Un documentario breve di sconvolgente impatto visivo ed emotivo.Unica opera della poetessa persiana,all'epoca semi-trentenne,girata in soli 12 giorni.Le immagini scioccanti dei pazienti devastati dalla malattia non sono più toccanti di quelle dove è illustrata la quotidianità della vita nel lebbrosario.Nessun voyerismo,ma anzi una struggente riflessione sulla speranza e la vitalità di chi si trova in una condizione disumana e impensabile.O di chi aspetta di finirci.Fuori campo si alternano le voci della regista,che legge versi poetici stranianti e di Ebrahim Golestan,che elenca clinicamente i sintomi del contagio.Impressionante il montaggio,frenetico con numerosi dettagli quasi subliminali,e l'alternarsi di scene inframmezzate a scopo evocativo o simbolico.
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Un documentario breve di sconvolgente impatto visivo ed emotivo.Unica opera della poetessa persiana,all'epoca semi-trentenne,girata in soli 12 giorni.Le immagini scioccanti dei pazienti devastati dalla malattia non sono più toccanti di quelle dove è illustrata la quotidianità della vita nel lebbrosario.Nessun voyerismo,ma anzi una struggente riflessione sulla speranza e la vitalità di chi si trova in una condizione disumana e impensabile.O di chi aspetta di finirci.Fuori campo si alternano le voci della regista,che legge versi poetici stranianti e di Ebrahim Golestan,che elenca clinicamente i sintomi del contagio.Impressionante il montaggio,frenetico con numerosi dettagli quasi subliminali,e l'alternarsi di scene inframmezzate a scopo evocativo o simbolico.Splendida la sequenza della donna che si trucca con il kohl e raggelante il finale,dove,interrogati dal maestro su 5 possibili cose orribili,i bambini rispondono "testa,mani,piedi".Da confrontare con "Le sang desbetes".
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