Il grande silenzio |
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Un film di Sergio Corbucci.
Con Luigi Pistilli, Klaus Kinski, Marisa Merlini, Jean-Louis Trintignant, Frank Wolff.
continua»
Western,
durata 105 min.
- Italia 1967.
- 20th Century Fox Italia
uscita martedì 19 novembre 1968.
MYMONETRO
Il grande silenzio
valutazione media:
3,75
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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I bounty killer eroi di una società prevaricatricedi Gianni LuciniFeedback: 29144 | altri commenti e recensioni di Gianni Lucini |
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giovedì 15 settembre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Mentre il western hollywoodiano ha sempre trattato con molta cautela la figura ambigua del bounty killer perché un assassino per denaro fatica a trovare una dimensione etica nella cosiddetta “epica della frontiera” il western all’italiana non s'è mai fatto troppi problemi. I suoi codici di genere, infatti, non prevedono alcun rapporto privilegiato del protagonista con concetti etici o morali. Anzi, in un mondo fantastico popolato da dispensatori di morte cinici, malvagi o anche soltanto indolenti, un professionista dell’assassinio che sta dalla parte della legge per denaro appare decisamente intrigante. Per questa ragione il bounty killer diventa un punto di riferimento importante per soggettisti, sceneggiatori e registi del genere. C'è chi lo costringe a ragionare sulle proprie scelte come Sergio Sollima in La resa dei conti, chi umanizza con sentimenti di vendetta la sua fredda razionalità come Tonino Valerii in Per il gusto di uccidere, chi lo trasforma in un ragioniere di morte non privo di ironia come Aristide Massacesi in Un bounty killer a Trinità e chi ne mette in burla i caratteri fondanti fino a trasformarlo in una sorta di macchietta come Giulio Petroni con Provvidenza. Sergio Corbucci in Il grande silenzio lo vede invece come una sorta di grumo malefico figlio e insieme pilastro di una società violenta e prevaricatrice. Considerato un capolavoro assoluto dagli appassionati del western all'italiana il film è stato girato nell’inverno del 1967 sulle nevi di Cortina e proprio il paesaggio innevato esalta i momenti di silenzio dando loro una consistenza diversa da quella dei classici di Leone. A questo risultato non è estranea la colonna sonora di Ennio Morricone imperniata quasi esclusivamente su archi e strumenti a corda con un’unica e limitata presenza della tromba. Il titolo, come ha più volte spiegato lo stesso Corbucci, non si riferisce al nome del protagonista ma al silenzio che cala sulla scena dopo la sua morte.
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