciale, doppiato da se stesso. Forse erano le scelte di spettacolo di quel periodo ma ammetto che l’avrei preferito in originale e con il suo marcato accento romano.
Per il resto bel film, piacevole, simpatico con una comicità pulita e costruttiva (non banale e inutile).
Cosa mi è piaciuto:
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la morale del film
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Verdone e Giorgia, coppia promossa
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le canzoni di Dalla e degli Stadio
Cosa non mi è piaciuto:
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l’interpretazione di De Sica
Consigliata la visione a tutti
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lucascialo
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sabato 6 ottobre 2018
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manca di verve
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Per questa terza pellicola, Carlo Verdone ripone i personaggi caricaturali come quelli visti nei primi film, per mettere su una commedia simpatica basata su equivoci. Il regista e attore romano interpreta Sergio, il rappresentante di una casa discografica, il quale però non riesce a fare contratti per il suo carattere poco deciso. Mentre una sua collega, Nadia, interpretata da una Eleonora Giorgi all'apice della forma, è molto più in gamba. Un giorno però, Nadia lo scambia per uno dei potenziali clienti, un uomo di mondo diametralmente opposto a Sergio e così quest'ultimo, pur di far colpo su di lei, mette in piedi una serie di invenzioni spacciandosi per lui. La trama è potenzialmente valida, ma il film manca di verve.
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Per questa terza pellicola, Carlo Verdone ripone i personaggi caricaturali come quelli visti nei primi film, per mettere su una commedia simpatica basata su equivoci. Il regista e attore romano interpreta Sergio, il rappresentante di una casa discografica, il quale però non riesce a fare contratti per il suo carattere poco deciso. Mentre una sua collega, Nadia, interpretata da una Eleonora Giorgi all'apice della forma, è molto più in gamba. Un giorno però, Nadia lo scambia per uno dei potenziali clienti, un uomo di mondo diametralmente opposto a Sergio e così quest'ultimo, pur di far colpo su di lei, mette in piedi una serie di invenzioni spacciandosi per lui. La trama è potenzialmente valida, ma il film manca di verve. Non mancano momenti divertenti - su tutti, la scenda di Christian De Sica che gli insegna un ballo - ma sono sbalzi d'umore in un film quasi soporifero. Una simil storia avrebbe meritato una verve maggiore. Aspetto più positivo resta la colonna sonora di Lucio Dalla e degli Stadio.
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no_data
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sabato 27 giugno 2015
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borotalco
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Non mi stanco di vederlo e un film che fa passare la noia.
Poi c'è Carlo che è fortissimo quando prende il personaggio di Manuel Fantoni., il pezzo che mi piace e alla fine quando arriva il suocero e lo riempie di botte "dove li Vò nel culto ttiè, no la fa male, e allora dove li Vò nelle gambe ttiè" fortissimo Brega.
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sandy walsh
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mercoledì 15 gennaio 2014
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unico
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Quando tra la fine degli anni 70 e l'inizio degli '80 uscirono i primi due film di Verdone regista ("Un sacco bello" e "Bianco rosso e verdone"), sia il pubblico che la critica pensavano che il giovane attore era molto bravo nell'interpretare diversi ruoli contemporaneamente, e faceva molto ridere con i suoi buffi personaggi che già aveva fatto conoscere in tv con i suoi innumerevoli sketch. Insieme agli apprezzamenti, però, qualcuno osò dire "ma questo attore sarebbe in grado di lasciare per una volta i suoi personaggi stereotipati, i suoi doppi ruoli mascherati, e dar vita a un personaggio unico, vero, e renderlo credibile?". Come risposta, nel 1982 uscì nelle sale "Borotalco". Questa volta non ci sono maschere, tic e tormentoni, il personaggio di Verdone è un ragazzo normale, tranquillamente fidanzato e in cerca di lavoro, talmente impacciato e timido che non riesce a dichiararsi alla ragazza di cui si innamora.
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Quando tra la fine degli anni 70 e l'inizio degli '80 uscirono i primi due film di Verdone regista ("Un sacco bello" e "Bianco rosso e verdone"), sia il pubblico che la critica pensavano che il giovane attore era molto bravo nell'interpretare diversi ruoli contemporaneamente, e faceva molto ridere con i suoi buffi personaggi che già aveva fatto conoscere in tv con i suoi innumerevoli sketch. Insieme agli apprezzamenti, però, qualcuno osò dire "ma questo attore sarebbe in grado di lasciare per una volta i suoi personaggi stereotipati, i suoi doppi ruoli mascherati, e dar vita a un personaggio unico, vero, e renderlo credibile?". Come risposta, nel 1982 uscì nelle sale "Borotalco". Questa volta non ci sono maschere, tic e tormentoni, il personaggio di Verdone è un ragazzo normale, tranquillamente fidanzato e in cerca di lavoro, talmente impacciato e timido che non riesce a dichiararsi alla ragazza di cui si innamora. Sergio Benvenuti fin dalla prima scena entra nel cuore dello spettatore con la sua spontaneità, circondato da una giostra di attori caratteristi inimitabili che gli fanno da buona spalla (fra tutti l'inseparabile Mario Brega)e la storia scorre gradevole fino alla svolta centrale: Sergio per caso conosce Manuel Fantoni, uomo vissuto e playboy incallito, che gli racconta la sua vita piena di avventure, e ne rimane talmente soggiogato che si finge lui per conquistare la bella Nadia. Ci riesce eccome, ma da allora la vita di Sergio non sarà più tranquilla... Tra colpi di scena, battute indimenticabili e momenti di comicità mista a grande malinconia (caratteristica che distingue le commedie di Verdone), la storia si mantiene divertente e carica fino al tragicomico epilogo, e al finale sbarazzino che ci fa pensare quasi a un seguito...(ma non illudiamoci, questo con Verdone non accadrà mai, purtroppo...). La scommessa quindi è stata vinta, Verdone è riuscito a creare un personaggio unico. Eppure per fare questo ha furbamente usato un piccolo escamotage: l'idea del timido che si finge bullo, infatti, non solo è servita a dare uno spunto originale alla storia, ma ha dato modo a Verdone di caratterizzare al meglio il suo personaggio dotato di doppia personalità, quasi un doppio ruolo, come era abituato a fare.
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onufrio
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domenica 5 gennaio 2014
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l'abito fa il monaco
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Sergio è un venditore ambulante, ma di scarso successo, chiede aiuto a Nadia, una ragazza capace di ottenere una media di 50 contratti al mese, si danno appuntamento a casa del signor Manuel, ma lei ritarda, Sergio fa amicizia con Manuel, questo lo raggira di fregnacce e lui ne viene rapito, tanto che una volta che sto fantomatico Manuel viene arrestato, Sergio s'impossessa della casa e recita la sua parte di uomo giramondo e virile, facendo colpo proprio su Nadia, e da qui ha inizio una serie di divertenti siparietti. Nella commedia, presenti anche De Sica in un ruolo secondario, magistrale l'interpretazione di Mario Brega nei panni del suocero manesco di Sergio; breve apparizione senza veli per Moana Pozzi.
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Sergio è un venditore ambulante, ma di scarso successo, chiede aiuto a Nadia, una ragazza capace di ottenere una media di 50 contratti al mese, si danno appuntamento a casa del signor Manuel, ma lei ritarda, Sergio fa amicizia con Manuel, questo lo raggira di fregnacce e lui ne viene rapito, tanto che una volta che sto fantomatico Manuel viene arrestato, Sergio s'impossessa della casa e recita la sua parte di uomo giramondo e virile, facendo colpo proprio su Nadia, e da qui ha inizio una serie di divertenti siparietti. Nella commedia, presenti anche De Sica in un ruolo secondario, magistrale l'interpretazione di Mario Brega nei panni del suocero manesco di Sergio; breve apparizione senza veli per Moana Pozzi.
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