gianni lucini
|
mercoledì 5 ottobre 2011
|
la prepotenza della rko
|
|
|
|
Il titolo originario del film è Il sospetto. Al momento dell’uscita nelle sale il film si trova però a dover fare i conti con la potente RKO Pictures, una delle più celebri e antiche case di produzione e distribuzione cinematografica degli Stati Uniti il cui nome è l’acronimo di Radio Keith Orpheum. Nel 1941 la RKO ha prodotto Suspicion, un film del mago del brivido Alfred Hitchcock interpretato da Cary Grant e Joan Lafontaine che nella versione italiana è stato intitolato Il sospetto. Sulla base di questo fatto rivendica il diritto d’esclusiva su quella titolazione. A nulla vale l’osservazione sul fatto che il titolo originale del film di Hitchcock sia Suspicion e che come tale non possa essere confuso con il film di Maselli La piccola produzione italiana è costretta a soccombere di fronte alla forza della potente casa statunitense.
[+]
Il titolo originario del film è Il sospetto. Al momento dell’uscita nelle sale il film si trova però a dover fare i conti con la potente RKO Pictures, una delle più celebri e antiche case di produzione e distribuzione cinematografica degli Stati Uniti il cui nome è l’acronimo di Radio Keith Orpheum. Nel 1941 la RKO ha prodotto Suspicion, un film del mago del brivido Alfred Hitchcock interpretato da Cary Grant e Joan Lafontaine che nella versione italiana è stato intitolato Il sospetto. Sulla base di questo fatto rivendica il diritto d’esclusiva su quella titolazione. A nulla vale l’osservazione sul fatto che il titolo originale del film di Hitchcock sia Suspicion e che come tale non possa essere confuso con il film di Maselli La piccola produzione italiana è costretta a soccombere di fronte alla forza della potente casa statunitense. Sceglie però di non arrendersi del tutto. Potrebbe cambiare decisamente titolo ma proprio per non cedere completamente lo mantiene con l’aggiunta del nome del regista. Nasce così Il sospetto di Francesco Maselli.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gianni lucini »
[ - ] lascia un commento a gianni lucini »
|
|
d'accordo? |
|
gianni lucini
|
mercoledì 5 ottobre 2011
|
la resistenza di un uomo dubbioso
|
|
|
|
«L’hai capito o non l’hai capito che ti hanno usato?». L’urlo dell’agente dell’OVRA non si è ancora spento che Emilio, quasi sfidando il suo interlocutore gli getta in faccia un’altra verità: «Io l’ho sempre saputo. Eravamo d’accordo...» Il succo della storia è tutto qui, in questo scambio di battute tra un esponente di un regime nel massimo momento del suo fulgore e della sua forza e un quadro della struttura organizzativa e di resistenza messa in piedi dai comunisti con fatica e sacrifici. Emilio non è un uomo tutto d’un pezzo e non è nemmeno così tanto sicuro dell’infallibilità del partito cui lui appartiene e dal quale è stato anche allontanato per qualche tempo a causa delle sue idee non troppo ortodosse.
[+]
«L’hai capito o non l’hai capito che ti hanno usato?». L’urlo dell’agente dell’OVRA non si è ancora spento che Emilio, quasi sfidando il suo interlocutore gli getta in faccia un’altra verità: «Io l’ho sempre saputo. Eravamo d’accordo...» Il succo della storia è tutto qui, in questo scambio di battute tra un esponente di un regime nel massimo momento del suo fulgore e della sua forza e un quadro della struttura organizzativa e di resistenza messa in piedi dai comunisti con fatica e sacrifici. Emilio non è un uomo tutto d’un pezzo e non è nemmeno così tanto sicuro dell’infallibilità del partito cui lui appartiene e dal quale è stato anche allontanato per qualche tempo a causa delle sue idee non troppo ortodosse. Sa però che le critiche, i dubbi e anche le divergenze riguardano solo lui, i suoi compagni di lotta, la comunità alla quale appartiene. Il suo interlocutore non c’entra con tutto questo perchè appartiene a un altro mondo resta un nemico da affrontare e sconfiggere. Tra il tradimento e il partito sceglie il partito, anche quando decide di metterlo nei guai senza neppure avvisarlo. Nel suo ragionamento c’è la consapevolezza di essere, nel bene e nel male, parte di una storia che non è cominciata con lui e non finirà con la sua morte. Come ha detto Gian Maria Volonté, «Il film di Maselli ha una collocazione ben precisa. Si tratta di un partito nella clandestinità, un partito di quadri, fra l'altro con pochissimi punti di riferimento interni e decimato dall'Ovra che ricorre a un espediente per cercare di capire qual è il punto debole dell'organizzazione rimasta in piedi in Italia...». L’espediente si chiama Emilio, un uomo dubbioso, un militante fragile destinato a rivelarsi un’arma micidiale nella lotta contro la potente polizia segreta fascista. I custodi del regime possono imprigionarlo, picchiarlo selvaggiamente o blandirlo perchè si vendichi di un partito che l’ha usato, ma non riusciranno mai ad avere la sua collaborazione.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gianni lucini »
[ - ] lascia un commento a gianni lucini »
|
|
d'accordo? |
|
luca scialò
|
venerdì 12 agosto 2011
|
la vita difficile di un clandestino politico
|
|
|
|
Emilio è un attivista comunista in piena era fascista, riaccettato dal Partito che gli affida un compito difficile: girare per l'Italia e contattare i circoli principali del partito, fornendo ai vertici lo stato dell'arte del loro movimento.
Seppur a tratti lento, ora eccessivamente verboso e ora sonacchiosamente silente, nonché partigianamente didattico, offre comunque un importante squarcio di ciò che è stata la carboneria comunista durante l'Era fascista. Un attivismo insito di sospetti, timori e coraggio per chi credeva in un'Italia diversa.
|
|
[+] lascia un commento a luca scialò »
[ - ] lascia un commento a luca scialò »
|
|
d'accordo? |
|
|