ultimoboyscout
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venerdì 12 agosto 2011
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sò greche!
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Terzo film del Verdone regista, primo però in cui abbandona lo stile da macchietta degli esordi. I personaggi sono sempre di quel genere, rimane una superficialità evidente ma almeno risulta chiara una certa fantasia e immaginazione che gli eprmettono di spaziare in maniera più ampia e globale. Equivoci a non finire e lieto fineanimano questo film allegro, leggero, genuino e molto fluido, in cui Verdone si finge Manuel Fantoni, uomo di mondo e di vita per conquistare la bella collega. Come detto i personaggi e la loro ottima caratterizzazione sono una delle cose meglio riuscite: a parte i principali, piacciono molto i secondari, quelli interpretati da DeSica, da un malinconico Infanti, ma meraviglioso nonostante i pochi minuti di apparizione divisi in non più di 4 o 5 scene è Mario Brega con quelle sue battute passate alla storia del cinema di genere, tipo "Sò greche!" oppure "E' 'n zucchero!" o ancora "Niente, due de passaggio!".
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Terzo film del Verdone regista, primo però in cui abbandona lo stile da macchietta degli esordi. I personaggi sono sempre di quel genere, rimane una superficialità evidente ma almeno risulta chiara una certa fantasia e immaginazione che gli eprmettono di spaziare in maniera più ampia e globale. Equivoci a non finire e lieto fineanimano questo film allegro, leggero, genuino e molto fluido, in cui Verdone si finge Manuel Fantoni, uomo di mondo e di vita per conquistare la bella collega. Come detto i personaggi e la loro ottima caratterizzazione sono una delle cose meglio riuscite: a parte i principali, piacciono molto i secondari, quelli interpretati da DeSica, da un malinconico Infanti, ma meraviglioso nonostante i pochi minuti di apparizione divisi in non più di 4 o 5 scene è Mario Brega con quelle sue battute passate alla storia del cinema di genere, tipo "Sò greche!" oppure "E' 'n zucchero!" o ancora "Niente, due de passaggio!". Galleggia tra il tragico ed il comico, quando il castello di bugie crollerà le conseguenze non saranno poi così drammatiche. Tanto talco e qualche boro, per un film sempre attuale che fa più sorridere che ridere.
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globetrotter
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mercoledì 24 ottobre 2012
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come verdone sorprese il mondo del cinema
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Anno 1981. E' appena uscito Bianco, Rosso e Verdone, che ha bissato il successo di Un Sacco Bello. Verdone sembra avviato a una carriera lunga e piena di successi eppure nessuno, almeno alla Medusa Film, crede più veramente in lui. Dopo 2 film sembra aver finito le sue maschere: puntare su di lui ora è un'azzardo, il brodino riscaldato appare dietro l'angolo. Eppure qualcuno ci crede ancora. Questo qualcuno è Mario Cecchi Gori. Lui e Verdone si incontrano e si accordano per 3 film. Ne faranno molti di più e da subito si faranno avanti altri produttori e questo è già molto sul successo che ebbe questo film. Carlo Verdone ora sapeva recitare anche personaggi unici, ma sapeva soprattutto dirigere.
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Anno 1981. E' appena uscito Bianco, Rosso e Verdone, che ha bissato il successo di Un Sacco Bello. Verdone sembra avviato a una carriera lunga e piena di successi eppure nessuno, almeno alla Medusa Film, crede più veramente in lui. Dopo 2 film sembra aver finito le sue maschere: puntare su di lui ora è un'azzardo, il brodino riscaldato appare dietro l'angolo. Eppure qualcuno ci crede ancora. Questo qualcuno è Mario Cecchi Gori. Lui e Verdone si incontrano e si accordano per 3 film. Ne faranno molti di più e da subito si faranno avanti altri produttori e questo è già molto sul successo che ebbe questo film. Carlo Verdone ora sapeva recitare anche personaggi unici, ma sapeva soprattutto dirigere. Film e attori fanno incetta di David di Donatello al ritmo delle musiche di Lucio Dalla. Borotalco è il film di Verdone che ebbe più successo fra la critica. Si ride forse meno rispetto al successivo Acqua e Sapone, ma quel che conta è il messaggio, che Verdone non riuscirà a modulare e a trasmettere allo stesso modo nei panni di "professore precario-finto prete" nel film seguente. Borotalco ci lascia una verità scontata, ma ugualmente cruda e profonda. Nasciamo soli e moriamo soli, nessuno è mai capace di apprezzarci per quello che siamo e per quelli che sono i nostri sogni e le nostre ambizioni. Sergio Benvenuti(Verdone) infatti è assillato e incompreso dalla fidanzata-tipo anni '80(Roberta Manfredi), che non aspetta altro che il matrimonio senza considerare le aspirazioni professionali di Sergio e che non perde occasione per criticarlo, anche sui vestiti, e dal suo futuro suocero(Brega), sempre minaccioso, pronto ad alterarsi e che ha a cuore solo che la figlia si sistemi. Per realizzarsi ed essere apprezzato Sergio deve quindi prendere in prestito la maschera di Manuel Fantoni(Infanti), esibizionista, coatto e parolaio, sotto le cui spoglia riuscirà a far innamorare Nadia(Eleonora Giorgi), una collega di lavoro bella, spensierata e indipendente, che rappresenta il desiderio di affermazione di Sergio. Questa maschera si rivela però più grande di lui e ogni facciata è destinata a crollare: in un ipotetico quanto manesco processo Sergio è condannato dal giudice Mario Brega a riassumere la propria identità e a rinunciare ai suoi sogni e alle sue ambizioni sposando la fidanzata Rossella. Fra il mondo di Sergio e quello di Nadia, che nel frattempo si è sposata, ora c'è un'incomunicabilità, un muro dove solo la maschera aveva aperto una breccia. Ogni speranza di ricongiungimento è vana, sebbene Nadia ricerchi Sergio è di Manuel che ha bisogno, è Manuel che ama e stima, è Manuel che le dà forza e sicurezza. Film consigliatissimo. Non ho mai capito il sistema delle stelle: VOTO 7.5.
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nino & salvatore p.
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domenica 22 febbraio 2009
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un nuovo ciclo sempre ottimale
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Terzo film di Verdone e primo nel quale il regista esordisce con un unico personaggio anche se caratterizzato da una doppia personalità. Sergio, infatti, il protagonista della storia è un timido venditore di prodotti musicali che si finge un dissoluto uomo di vita vissuta per accattivarsi una sua collega di lavoro. Di questa ottima commedia italiana desideriamo, tra le varie cose, ricordare l'indimenticato Mario Brega, autore di alcune battute che rivedendole immancabilmente ci fanno scoppiare in grosse risate; tra queste la frase "A Se' ma come c.. parli?" rivolta al futuro genero mentre quest'ultimo sta parlando a telefono a casa sua, oppure lo spassoso finale nel quale egli dice: "Pure con le negre vai.
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Terzo film di Verdone e primo nel quale il regista esordisce con un unico personaggio anche se caratterizzato da una doppia personalità. Sergio, infatti, il protagonista della storia è un timido venditore di prodotti musicali che si finge un dissoluto uomo di vita vissuta per accattivarsi una sua collega di lavoro. Di questa ottima commedia italiana desideriamo, tra le varie cose, ricordare l'indimenticato Mario Brega, autore di alcune battute che rivedendole immancabilmente ci fanno scoppiare in grosse risate; tra queste la frase "A Se' ma come c.. parli?" rivolta al futuro genero mentre quest'ultimo sta parlando a telefono a casa sua, oppure lo spassoso finale nel quale egli dice: "Pure con le negre vai...pure con le negre!!
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davide chiappetta
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domenica 21 ottobre 2012
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come eravamo
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Con Borotalco Verdone dimostra di poter reggere un film da solo liberandosi dei suoi riuscitissimi personaggi e ricercando qualcosa di più maturo anche sul piano della regia senza più l'aiuto del suo 'padrino' Sergio Leone. Seconda forse solo a Compagni di scuola è la migliore prova dell'attore-regista, nella vaporosità del borotalco riecheggia l'ingenuità sognatrice di una intera generazione nella quale i protagonisti si rivedono a pieno (ma anche inteso come borotalco/droga che il protagonista rifiuta quasi con orgoglio).
Giudicato da molti superficiale il film al contrario ha dialoghi divertenti, ritmo spedito(a parte qualche momento di impasse) e cast di attori azzeccati, da Mario Brega manesco a Christian De Sica napoletano e cafone, da Angelo Infanti simpatico truffatore e insuperabile cialtrone (originalmente la parte era stata scritta per Gassman) a Eleonora Giorgi che pur non essendo una grande attrice è sorprendente come sognatrice e credulona, piccolo cameo di Moana Pozzi (la casa del playboy in realtà era la sua) e Isabella de Bernardi (figlia del grande sceneggiatore Piero gia vista in 'Un sacco bello' che interpretava la ragazza burina dell'hippie Ruggero e figlia di Gasperino in 'Il marchede del grillo').
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Con Borotalco Verdone dimostra di poter reggere un film da solo liberandosi dei suoi riuscitissimi personaggi e ricercando qualcosa di più maturo anche sul piano della regia senza più l'aiuto del suo 'padrino' Sergio Leone. Seconda forse solo a Compagni di scuola è la migliore prova dell'attore-regista, nella vaporosità del borotalco riecheggia l'ingenuità sognatrice di una intera generazione nella quale i protagonisti si rivedono a pieno (ma anche inteso come borotalco/droga che il protagonista rifiuta quasi con orgoglio).
Giudicato da molti superficiale il film al contrario ha dialoghi divertenti, ritmo spedito(a parte qualche momento di impasse) e cast di attori azzeccati, da Mario Brega manesco a Christian De Sica napoletano e cafone, da Angelo Infanti simpatico truffatore e insuperabile cialtrone (originalmente la parte era stata scritta per Gassman) a Eleonora Giorgi che pur non essendo una grande attrice è sorprendente come sognatrice e credulona, piccolo cameo di Moana Pozzi (la casa del playboy in realtà era la sua) e Isabella de Bernardi (figlia del grande sceneggiatore Piero gia vista in 'Un sacco bello' che interpretava la ragazza burina dell'hippie Ruggero e figlia di Gasperino in 'Il marchede del grillo'). E anche Verdone ingarra uno dei migliori personaggi della sua carriera, irresistibile quando si inventa storie sugli attori famosi e quando si trova al cospetto del temutissimo suocero; se nei primi due film si mostrava in più personaggi con panni diversi con questo ne mostra uno solo ma con due personalità differenti. Musiche essenziali di Lucio Dalla, finale da vero cinema. Un piccolo cult della commedia italiana e qualche momento di nostalgia per una Roma e un Italia che non c'è più.
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great steven
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giovedì 3 ottobre 2013
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verdone si finge viveur per far colpo sulla giorgi
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BOROTALCO (IT, 1982) di CARLO VERDONE con CARLO VERDONE – ELEONORA GIORGI – ANGELO INFANTI – CHRISTIAN DE SICA – MARIO BREGA – ROBERTA MANFREDI – ENRICO PAPA – ISABELLA GALLINELLI § Al complessato venditore di enciclopedie musicali Sergio Benvenuti gli affari col nuovo lavoro vanno decisamente male: è riuscito a fare nel primo mese di lavoro un solo contratto. Si rivolge dunque (per telefono) alla collega Nadia Vandelli, bellissima ragazza che invece ne ha conclusi ben 52, per farsi dare lezioni. Ma un'occasione imperdibile gli si spalanca: poiché un ricco cliente della Vandelli viene arrestato, Sergio si occupa della sua casa assumendo pure la sua identità: un carismatico avventuriero che dà l’aria di aver visto, fatto e sofferto di tutto e di più.
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BOROTALCO (IT, 1982) di CARLO VERDONE con CARLO VERDONE – ELEONORA GIORGI – ANGELO INFANTI – CHRISTIAN DE SICA – MARIO BREGA – ROBERTA MANFREDI – ENRICO PAPA – ISABELLA GALLINELLI § Al complessato venditore di enciclopedie musicali Sergio Benvenuti gli affari col nuovo lavoro vanno decisamente male: è riuscito a fare nel primo mese di lavoro un solo contratto. Si rivolge dunque (per telefono) alla collega Nadia Vandelli, bellissima ragazza che invece ne ha conclusi ben 52, per farsi dare lezioni. Ma un'occasione imperdibile gli si spalanca: poiché un ricco cliente della Vandelli viene arrestato, Sergio si occupa della sua casa assumendo pure la sua identità: un carismatico avventuriero che dà l’aria di aver visto, fatto e sofferto di tutto e di più. È chiaro che non c’è nulla di vero, ma Nadia rimane estremamente affascinata. La pantomima non durerà poi a lungo, sia per le promesse dette e non mantenute a Nadia, sia perché si mette in mezzo il burbero padre della fidanzata di Sergio, deciso a dargli sua figlia in sposa. Terzo film di Verdone regista/attore/sceneggiatore e primo dove interpreta un solo personaggio (anche se "a doubleface"), vuole interrogarsi su un tema delicato e importante come quello del culto dell’immagine e dell’apparenza (tipico degli anni '80), e in fondo ne trae non pochi spunti interessanti sui quali non è poi obbligatorio mettersi a riflettere, perché alla fine è un film fatto per divertire. Una Giorgi birichina e grintosa; un Brega minaccioso che fa l’eco ai burberi personaggi di contorno da lui impersonati negli spaghetti western; un A. Infanti ottimo nella caratterizzazione di un personaggio anomalo per la mistura di malinconia e millanteria. David di Donatello a Lucio Dalla per la colonna sonora.
Commedia; giudizio personale: 7 (discreto)
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onufrio
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domenica 5 gennaio 2014
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l'abito fa il monaco
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Sergio è un venditore ambulante, ma di scarso successo, chiede aiuto a Nadia, una ragazza capace di ottenere una media di 50 contratti al mese, si danno appuntamento a casa del signor Manuel, ma lei ritarda, Sergio fa amicizia con Manuel, questo lo raggira di fregnacce e lui ne viene rapito, tanto che una volta che sto fantomatico Manuel viene arrestato, Sergio s'impossessa della casa e recita la sua parte di uomo giramondo e virile, facendo colpo proprio su Nadia, e da qui ha inizio una serie di divertenti siparietti. Nella commedia, presenti anche De Sica in un ruolo secondario, magistrale l'interpretazione di Mario Brega nei panni del suocero manesco di Sergio; breve apparizione senza veli per Moana Pozzi.
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Sergio è un venditore ambulante, ma di scarso successo, chiede aiuto a Nadia, una ragazza capace di ottenere una media di 50 contratti al mese, si danno appuntamento a casa del signor Manuel, ma lei ritarda, Sergio fa amicizia con Manuel, questo lo raggira di fregnacce e lui ne viene rapito, tanto che una volta che sto fantomatico Manuel viene arrestato, Sergio s'impossessa della casa e recita la sua parte di uomo giramondo e virile, facendo colpo proprio su Nadia, e da qui ha inizio una serie di divertenti siparietti. Nella commedia, presenti anche De Sica in un ruolo secondario, magistrale l'interpretazione di Mario Brega nei panni del suocero manesco di Sergio; breve apparizione senza veli per Moana Pozzi.
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sandy walsh
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mercoledì 15 gennaio 2014
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unico
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Quando tra la fine degli anni 70 e l'inizio degli '80 uscirono i primi due film di Verdone regista ("Un sacco bello" e "Bianco rosso e verdone"), sia il pubblico che la critica pensavano che il giovane attore era molto bravo nell'interpretare diversi ruoli contemporaneamente, e faceva molto ridere con i suoi buffi personaggi che già aveva fatto conoscere in tv con i suoi innumerevoli sketch. Insieme agli apprezzamenti, però, qualcuno osò dire "ma questo attore sarebbe in grado di lasciare per una volta i suoi personaggi stereotipati, i suoi doppi ruoli mascherati, e dar vita a un personaggio unico, vero, e renderlo credibile?". Come risposta, nel 1982 uscì nelle sale "Borotalco". Questa volta non ci sono maschere, tic e tormentoni, il personaggio di Verdone è un ragazzo normale, tranquillamente fidanzato e in cerca di lavoro, talmente impacciato e timido che non riesce a dichiararsi alla ragazza di cui si innamora.
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Quando tra la fine degli anni 70 e l'inizio degli '80 uscirono i primi due film di Verdone regista ("Un sacco bello" e "Bianco rosso e verdone"), sia il pubblico che la critica pensavano che il giovane attore era molto bravo nell'interpretare diversi ruoli contemporaneamente, e faceva molto ridere con i suoi buffi personaggi che già aveva fatto conoscere in tv con i suoi innumerevoli sketch. Insieme agli apprezzamenti, però, qualcuno osò dire "ma questo attore sarebbe in grado di lasciare per una volta i suoi personaggi stereotipati, i suoi doppi ruoli mascherati, e dar vita a un personaggio unico, vero, e renderlo credibile?". Come risposta, nel 1982 uscì nelle sale "Borotalco". Questa volta non ci sono maschere, tic e tormentoni, il personaggio di Verdone è un ragazzo normale, tranquillamente fidanzato e in cerca di lavoro, talmente impacciato e timido che non riesce a dichiararsi alla ragazza di cui si innamora. Sergio Benvenuti fin dalla prima scena entra nel cuore dello spettatore con la sua spontaneità, circondato da una giostra di attori caratteristi inimitabili che gli fanno da buona spalla (fra tutti l'inseparabile Mario Brega)e la storia scorre gradevole fino alla svolta centrale: Sergio per caso conosce Manuel Fantoni, uomo vissuto e playboy incallito, che gli racconta la sua vita piena di avventure, e ne rimane talmente soggiogato che si finge lui per conquistare la bella Nadia. Ci riesce eccome, ma da allora la vita di Sergio non sarà più tranquilla... Tra colpi di scena, battute indimenticabili e momenti di comicità mista a grande malinconia (caratteristica che distingue le commedie di Verdone), la storia si mantiene divertente e carica fino al tragicomico epilogo, e al finale sbarazzino che ci fa pensare quasi a un seguito...(ma non illudiamoci, questo con Verdone non accadrà mai, purtroppo...). La scommessa quindi è stata vinta, Verdone è riuscito a creare un personaggio unico. Eppure per fare questo ha furbamente usato un piccolo escamotage: l'idea del timido che si finge bullo, infatti, non solo è servita a dare uno spunto originale alla storia, ma ha dato modo a Verdone di caratterizzare al meglio il suo personaggio dotato di doppia personalità, quasi un doppio ruolo, come era abituato a fare.
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fabio
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mercoledì 18 novembre 2020
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capolavoro della commedia italiana
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Un film da vedere: forse il miglior Verdone di sempre. Bravissima Eleonora Giorgi e tutto il cast: indimenticabile. Quell'Italia dei primi anni ottanta è così lontana da quella di oggi, tuttavia questo film attraversa il tempo.
Leggero come il borotalco il film racconta quella gioventù di fine anni 70 e primi anni 80; sogni ingenui che fanno da ponte per la fuga da una realtà opprimente (simboleggiata dai palazzoni enormi che spesso vengono inquadrati).
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Un film da vedere: forse il miglior Verdone di sempre. Bravissima Eleonora Giorgi e tutto il cast: indimenticabile. Quell'Italia dei primi anni ottanta è così lontana da quella di oggi, tuttavia questo film attraversa il tempo.
Leggero come il borotalco il film racconta quella gioventù di fine anni 70 e primi anni 80; sogni ingenui che fanno da ponte per la fuga da una realtà opprimente (simboleggiata dai palazzoni enormi che spesso vengono inquadrati).
Si sa che la comicità di Verdone è sempre venata di malinconia: la crisi sociale avanza di pari passo a quella economica. Tra precariato e omologazione il culto dell'immagine, dell'apparire, prende il sopravvento. I ruoli, che ancora negli anni 60 erano ben chiari, sono smarriti e la solitudine è l'unica vera dimensione in cui si trovano tutti.
Può mai esistere un punto di contatto tra i due protagonisti, mondi apparentemente cosi diversi tra loro? Verdone, come sempre da dietro una maschera, sembra rispondere di sì; proprio all'inizio del film: entrambi usano il borotalco. Quella polvere leggera diventa metafora di una dimensione, leggera e sognante, dove si può, fingendo di essere un'altro, essere se stessi.
Perchè l'alter ego Manuel Fantoni è appunto questo: un alter-ego. E' pur sempre Sergio che gli dà vita, energia.
Il finale, da cineteca assoluta, è sospeso. Sospesi i protagonisti, a metà di quel palazzone, sospeso il giudizio che Verdone rimette a noi, spettatori.
Ma non si può che simpatizzare e provare indulgenza per tutti i personaggi del film che rispecchiano così bene pregi e difetti degli italiani.
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lucascialo
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sabato 6 ottobre 2018
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manca di verve
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Per questa terza pellicola, Carlo Verdone ripone i personaggi caricaturali come quelli visti nei primi film, per mettere su una commedia simpatica basata su equivoci. Il regista e attore romano interpreta Sergio, il rappresentante di una casa discografica, il quale però non riesce a fare contratti per il suo carattere poco deciso. Mentre una sua collega, Nadia, interpretata da una Eleonora Giorgi all'apice della forma, è molto più in gamba. Un giorno però, Nadia lo scambia per uno dei potenziali clienti, un uomo di mondo diametralmente opposto a Sergio e così quest'ultimo, pur di far colpo su di lei, mette in piedi una serie di invenzioni spacciandosi per lui. La trama è potenzialmente valida, ma il film manca di verve.
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Per questa terza pellicola, Carlo Verdone ripone i personaggi caricaturali come quelli visti nei primi film, per mettere su una commedia simpatica basata su equivoci. Il regista e attore romano interpreta Sergio, il rappresentante di una casa discografica, il quale però non riesce a fare contratti per il suo carattere poco deciso. Mentre una sua collega, Nadia, interpretata da una Eleonora Giorgi all'apice della forma, è molto più in gamba. Un giorno però, Nadia lo scambia per uno dei potenziali clienti, un uomo di mondo diametralmente opposto a Sergio e così quest'ultimo, pur di far colpo su di lei, mette in piedi una serie di invenzioni spacciandosi per lui. La trama è potenzialmente valida, ma il film manca di verve. Non mancano momenti divertenti - su tutti, la scenda di Christian De Sica che gli insegna un ballo - ma sono sbalzi d'umore in un film quasi soporifero. Una simil storia avrebbe meritato una verve maggiore. Aspetto più positivo resta la colonna sonora di Lucio Dalla e degli Stadio.
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alejazz
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venerdì 1 febbraio 2019
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verdone racconta il primo caso di italiano medio
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Sergio Benvenuti (Verdone) è un venditore porta a porta che deve fare di tutto per emergere professionalmente, guadagnare, così da poter sposare Rossella (fidanzata a lunga conservazione) il cui padre (un grandioso Mario Brega) però è un osso molto duro.
Nadia (Giorgi) è una sua collega che invece col suo fascino, carisma e savoir faire riesce a ingranare con le vendite e farsi voler bene dall’azienda.
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Sergio Benvenuti (Verdone) è un venditore porta a porta che deve fare di tutto per emergere professionalmente, guadagnare, così da poter sposare Rossella (fidanzata a lunga conservazione) il cui padre (un grandioso Mario Brega) però è un osso molto duro.
Nadia (Giorgi) è una sua collega che invece col suo fascino, carisma e savoir faire riesce a ingranare con le vendite e farsi voler bene dall’azienda.
L’idea (iniziale) di Sergio per incrementare gli incassi è riuscire ad avere una collaborazione con Nadia allo scopo di riuscire a vendere qualcosa per non perdere il lavoro. Succede però uno scambio di persona: Sergio per Nadia diventa Manuel Fantoni, un latin lover lussuriosa noto alla graziosa Nadia.
Le vicende raccontano il rapporto che si stringe man mano sempre di più tra Nadia e Manuel/Sergio…
Alle volte dobbiamo ricorrere al borotalco per far scivolare meglio il piede in una scarpa che ci va stretta.
E così Sergio preferisce conservare il personaggio di Manuel (impostando un tono di voce deciso e scegliendo un abbigliamento non banale).
Il film ci fa capire che l’abito FA il monaco. In pratica, anche se fisicamente siamo la stessa persona, possiamo mostrarci all’esterno con diverse maschere e scegliere quella che ci fa più comodo. Paradossalmente a una donna possiamo fare colpo indossando solo una delle maschere dello stesso uomo.
Inoltre si può affermare che Nadia e Sergio hanno in comune l’ingenuità: infatti entrambi sono vittime di bugie e storie inventate; lei da Sergio e lui da Manuel (Infanti) che si scopre essere in realtà Cesare Cuticchia.
Siamo agli inizi degli anni ’80 e quindi della carriera matura di Verdone il quale dirige questa pellicola. In buona parte di questa è confortato dall’amico Marcello (De Sica). Ecco, di De Sica devo dire che non mi ha fatto impazzire: nel film recita in un napoletano provinciale, doppiato da se stesso. Forse erano le scelte di spettacolo di quel periodo ma ammetto che l’avrei preferito in originale e con il suo marcato accento romano.
Per il resto bel film, piacevole, simpatico con una comicità pulita e costruttiva (non banale e inutile).
Cosa mi è piaciuto:
-
la morale del film
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Verdone e Giorgia, coppia promossa
-
le canzoni di Dalla e degli Stadio
Cosa non mi è piaciuto:
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l’interpretazione di De Sica
Consigliata la visione a tutti
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