dandy
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mercoledì 12 marzo 2014
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divertimenti di un tempo....
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Un altro adattamento dell'omonimo libro di Piero Chiara(che appare a un tavolino con "L'illustrazione italiana"):ritratto più complice e ciaciarone che nostalgico dell'Italia degli anni pigri del regime prima dell'entrata in Etiopia,con i fascisti spacconi che nottetempo castigano gli omosessuali.Storicamente preciso,ma azzardato nell'ambizione di voler rendere universale la condizione che descrive.Di fatto non si va un pelo più in alto del bozzetto facile,anche se sempre piacevole(l'aneddoto in cui Maccione si bea del "canto della bernarda",la parentesi con la Ferreol)e il divertimento vero e proprio non abbonda.Ma la sessualità è messa in scena con piglio carnale,più esplicito di questo genere di film(infatti oggi circola tagliuzzato).
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Un altro adattamento dell'omonimo libro di Piero Chiara(che appare a un tavolino con "L'illustrazione italiana"):ritratto più complice e ciaciarone che nostalgico dell'Italia degli anni pigri del regime prima dell'entrata in Etiopia,con i fascisti spacconi che nottetempo castigano gli omosessuali.Storicamente preciso,ma azzardato nell'ambizione di voler rendere universale la condizione che descrive.Di fatto non si va un pelo più in alto del bozzetto facile,anche se sempre piacevole(l'aneddoto in cui Maccione si bea del "canto della bernarda",la parentesi con la Ferreol)e il divertimento vero e proprio non abbonda.Ma la sessualità è messa in scena con piglio carnale,più esplicito di questo genere di film(infatti oggi circola tagliuzzato).E il cast,Maccione in testa,è bravo.Ha una certa somiglianza con il successivo "Amici miei",ma non abbastanza per un paragone legittimo.Maria Antonietta Beluzzi,ex tabaccaia di "Amarcord",è la tenutaria del bordello.Erminio Macario,matto del paese,è in una delle sue ultime apparizioni.
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gianluc
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giovedì 16 giugno 2011
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gioco sbagliato
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volevo solo dire che il gioco con cui i protagonisti passavano le nottate non era il poker ma lo chemin de fer
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zibaldox
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giovedì 11 settembre 2008
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ottimo film, bella sotria, grandissimo maccione!
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Film e protagonista (Maccione) poco conosciuti al pubblico, ma ingiustamente , dato che ha um notevole contenuto di poesia e comicità; Secondo me in questo film Aldo Maccione esprime al meglio le sue doti di grande attore/cabarettista comico, in quanto molto espressivo e naturale. Lo consiglio vivamente a tutti gli amanti del cinema anni '70.
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pingos
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sabato 10 maggio 2008
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il miglior film tratto da piero chiara
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Il piatto piange è il film nel quale meglio si ritrova la pagina scritta da Piero Chiara. Escono gli odori del lago, il fumo della bisca, la vita da caffè, l'orror vacui del perdigiorno, l'allegria del giovane che vede già la malinconia del tramonto avvicinarsi. Forse il film funziona anche perchè non c'è il divo - i Tognazzi, Muti e Dorelli degli altri film - ma, piuttosto, una spettacolare serie di vere persone entrate nel personaggio con una resa impressionante: guardarli giocare a chemin mette di buonumore e il ricordo va a tante notti lontane. Merito di Nuzzi, che con un solo colpo di riflettore ha messo in risalto il profilo dei personaggi principali. Pensiamo alla gigantessa-maitresse, all'ex avventuriero Rimediotti, al sarto Migliavacca.
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Il piatto piange è il film nel quale meglio si ritrova la pagina scritta da Piero Chiara. Escono gli odori del lago, il fumo della bisca, la vita da caffè, l'orror vacui del perdigiorno, l'allegria del giovane che vede già la malinconia del tramonto avvicinarsi. Forse il film funziona anche perchè non c'è il divo - i Tognazzi, Muti e Dorelli degli altri film - ma, piuttosto, una spettacolare serie di vere persone entrate nel personaggio con una resa impressionante: guardarli giocare a chemin mette di buonumore e il ricordo va a tante notti lontane. Merito di Nuzzi, che con un solo colpo di riflettore ha messo in risalto il profilo dei personaggi principali. Pensiamo alla gigantessa-maitresse, all'ex avventuriero Rimediotti, al sarto Migliavacca. Convince meno la figura del reduce Brovelli, affidata a un Macario forse troppo macchietta, ma di una struggente tenerezza. Su tutti giganteggia Aldo Maccione, semplicemente perfetto. Non recita nemmeno: gigioneggia lungo tutto il film proprio come nel romanzo si muoveva il Càmola. Il tutto è avviluppato da un indimenticabile brano originale eseguito alla cetra. Dato che non ha nulla da insegnare, nè messaggi da lanciare, nè bandiere da sventolare, è un film per bambini cresciuti, quelli che vogliono "sentire una storia", quelli che leggevano Chiara perchè sapeva raccontarle bene, come i nonni dopo cena con la voce che bisbiglia e il fischio del treno che si perde lontano, verso la pianura.
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daniel
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venerdì 11 aprile 2008
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maccione il numero uno
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Ancora una volta, ancora se ce ne fosse bisogno, Aldo Maccione si conferma un genio incompreso del cinema italiano.
La trasposizione dell'opera letteraria di Chiara è una delle meglio riuscite; lo spettattore viene catapultato nel clima fascista degli anni 30, attraverso uno spaccato di quitidianità provinciale che pare non risentire del cambiamento politico e nemmeno delle intimidazioni squadriste.
Anzi, l'ironia e la "voglia" di vivere di Cavola alias Aldo Maccione, viene perfettamente messa in rislto nel momento in cui , riesce a trasformare ogni situazione in un divertimento.
Ed è proprio qui la grandezza di un attore che personalmente adoro, Maccione riesce ad essere Cavola e se stesso in un'interpretazione straordinaria.
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Ancora una volta, ancora se ce ne fosse bisogno, Aldo Maccione si conferma un genio incompreso del cinema italiano.
La trasposizione dell'opera letteraria di Chiara è una delle meglio riuscite; lo spettattore viene catapultato nel clima fascista degli anni 30, attraverso uno spaccato di quitidianità provinciale che pare non risentire del cambiamento politico e nemmeno delle intimidazioni squadriste.
Anzi, l'ironia e la "voglia" di vivere di Cavola alias Aldo Maccione, viene perfettamente messa in rislto nel momento in cui , riesce a trasformare ogni situazione in un divertimento.
Ed è proprio qui la grandezza di un attore che personalmente adoro, Maccione riesce ad essere Cavola e se stesso in un'interpretazione straordinaria.
Il film ,inoltre, si lascia apprezzare per delle immagini malinconiche e poetiche che fanno da sfondo all'allegra brigata di buontemponi mai sazi di gioco d'azzardo, di donne e di avventure.
Straordinaria la conclusione dove, a cornice di un quadro magnifico, i protagonisti, lontani da ciò che succede e ignari di ciò che sconvolge, "giocano a carte all'infinito"
Daniel Pisani
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antonio
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domenica 18 marzo 2007
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buona trasposizione
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buona trasposizione cinematografica dell'omonimo capolavoro letterario di Piero Chiara. Il film mantiene il carattere d'evasione del libro regalandoci uno spaccato di vita di paese nella provincia degli anni '30, un mondo chiuso, quasi addormentato, dove la vita scorre monotona anche per effetto del regime fascista che tende a impedire ogni novità. Non mancano però gli episodi divertenti che hanno come protagonista un Aldo Maccione in piena forma. film antistress, x chi ama il genere, da vedere...
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andrea
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mercoledì 20 aprile 2005
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settentrionalismo e ironia
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Uno spaccato dell'Altra Italia ai tempi del Fascismo. Pieno di spunti ironici e satirici interessanti. Grande Aldo Maccione, uno degli attori più sottovalutati dell'ultimo trentennio. Fantastiche la scena del corteo guidato da un fantomatico Camerata che si sposta da una piazza all'altra al grido collettivo di "Duce Duce" con lo spostamento continuo dell'inquadratura dal generale al particolare con le piccole beghe e malizie quotidiane dei protagonisti che hanno ovviamente il sopravvento sullo scarso e poco convinto ma molto ostentato patriottismo italico.
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(di robina)
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umberto
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sabato 8 gennaio 2005
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nel suo genere ok
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Simpatica ambientazione di provincia anni '30, molte battute divertenti in salsa nordista, alcune un po' grevi cadono di stile e potevano esser risparmiate... Molto poco credibile per l'epoca Maccione che tutto nudo si affaccia alla finestra sulla piazza centrale o che parte sempre nudo in motosidecar...
Maccione comunque risulta simpatico e la commedia, senza pretese, risulta rilassante senza mai annoiare. Non c'è molto
'Amarcord' anche se quello era il periodo
( metà anni '70) tra le varie figure quasi maschere di paese, Macario vola leggero in in una delle sue ultime apparizioni (credo) . Un "un disegno a schizzo di penna" di quel periodo dell'Italietta prima della rovina della guerra, dove comunque in effetti la gente era più tranquilla di oggi , viveva per mangiare ,tirare avanti e far l'amore, senza tutte le pretese di oggi e senza le angoscie "globali" contemporanee.
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Simpatica ambientazione di provincia anni '30, molte battute divertenti in salsa nordista, alcune un po' grevi cadono di stile e potevano esser risparmiate... Molto poco credibile per l'epoca Maccione che tutto nudo si affaccia alla finestra sulla piazza centrale o che parte sempre nudo in motosidecar...
Maccione comunque risulta simpatico e la commedia, senza pretese, risulta rilassante senza mai annoiare. Non c'è molto
'Amarcord' anche se quello era il periodo
( metà anni '70) tra le varie figure quasi maschere di paese, Macario vola leggero in in una delle sue ultime apparizioni (credo) . Un "un disegno a schizzo di penna" di quel periodo dell'Italietta prima della rovina della guerra, dove comunque in effetti la gente era più tranquilla di oggi , viveva per mangiare ,tirare avanti e far l'amore, senza tutte le pretese di oggi e senza le angoscie "globali" contemporanee...
Un po' di nostalgia per quel piccolo mondo viene.....
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zack
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domenica 23 settembre 2001
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l'ironia di aldo maccione
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Una pellicola girata con pochi mezzi (e si vede), ma allo stesso tempo è uno spaccato ironico sulla vita piccolo borghese anteguerra in un piccolo paese come Luino. Sicuramento l'ironia di A. Maccione dà una carica ad una pellicola che rispecchia in pieno la cinematografia della prima metà degli anni 70
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