paolp78
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sabato 1 aprile 2023
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intrigante giallo psicologico
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Penultimo film diretto dall’inglese Charles Crichton, che dopo quest’opera aspetterà quasi un quarto di secolo prima di dirigere la successiva, la divertente commedia “Un pesce di nome Wanda” che sarà l’ultima pellicola per Crichton, nonché quella di maggior successo.
“Il terzo segreto” è invece un giallo molto ben scritto e diretto in modo suggestivo da Crichton, che punta su atmosfere cupe e su un impianto psicologico della trama che funziona perfettamente creando mistero ed incertezza che accompagnano la pellicola fino in fondo. Questo mix permette al regista britannico di realizzare numerose scene ad alta tensione in cui Crichton è bravissimo a creare un perfetto effetto thrilling.
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Penultimo film diretto dall’inglese Charles Crichton, che dopo quest’opera aspetterà quasi un quarto di secolo prima di dirigere la successiva, la divertente commedia “Un pesce di nome Wanda” che sarà l’ultima pellicola per Crichton, nonché quella di maggior successo.
“Il terzo segreto” è invece un giallo molto ben scritto e diretto in modo suggestivo da Crichton, che punta su atmosfere cupe e su un impianto psicologico della trama che funziona perfettamente creando mistero ed incertezza che accompagnano la pellicola fino in fondo. Questo mix permette al regista britannico di realizzare numerose scene ad alta tensione in cui Crichton è bravissimo a creare un perfetto effetto thrilling.
L’evoluzione degli eventi rende la storia sempre più interessante, accendendo la curiosità dello spettatore che è portato a seguire il film con crescente attenzione: il finale prevede anche una sorpresa non del tutto imprevedibile, ma comunque certamente apprezzabile.
Il ruolo del protagonista è ben ricoperto da Stephen Boyd, attore che viene ricordato per il ruolo del cattivo Messala nel “Ben Hur” di William Wyler. L’altro ruolo chiave della pellicola è affidato all’attrice bambina Pamela Franklin, qui quattordicenne ma già famosa per ruoli di primo piano in importanti pellicole come “Suspense” di Jack Clayton e “Il leone” di Jack Cardiff; la performance della giovane interprete è di grande effetto ed anche per questo il suo personaggio è forse quello che resta maggiormente impresso. Negli altri ruoli di rilievo ci sono altri attori di grande fama come Jack Hawkins e Richard Attenborough, che sebbene vedano abbiano delle parti sacrificate in poche scene, lasciano comunque il segno con prove molto intense e vibranti. C’è poi l’australiana Diane Cilento, unica attrice non britannica del cast con un ruolo in bell’evidenza.
Si ricordano infine le partecipazioni di Nigel Davenport, in una parte inspiegabilmente davvero minuscola, e dell’allora trentenne Judi Dench, al suo esordio sul grande schermo.
I dialoghi sono forse un po’ farraginosi ed il ritmo della narrazione ne risente risultando lento e pesante a tratti; tuttavia l’opera nel complesso si mantiene interessante e godibile.
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marco cipriani
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giovedì 4 agosto 2022
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film magnifico
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Fotografia incredibile per un cast unico. Certamente non un film per tutti, ma siamo sulle vette della cinematografia inglese. La teatralità e la profondità regnano per l'intricata vicenda. Grandi attori e grande regia.
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gianleo67
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sabato 30 marzo 2013
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il terzo segreto del professor whitset
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Stimato luminare della psichiatria viene ritrovato agonizzante dalla sua anziana governante, con la rivoltella in pugno ed una ferita mortale alla tempia, in quella che sembra la drammatica scena di un suicidio. Scotland Yard è lesta a chiudere il caso ma la figlia 14 enne del professore, niente affatto convinta della versione ufficiale, si prodiga nel ricercare il possibile autore del delitto ,coinvolgendo nelle indagini un famoso anchorman televisivo, già paziente del padre ed emotivamente scosso dalla morte del suo medico e terapeuta. Drammatco colpo di scena finale.
Epoca gloriosa della cinematografia Britannica, gli anni '60 ci restituisco intatto il fascino perverso ed artigianale di questo efficace thriller psicologico del buon Charles Chricton (più famoso per la caustica commedia del 1988 'Un pesce di nome Wanda' con un irresistibile Kevin kline) che gioca le sue carte sulla costruzione di una cogente atmosfera di sospetto e ambiguità, scavando nelle nevrosi di insospettabili e stimati cittadini di sua Maestà (un gallerista con ambizioni artistiche, l'austero giudice di un tribunale civile, una bella e frigida biondina di provincia) attraverso le indagini di uno yankee di adozione inglese (un giornalista televisivo specializzato in politica internazionale) e sullo sfondo di una Londra torbida e fluviale.
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Stimato luminare della psichiatria viene ritrovato agonizzante dalla sua anziana governante, con la rivoltella in pugno ed una ferita mortale alla tempia, in quella che sembra la drammatica scena di un suicidio. Scotland Yard è lesta a chiudere il caso ma la figlia 14 enne del professore, niente affatto convinta della versione ufficiale, si prodiga nel ricercare il possibile autore del delitto ,coinvolgendo nelle indagini un famoso anchorman televisivo, già paziente del padre ed emotivamente scosso dalla morte del suo medico e terapeuta. Drammatco colpo di scena finale.
Epoca gloriosa della cinematografia Britannica, gli anni '60 ci restituisco intatto il fascino perverso ed artigianale di questo efficace thriller psicologico del buon Charles Chricton (più famoso per la caustica commedia del 1988 'Un pesce di nome Wanda' con un irresistibile Kevin kline) che gioca le sue carte sulla costruzione di una cogente atmosfera di sospetto e ambiguità, scavando nelle nevrosi di insospettabili e stimati cittadini di sua Maestà (un gallerista con ambizioni artistiche, l'austero giudice di un tribunale civile, una bella e frigida biondina di provincia) attraverso le indagini di uno yankee di adozione inglese (un giornalista televisivo specializzato in politica internazionale) e sullo sfondo di una Londra torbida e fluviale. Fotografato in un eccellente bianco e nero, utilizza in modo originale e anomalo i collaudati meccanismi del giallo (omicidio iniziale e conseguente indagine privata alla ricerca di un possibile colpevole tra una galleria di potenziali assassini con disvelamento finale) grazie a un bizzarro processo maieutico che scorre sotterraneo attraverso le psicologie di personaggi che mantengono una insinuante doppiezza di fondo e dove persino chi pretende di trovare la verità finisce alla fine per addentrarsi pericolosamente nel buio delle proprie passioni e nevrosi represse, in un percorso circolare che porta sempre l'assassino sul luogo del delitto. Disseminando il film di misteriosi indizi dal sapore letterario (le citazioni di Anderson e le sibilline scritte sui muri che poi qualcuno completerà) e rimestando nel torbido di una relazione dalle apparenze equivoche (niente sesso siamo inglesi, soprattutto coi minori!) si rischia spesso di cadere nel clichè di una teatralità esibita e innaturale, anche per via di una sceneggiatura dalla spiccata verbosità e da una recitazione subornata dalle abili manipolazioni di una regia che punta all'effetto più che alla verosimiglianza, più alla dimostrazione di una tesi che alla costruzione di un inesorabile meccanismo rivelatore (Alfred Hitchcock docet). Apprezzabile soprattutto per le atmosfere grigie e umide nel bozzetto naive di una Londra che si adagia placidamente lungo le sponde periferiche del Tamigi non manca di una sottile e caustica vena di humor britannico nella impietosa descrizione di tipi umani tutt'altro che 'politically correct' (dal gallerista monomaniaco e narcisita all'irreprensibile magistrato con qualche scheletro nell'armadio, dalla tare sessuali di una donna frigida e repressa al cinismo opportunista del giornalista che indaga più per se stesso che per difendere l'onorabilità del suo medico personale, dalla insipienza della polizia che passa da un granchio all'altro all'equivoco candore di una adolescente dissociata).Buona la prova di attori dall'impeccabile aplomb teatrale tra cui un aitante ed enigmatico Stephen Boyd e dalla bravissima e giovanissima Pamela Franklin. Suggestiva e agghiacciante la scena finale delle urla che provengono dalla spettrale casa che si illumina della tragica follia di una mente sconvolta. Finale melodrammatico e consolotatorio. Un film che non mente a se stesso.
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beatrix
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domenica 31 gennaio 2010
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schizofrenia
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Ricordo un film ben sceneggiato, ben diretto, con attori inquietan ti e misteri osi, con un finale davvero sorprendente. Parla della schizofrenia nei suoi diversi aspetti in modo ben riuscito e convincente.ricordo un film ben sceneggiato e diretto, con attori inquietanti e misteriosi, con un finale davvero sorprendente. Parla con scrupolosità della malattia della schizofrenia nei suoi vari aspetti e in un modo per niente banale,ne superficiale.E' un film che non si dimentica nel suo genere e mi piacerebbe rivederlo oggi
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