movieman
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mercoledì 14 luglio 2010
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il diavolo a spoleto
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Gli anni Settanta, si sa, sono stati gli anni d'oro del filone demoniaco. Filone che, ufficialmente, viene inaugurato dai grandi successi di "Rosemary's Baby" di Polanski e de "L'esorcista" di Friedklin. Come al solito, questi successi hanno dato il via ad una serie di film con un unico comune denominatore: in questo caso, il Diavolo. Da una parte si ebbero meri tentativi di imitazione, dall'altra un gruppo di film molto più originali e che tentarono strade alternative. E questo è il caso del film di Dallamano.
La pellicola non è priva di un ( minuscolo ) difetto: la scena della morte della governante è inattendibile e quasi priva di tensione. Ma Dallamano riesce a calare bene anche quattro, formidabili, assi: l'insolita ambientazione umbra, le ambinuità dei personaggi, un'atmosfera malinconica e quasi struggente ( e ciò rende la presenza demoniaca ancora più insinuante )e una protagonista, la Elmi, bravissima e parecchio inquietante ( e non è un caso che il suo sia diventato uno dei volti più sfruttati nel cinema horror e thriller nostrano ).
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Gli anni Settanta, si sa, sono stati gli anni d'oro del filone demoniaco. Filone che, ufficialmente, viene inaugurato dai grandi successi di "Rosemary's Baby" di Polanski e de "L'esorcista" di Friedklin. Come al solito, questi successi hanno dato il via ad una serie di film con un unico comune denominatore: in questo caso, il Diavolo. Da una parte si ebbero meri tentativi di imitazione, dall'altra un gruppo di film molto più originali e che tentarono strade alternative. E questo è il caso del film di Dallamano.
La pellicola non è priva di un ( minuscolo ) difetto: la scena della morte della governante è inattendibile e quasi priva di tensione. Ma Dallamano riesce a calare bene anche quattro, formidabili, assi: l'insolita ambientazione umbra, le ambinuità dei personaggi, un'atmosfera malinconica e quasi struggente ( e ciò rende la presenza demoniaca ancora più insinuante )e una protagonista, la Elmi, bravissima e parecchio inquietante ( e non è un caso che il suo sia diventato uno dei volti più sfruttati nel cinema horror e thriller nostrano ). Spoleto diventa una città labirintica in cui l'apparente solarità fa, per contrasto, risaltare meglio le inquietudini tenebrose della vicenda, mentre i personaggi (in maniera quasi subliminale e mai didascalica ) mostrano ciascuno il loro lato oscuro ( la ragazzina è morbosamente innamorata del padre, il padre ha un'attrazione per il diabolico, idem per la sua nuova amante, la governante è una repressa e, infine, la contessa Cappelli è un'inquietante grillo parlante ). Non dimentichiamo infine, lo slittamento tematico della storia: non si tratta di una vera e propria possessione diabolica, ma di un'anima reincarnata ( e omicida ) che il Diavolo rivuole indietro. Finale triste, ma è una chiusura perfetta: quell'ultima immagine col dipinto diabolico e la famosa frase di Paolo VI ti rimangono nella testa e non se ne vanno più via.
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ralphscott
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sabato 13 marzo 2010
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insolito horror
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Pur senza sequenze violente,Dallamano ci spaventa ed affascina,puntando molto sull'ambientazione. Cromatismi e musiche rendono il film godibile,nonostante una trama stentorea. Il risultato é buono,intrigante
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fearxes
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martedì 2 dicembre 2008
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capolavoro dell'horror
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Recensione fatta da una persona che non ama l'horror. Non c'è altra spiegazione. Film perfetto.
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wurdalak
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mercoledì 14 luglio 2004
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l'innocenza del diavolo
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Secondo film horror di Dallamano, regista specializzato in film erotici e thriller morbosi che dimostra comunque una discreta abilità anche in questo genere. Il film nasce sulla scia de "l'esorcista", anche se nella pellicola emergono tematiche e situazioni tipiche del nostro cinema. Il tema del doppio è stato ampiametente sfruttato nella nostra cinematografia "gotica" (la bambina che ha le fattezze identiche ad una piccola strega vissuta del '700 che se ne serve dall'aldilà per compiere le sue vendette) anche se qui viene rielaborato con una finezza ed una sensibilità davvero rare nel nostro cinema. L'ambientazione in quel di Spoleto è davvero affascinate e contrbuisce non poco a creare un atmosfera di inquietudine e mistero nel racconto.
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Secondo film horror di Dallamano, regista specializzato in film erotici e thriller morbosi che dimostra comunque una discreta abilità anche in questo genere. Il film nasce sulla scia de "l'esorcista", anche se nella pellicola emergono tematiche e situazioni tipiche del nostro cinema. Il tema del doppio è stato ampiametente sfruttato nella nostra cinematografia "gotica" (la bambina che ha le fattezze identiche ad una piccola strega vissuta del '700 che se ne serve dall'aldilà per compiere le sue vendette) anche se qui viene rielaborato con una finezza ed una sensibilità davvero rare nel nostro cinema. L'ambientazione in quel di Spoleto è davvero affascinate e contrbuisce non poco a creare un atmosfera di inquietudine e mistero nel racconto. Assolutamente straordinaria l'interpretazione di Nicoletta Elmi, che riesce ad infondere grande intensità e pathos al suo personaggio di bambina diabolica. Le uniche note negative di questo film sono una certa lentezza narrativa in alcuni passagi e degli effetti speciali abbastanza puerili. In conclusione un buon film che fa onore al cinema di genere nostrano, oramai definitivamente estinto nel piattume delle nuove (pseudo)produzioni d'autore, sempre più politicamente corrette, noiose e fictioneggianti.
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wurdalak
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mercoledì 14 luglio 2004
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l'innocenza del diavolo
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Secondo film horror di Dallamano, regista specializzato in film erotici e thriller morbosi che dimostra comunque una discreta abilità anche in questo genere. Il film nasce sulla scia de "l'esorcista", anche se nella pellicola emergono tematiche e situazioni tipiche del nostro cinema. Il tema del doppio è stato ampiametente sfruttato nella nostra cinematografia "gotica" (la bambina che ha le fattezze identiche ad una piccola strega vissuta del '700 che se ne serve dall'aldilà per compiere le sue vendette) anche se qui viene rielaborato con una finezza ed una sensibilità davvero rare nel nostro cinema. L'ambientazione in quel di Spoleto è davvero affascinate e contrbuisce non poco a creare un atmosfera di inquietudine e mistero nel racconto.
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Secondo film horror di Dallamano, regista specializzato in film erotici e thriller morbosi che dimostra comunque una discreta abilità anche in questo genere. Il film nasce sulla scia de "l'esorcista", anche se nella pellicola emergono tematiche e situazioni tipiche del nostro cinema. Il tema del doppio è stato ampiametente sfruttato nella nostra cinematografia "gotica" (la bambina che ha le fattezze identiche ad una piccola strega vissuta del '700 che se ne serve dall'aldilà per compiere le sue vendette) anche se qui viene rielaborato con una finezza ed una sensibilità davvero rare nel nostro cinema. L'ambientazione in quel di Spoleto è davvero affascinate e contrbuisce non poco a creare un atmosfera di inquietudine e mistero nel racconto. Assolutamente straordinaria l'interpretazione di Nicoletta Elmi, che riesce ad infondere grande intensità e pathos al suo personaggio di bambina diabolica. Le uniche note negative di questo film sono una certa lentezza narrativa in alcuni passagi e degli effetti speciali abbastanza puerili. In conclusione un buon film che fa onore al cinema di genere nostrano, oramai definitivamente estinto nel piattume delle nuove (pseudo)produzioni d'autore, sempre più politicamente corrette, noiose e fictioneggianti.
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