POLIZIOTTO SUPERPIù (IT, 1980)
Diretto da Sergio Corbucci. Interpretato da Terence Hill, Ernest Borgnine, Joanne Dru, Marc Lawrence, Salvatore Borgese, Julie Gordon, Charles Buie, Bobby Gale, Herbie Goldstein, Claudio Ruffini, Sergio Smacchi
Colpito da radiazioni al red plutonio per l’esplosione di una testata missilistica, un poliziotto acquista straordinarie facoltà – come saltare da grandi altezze senza riportare danno, prevedere gli eventi prima che accadano, correre a velocità incredibili e far levitare gli oggetti – che però scompaiono ogniqualvolta incrocia visivamente il colore rosso (lo stesso riflesso cromatico che ha visto quando ha assistito allo scoppio del razzo).
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POLIZIOTTO SUPERPIù (IT, 1980)
Diretto da Sergio Corbucci. Interpretato da Terence Hill, Ernest Borgnine, Joanne Dru, Marc Lawrence, Salvatore Borgese, Julie Gordon, Charles Buie, Bobby Gale, Herbie Goldstein, Claudio Ruffini, Sergio Smacchi
Colpito da radiazioni al red plutonio per l’esplosione di una testata missilistica, un poliziotto acquista straordinarie facoltà – come saltare da grandi altezze senza riportare danno, prevedere gli eventi prima che accadano, correre a velocità incredibili e far levitare gli oggetti – che però scompaiono ogniqualvolta incrocia visivamente il colore rosso (lo stesso riflesso cromatico che ha visto quando ha assistito allo scoppio del razzo). Tra la collerica invidia del maresciallo suo superiore e l’indifferenza scettica della sua fidanzata, lo zelante tutore della legge si servirà dei suoi poteri extrasensoriali per sgominare una combriccola criminosa di falsari che stampa banconote finte cucendole nelle pance dei pesci che vengono commerciati a bordo di un battello mercantile. L’impresa avrà successo e il poliziotto potrà sposarsi con la sua amata. È una parodia dei vari Superman, ma con spiccata accentuazione fiabesca, su misura per un pubblico di ragazzi. Simpatico e gracile. II personaggio di Hill non si allontana molto da quelli interpretati al fianco di Bud Spencer, ma rimane comunque valida la sua intelligenza vivace e attenta e il suo senso dell’umorismo originale e tagliente, elementi che ne hanno consacrato lo stereotipo cinematografico scanzonato e burlesco che ha costituito il suo marchio di fabbrica fino al cambio di rotta intervenuto grazie alle fiction televisive girate in Italia a partire dal Nuovo Millennio. La sua prova, qui nelle vesti di uno sbirro meticoloso e scattante, è il cardine su cui s’impunta la forza e l’espressività coesa e raggiante del film, mentre il pur esperto E. Borgnine appare sacrificato, quasi intimidito, nel ruolo del collega più anziano, spesso preso da impeti iracondi e velleità amorose, tanto che non riesce ad esternare le sue impressionanti doti recitative come faceva negli anni aurei della sua carriera (periodo dai ’50 ai ’60, in cui furono girati i suoi principali capolavori), ma tant’è, non si può sempre pretendere il meglio, nemmeno dal fior fiore degli attori hollywoodiani ormai navigati, anche se non per forza consumati. J. Dru e M. Lawrence interpretano i capi della cosca malavitosa che riproduce il denaro falsificato a bordo del peschereccio, e le loro parti non lasciano certo a bocca aperta, ma vanno comunque ammirate per la sottile cattiveria e la sciocchezza burbera che impiegano per dipingere due mascalzoni da quattro soldi sempre impegnati a questionare e ad evitare con tutti i mezzi (scarsi) a loro disposizione la reclusione, pena alla quale non fuggiranno nel sottofinale, che prevede anche un’incursione “sotterranea” in Cina (scena, questa, sinceramente evitabile e buttata lì per riempire un vuoto narrativo). Le sequenze migliori: la rapina sventata nel grattacielo; la camminata con gli stivali sull’acqua; la scazzottata con martelli metallici e guanti da baseball nella baita-canile; la rincorsa dell’automobile per le strade metropolitane; il volo sopra tutto l’insediamento urbano in groppa al pallone aerostatico creato grazie al gonfiaggio di una gomma da masticare. Corbucci ci mette del suo nel dirigere una pellicola certamente secondaria a giudicare il suo itinerario, ma certamente dotata di un’innegabile struttura solida che regala sorrisi moderati e divertimento ragionato a un pubblico che non s’accontenta nemmeno troppo facilmente. Si può affermare senza inciampare nello sbaglio che è realizzato soprattutto per palati giovanili e amanti del filone poliziottesco nella sua veste più picaresca e carnevalesca, benché ambientato fra le costruzioni e il mare limpidissimo di una metropoli statunitense.
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