igor74
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lunedì 22 agosto 2016
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audace capolavoro
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Approdato in Inghilterra Kubrick dirige un soggetto ritenuto inaccettabile per Hollywood, ma le difficoltà di adattamento del libro andavano ben oltre. Anche se la sceneggiatura è accreditata a Nabokov stesso, è stata ampiamente riscritta da Kubrick e James B. Harris. Il tentativo di ricreare l'America in Inghilterra è stato importante per Kubrick, ha fortemente segnato tutti i suoi film successivi. L'elemento più originale del film è Clare Quilty, un ruolo più ampio del romanzo. Kubrick è affascinato da Sellers, ciò che permette all'attore di mandare all'aria quella che altrimenti sarebbe stata solo una commedia di costume (anche se in parte lo rimane, e assai divertente), con un grottesco che fa spesso virare il film in senso surrealista.
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Approdato in Inghilterra Kubrick dirige un soggetto ritenuto inaccettabile per Hollywood, ma le difficoltà di adattamento del libro andavano ben oltre. Anche se la sceneggiatura è accreditata a Nabokov stesso, è stata ampiamente riscritta da Kubrick e James B. Harris. Il tentativo di ricreare l'America in Inghilterra è stato importante per Kubrick, ha fortemente segnato tutti i suoi film successivi. L'elemento più originale del film è Clare Quilty, un ruolo più ampio del romanzo. Kubrick è affascinato da Sellers, ciò che permette all'attore di mandare all'aria quella che altrimenti sarebbe stata solo una commedia di costume (anche se in parte lo rimane, e assai divertente), con un grottesco che fa spesso virare il film in senso surrealista. Come indicano anche i nomi, il film è satirico: vediamo persone caricaturali in un universo caricaturale. L'umorismo vari dal nero pece al puro slapstick. James Mason è mirabile, intenso, ossessivo e emotivo, alla sua migliore interpretazione da "Il fuggiasco" (Reed, 1947) ma il ruolo di protagonista gli viene rubato di volta in volta dalla sorprendente Sue Lyon, dal diabolicamente abile Sellers o dalla pregevole Shelley Winters. La ossessione per Lolita conduce Humbert in un viaggio di autodistruzione All'inizio del film, egli è un intellettuale arrogante, tranquillo, sicuro di sé. Come il rapporto tra Humbert e Lolita va avanti, diventa altrettanto prepotente ed emozionale come la madre di lei, pur essendo un padre simultaneo (anche se non intenzionale) e amante. Alla fine rimane un guscio dell'uomo che era. Lolita sembra più una costruzione di una sua idea. La sua stanza di è quella di una bambina, con le stelle ritagliate incollate sul muro e un orsacchiotto accanto al letto. Il suo viso dolce e delicato si esalta nella fotografia di Oswald Morris. Ma Lolita non è un angelo, è abile nel manipolare gli uomini. Humbert nasconde gelosia quando insinua che Charlotte è troppo liberale con la figlia per permettergli di trascorrere la notte lontano da casa con "altri ragazzi"; ma chi soffre di più è proprio Charlotte, incondizionatamente sincera quando i fatti sembrano premiare l'inganno. La visita a casa di Charlotte mostra alcuni dei peggiori difetti della classe media americana, volgarità, cattivo gusto, indiscrezione. Humbert stava per fuggire terrorizzato quando, all'ultimo momento, scopre la giovane Lolita nel giardino e improvvisamente tutto cambia. Quello intepretato con maestria da Peter Sellers è un personaggio inquietante. Quando Lolita torna improvvisamente a casa rompendo la "serata romantica" tra Charlotte e Humbert afferma che "tutte le ragazze sono pazze di Quilty," sublimando l'idea un personaggio con una straordinaria potenza, quasi irrazionale. La realizzazione del subconscio del protagonista nel personaggio di Quilty, il desiderio inconscio finiscono per prendere definitivamente le redini della mente del professore. Progressivamente la commedia si trasforma in dramma e il film assume un tono cupo, da incubo (soprattutto nelle apparizioni di Quilty, che esprime i timori e desideri più profondi di Humbert). Il film si conclude con le immagini del protagonista nel luogo in cui vivono i suoi sogni proibiti, e che è finalmente costretto a distruggere.
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francismetal
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venerdì 3 novembre 2017
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tenero e triste
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Un film stupendo su un uomo adulto che si lascia abbagliare dalla bellezza, dalla tenerezza e dall'innocenza che viene via per sempre di una ragazzina molto giovane. L'attrice ha 15 anni ma Lolita del romanzo ne aveva 12. Nonostante la giovane età l'attrice è stupenda, avrebbe fatto perdere la testa a chiunque, ma Lolita è una ragazzina a malapena adolescente o preadolescente, per cui il protagonista è solo un pervertito o è anche immaturo? Sicuramente non si può parlare di amore ma di forte attrazione e di ossessione. Non solo, il professore tiene la ragazzina in prigione, non vuole che abbia amicizie e relazioni fra coetanei.
Nel film è lasciato intendere che i due avessero avuto rapporti carnali, ma non è mostrato alcun contatto fisico tra di loro.
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Un film stupendo su un uomo adulto che si lascia abbagliare dalla bellezza, dalla tenerezza e dall'innocenza che viene via per sempre di una ragazzina molto giovane. L'attrice ha 15 anni ma Lolita del romanzo ne aveva 12. Nonostante la giovane età l'attrice è stupenda, avrebbe fatto perdere la testa a chiunque, ma Lolita è una ragazzina a malapena adolescente o preadolescente, per cui il protagonista è solo un pervertito o è anche immaturo? Sicuramente non si può parlare di amore ma di forte attrazione e di ossessione. Non solo, il professore tiene la ragazzina in prigione, non vuole che abbia amicizie e relazioni fra coetanei.
Nel film è lasciato intendere che i due avessero avuto rapporti carnali, ma non è mostrato alcun contatto fisico tra di loro.
La bravura di Kubrick sta proprio in questo.
Per il resto, tutto è realizzato quasi alla perfezione, recitazione, scenografie, regia, fotografia.. un maestro che non delude
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attiliocoppa
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mercoledì 20 gennaio 2016
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adolescente u.s.a. anni '50
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Ormai raggiunta la maturità stilistica, Kubrick supera il problema di rappresentare la storia così com'è nel romanzo spostando l'interesse su una rappresentazione bizzarra e umoristica in cui presenta i temi fondamentali del suo cinema. Validissima come satira di costume dell'america degli anni 50'-60', questa commedia in una cornice tragica si avvale di interpretazioni eccezionali, da quella sobria e sensibile di Mason alla stessa Sue Lyon, che superò brillantemente la prova di scene non facili. Questi sono i soli personaggi che Kubrick non distorce in caricatura. Come per i contenuti, anche nella forma del film si trovano quei colpi di genio che saranno sviluppati nei capolavori successivi del regista.
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Ormai raggiunta la maturità stilistica, Kubrick supera il problema di rappresentare la storia così com'è nel romanzo spostando l'interesse su una rappresentazione bizzarra e umoristica in cui presenta i temi fondamentali del suo cinema. Validissima come satira di costume dell'america degli anni 50'-60', questa commedia in una cornice tragica si avvale di interpretazioni eccezionali, da quella sobria e sensibile di Mason alla stessa Sue Lyon, che superò brillantemente la prova di scene non facili. Questi sono i soli personaggi che Kubrick non distorce in caricatura. Come per i contenuti, anche nella forma del film si trovano quei colpi di genio che saranno sviluppati nei capolavori successivi del regista. Sellers è spettacolare nella sua parte, che comprende recitare più parti, nella galleria di orchi nei film di Kubrick. È un film che permette di vivere l'esperienza cinematografica a vario livello. Quilty e Humbert, uno l'opposto dell'altro, sono in realtà due facce della stessa persona per la quale Lolita è la morte che corrisponde al fallimento della loro illusione. In filigrana 2001, Arancia Meccanica, Barry Lyndon, Shining. Oltre che Eyes Side Shut, altro riassunto del cinema di Kubrick.
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paolocorsi
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lunedì 8 febbraio 2016
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al di là del bene e del male
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Lolita è simbolo dell'America, di Hollywood (e della sua ben nota tolleranza verso i film "artistici" cui a un certo punto la protagonista si riferisce). Infatti Lolita si innamora veramente solo del più onesto e meno ipocrita dei maiali che incontra, cioé Quilty. Egli ha i soldi e fa i soldi con lo spettacolo popolare e volgare rispetto alle velleitaire ambizioni della cultura rappresentata da Humbert. Con Lolita l'autore giuge a una eccellenza dello stile che affinerà ancora portandolo alle vette sconcertanti dei suoi titoli a colori. Kubrick è stato accusato di mancanza di originalità pur nella sua inventiva e versatilità ma se si guarda questo film in prospettiva con i seguenti fino all'ultimo si vede come la riduzione di opere letterarie e l'invenzione formale appartengono a una identità artistica fortissima nella quale sono numerose le corrispondenze interfilmiche come se, così come affermava lo stesso Fellini al riguardo della sua opera, egli non avesse fatto altro che girare lo stesso film.
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Lolita è simbolo dell'America, di Hollywood (e della sua ben nota tolleranza verso i film "artistici" cui a un certo punto la protagonista si riferisce). Infatti Lolita si innamora veramente solo del più onesto e meno ipocrita dei maiali che incontra, cioé Quilty. Egli ha i soldi e fa i soldi con lo spettacolo popolare e volgare rispetto alle velleitaire ambizioni della cultura rappresentata da Humbert. Con Lolita l'autore giuge a una eccellenza dello stile che affinerà ancora portandolo alle vette sconcertanti dei suoi titoli a colori. Kubrick è stato accusato di mancanza di originalità pur nella sua inventiva e versatilità ma se si guarda questo film in prospettiva con i seguenti fino all'ultimo si vede come la riduzione di opere letterarie e l'invenzione formale appartengono a una identità artistica fortissima nella quale sono numerose le corrispondenze interfilmiche come se, così come affermava lo stesso Fellini al riguardo della sua opera, egli non avesse fatto altro che girare lo stesso film. E ancora un parallelismo con Fellini é la finzione esibita che fa capire come Kubrick soprattutto del cinema parla, del potere delle immagini. Di questo potere, delle sue caratteristiche propagandistiche, condizionanti - e depistanti - Quilty é un cinico, disinvolto rappresentante ed é evidente quindi che si tratta di una allegoria anche politica. Lungi dall'essere un film perverso "Lolita", come conferma la stima di critici come la autorevole Pauline Kael in seguito ostile a Kubrick, é una brillante lezione di satira di costume. Un film ricco di umorismo mordace, e immagini surreali. Quilty, superlativa interpretazione di Peter Sellers che prefigura i ruoli de "Il dottor Stranamore", è un personaggio surreale. Soltanto Sue Lyon e James Mason, che stimava moltissimo questo suo ruolo, sfuggono a una sarcastica caricatura, a quell'umorismo nero che é vera caratteristiche kubrickiana, presente in ogni suo film. Non é casuale che abbiano avuto luce nello stesso periodo film come "La dolce vita", anche essa su una società in putrefazione, o "I mostri", un titolo che sarebbe andato benissimo per questo film. Kubrick ha inteso rendere comunque, sotto la superficie di commedia, una tragica storia d'amore, con quell'estraniamento dei personaggi - in qualche modo nell'illecito per la loro epoca come Romeo e Giulietta, Madame Bovary ecc. - rispetto a tutti gli altri, autore e lettore del libro (e nel nostro caso spettatore del film) compresi, proprio delle grandi storie d'amore della letteratura. Forse "Lolita" é l'unica grande storia d'amore del XX secolo. Date le reazioni al remake di Lyne, direi che questa caratteristica é ancora e più che mai vera.
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angelino67
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martedì 17 maggio 2016
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la chiave di volta per kubrick (parte prima)
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Lolita è il primo film nel quale si presentano tutti i temi e le soluzioni stilistiche che Kubrick sviluppa nei film successivi. Ogni conoscitore del regista sa quanto sia stato per lui importante questo film, «una delle chiavi del suo universo interiore». È il suo primo film che può essere definito “di Kubrick”, quello in cui egli «prende coscienza della propria poetica che diventa stile», una svolta che determina tutta la sua opera successiva. La prima versione della sceneggiatura di Nabokov, autore del romanzo da cui è tratto il film, venne rimaneggiata da Kubrick e James B. Harris (coproduttore del film), rendendo la versione cinematografica più aspra ma anche più umoristica e bizzarra del romanzo.
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Lolita è il primo film nel quale si presentano tutti i temi e le soluzioni stilistiche che Kubrick sviluppa nei film successivi. Ogni conoscitore del regista sa quanto sia stato per lui importante questo film, «una delle chiavi del suo universo interiore». È il suo primo film che può essere definito “di Kubrick”, quello in cui egli «prende coscienza della propria poetica che diventa stile», una svolta che determina tutta la sua opera successiva. La prima versione della sceneggiatura di Nabokov, autore del romanzo da cui è tratto il film, venne rimaneggiata da Kubrick e James B. Harris (coproduttore del film), rendendo la versione cinematografica più aspra ma anche più umoristica e bizzarra del romanzo. Christiane Kubrick ricorda come il marito «considerava Lolita un libro fantastico perché chiariva l'impressione che tutti abbiamo che il bene e il male non hanno le forme che ci aspettiamo». Fu il film che garantì a Kubrick, diventato molto popolare, l'indipendenza economica grazie a un contratto vantaggioso firmato con la Metro-Goldwyn-Mayer, a seguito dell'aspettativa creata dal progetto («Ma come hanno fatto a trarre un film da Lolita?» si diceva nel lancio del film). Avendo ottenuto l'approvazione della censura americana (dopo una discussione che fece rinviare di sei mesi l'uscita di Lolita), il film a sorpresa rappresentò gli USA alla mostra del cinema di Venezia. Esso, spregiudicato nella forma non meno che nel soggetto, presenta i temi fondamentali del cinema di Kubrick che spiazza lo spettatore e mina le certezze. Lolita all'epoca non fu capito da gran parte della critica. Una voce fuori dal coro fu quella di Jean-Luc Godard, futuro regista, all'epoca critico della prestigiosa rivista francese Cahiers du cinema e responsabile della rivalutazione autoriale di Hitchcock e di registi americani come Hawks, Aldrich e Ray. Godard, che aveva attaccato i film precedenti di Kubrick, scrisse che Lolita era una sorpresa, semplice e pulito, e raccontava benissimo l'America degli anni ’50 e ’605. Il critico Pauline Kael, che in seguito attaccherà Kubrick, scrisse del film come della prima nuova commedia americana dall'epoca d'oro degli anni '40. James Mason riterrà il ruolo del professore, che interpretò con sobrietà e sensibilità, come uno dei migliori della sua carriera. Laurence Olivier aveva accettato la parte di Humbert Humbert ma il suo agente, la MCA, non diede l'approvazione, così come David Niven dovette rifiutarla a causa degli sponsor dei suoi partner del programma televisivo che presentava. Harris e Kubrick cercavano un attore non volgare o nevrotico, per evitare un'aria di depravazione. Scegliere la protagonista non fu facile. Il regista avrebbe voluto Hayley Mills (che nel 1961 vinse l’Oscar giovanile con Il segreto di Pollyanna e interpretò ruoli da protagonista in Il cowboy col velo da sposa e I figli del capitano Grant, tre tipici film della Disney), ma Walt Disney, con cui era sotto contratto, pose il veto. Kubrick aveva proposto la parte a Tuesday Weld, una delle reginette teenager di Hollywood, ma Nabokov la trovò inadatta; da parte sua l’attrice sostenne di essere lei ad aver rifiutato. Dopo circa un anno di ricerche (si candidarono in migliaia, da donne di mezza età a bambine di nove anni truccate e con i tacchi alti), alla fine fu scelta Sue Lyon che Kubrick aveva visto in uno show televisivo.
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angelino67
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martedì 17 maggio 2016
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la chiave di volta per kubrick (parte terza)
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Il tema della “ninfetta” non era nuovo nel cinema americano: Ginger Rogers aveva interpretato una dodicenne in Frutto proibito di Billy Wilder, una commedia leggera che dietro il brio spensierato entrava in zone oscure ponendo il rapporto sessuale sotto una metafora inquietante. Nabokov considerava Sue Lyon − fu una delle critiche mosse al film − troppo matura per la parte; in effetti sembrava più grande della sua età, era importante per la censura che non apparisse una bambina. Kubrick, spiegando la scelta della protagonista, ricordò che una tredicenne a guardarla bene bambina non sembra.Quello che Lolita perde in sessualità esplicita (l'erotismo è tutto lasciato ad allusioni, a indizi visuali; non poteva essere diversamente per la censura dell’epoca), rispetto al romanzo, lo guadagna in umorismo mordace, farsesco e in immagini surreali.
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Il tema della “ninfetta” non era nuovo nel cinema americano: Ginger Rogers aveva interpretato una dodicenne in Frutto proibito di Billy Wilder, una commedia leggera che dietro il brio spensierato entrava in zone oscure ponendo il rapporto sessuale sotto una metafora inquietante. Nabokov considerava Sue Lyon − fu una delle critiche mosse al film − troppo matura per la parte; in effetti sembrava più grande della sua età, era importante per la censura che non apparisse una bambina. Kubrick, spiegando la scelta della protagonista, ricordò che una tredicenne a guardarla bene bambina non sembra.Quello che Lolita perde in sessualità esplicita (l'erotismo è tutto lasciato ad allusioni, a indizi visuali; non poteva essere diversamente per la censura dell’epoca), rispetto al romanzo, lo guadagna in umorismo mordace, farsesco e in immagini surreali. Lolita, nella sua componente surrealista, ha qualcosa di bunueliano. Claire Quilty, l'onnipresente inseguitore, è un personaggio surrealista. Le trasformazioni di Peter Sellers si rapportano alla irrealtà dei tradizionali personaggi sociali. In un impianto drammatico classico irrompono la commedia, la farsa, la comicità da un lato; il noir, il fantastico, l'horror dall’altro. Kubrick sposta continuamente i riferimenti di genere in corrispondenza del disorientamento del protagonista. Come Jack Torrance in Shining, Humbert vive in un incubo parallelo perdendosi nei labirinti della propria mente. Il protagonista di Lolita, in preda a un'inquietudine sempre maggiore, non sa dove andare, viaggia nella nebbia (Haze, il cognome di Lolita, vuol dire nebbia leggera, foschia, per estensione confusione mentale), come si vede nel prologo in flashback del film. Assistiamo a delle visioni profondamente soggettive, al delirio di un uomo che si è costruito un'immagine mentale a partire da uno sguardo (c'è un voluto errore di continuità nella scena iniziale − la posizione di un quadro − a rappresentare l'alogicità delirante di Humbert). Quando il film riprende la narrazione dopo il flashback durato quattro anni, Humbert è già prigioniero della sua ossessione, si muove come in un mondo di fantasmi. Lo spettatore può avvertire la stessa sensazione sapendo dall'inizio che i personaggi principali (a parte Lolita) sono già morti. Humbert è, come Jack Torrance in Shining, un fallito anche nei rapporti affettivi (è costretto a confessarsi in un diario): entrambi hanno sposato una donna che disprezzano e in un modo o nell'altro abusano della figliastra/figlio. Lolita forse fu l'ultimo suo film nel quale si può cogliere qualche compiacimento formale, prima che l'eccellenza del suo stile approdasse a un'asciuttezza, un'essenzialità straordinarie alle quali corrispondeva un potenziamento dell'espressione, a partire dall'estetica superba de Il dottor Stranamore. Come nei film di Fellini la finzione esibita è la coscienza della mistificazione che rende lo spettatore partecipe dell'esperienza filmica a vario livello. Ad esempio alla fine della scena in cui Quilty inganna Humbert fingendosi poliziotto (la sua ossessione non gli consente di vedere veramente, di distinguere la realtà dall'inganno) si nota un fondale falso, così come un'ombra estranea si nota nella scena in cui Humbert spara a Quilty: Kubrick opera un parallelismo tra il cinema come finzione, inganno e il conformismo nella società.
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paolocorsi1967
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giovedì 14 luglio 2016
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viaggio in una mente scompensata
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La scena di apertura tra Humbert e Quilty è da antologia, con i grandi James Mason e Peter Sellers al loro meglio. Kubrick ha girato il film convinto (giustamente) che il soggetto fosse benissimo adatto per uno spettacolo d'intrattenimento. Non così la pensava il razzista, antisemita, antisindacale (e mi fermo alle accuse dimostrate per non dire molto peggio a cui forse Kubrick verso la fine del film allude) Walt Disney, che impedì a Hayley Mills, sotto contratto con lui, di interpretare Lolita. Il film più d'avanguardia che Kubrick fino ad allora abbia girato rimane fresco anche oggi, caratterizzato da una omogeneità di stile fortemente segnato dall'estetica del cinema noir, col quale Kubrick aveva girato i suoi precedenti lavori in bianco e nero.
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La scena di apertura tra Humbert e Quilty è da antologia, con i grandi James Mason e Peter Sellers al loro meglio. Kubrick ha girato il film convinto (giustamente) che il soggetto fosse benissimo adatto per uno spettacolo d'intrattenimento. Non così la pensava il razzista, antisemita, antisindacale (e mi fermo alle accuse dimostrate per non dire molto peggio a cui forse Kubrick verso la fine del film allude) Walt Disney, che impedì a Hayley Mills, sotto contratto con lui, di interpretare Lolita. Il film più d'avanguardia che Kubrick fino ad allora abbia girato rimane fresco anche oggi, caratterizzato da una omogeneità di stile fortemente segnato dall'estetica del cinema noir, col quale Kubrick aveva girato i suoi precedenti lavori in bianco e nero. Data l'epoca, l'erotismo viene alluso o sussurrato. All'inizio Nabokov aveva rifiutato di collaborare, ma dopo una "piccola illuminazione notturna" ha accettato. Quando vide il film ha espresso ammirazione per un grande regista, per un film di prim'ordine con magnifici attori, anche se il suo approccio cinematografico era diverso dal suo del libro, considerando le esigenze sia artistiche che censorie. A cominciare da "Lolita" gli attori dei film di Kubrick recitano con grande sottigliezza espressiva ed emozionale. Il film è stato a lungo incompreso e frainteso perché i critici non sono riusciti a notare il suo surrealismo dietro un apparente naturalismo. Kubrick tenta di dare un sottotesto sessuale denso, come nella la pistola fallica di Humbert, che Charlotte accarezza mentre si ricorda del marito defunto. Il film si sviluppa con ironia mostrando un ménage a trois in un'America puritana quanto ipocrita che con Quilty diventa un ménage à quatre. Un baccanale borghese nella pastorale New England. Humbert aggiunge l'incesto ai suoi peccati, e inizia un viaggio in un incubo in cui la presenza di Quilty, alternativamente spettrale e corporea, dà un'immagine speculare sia per il suo degrado sessuale che per la banalità di Lolita, di cui Humbert diventa un patetico schiavo, oscillando tra un'amante piagnucolante e un padre fastidioso. Kubrick incornicia verbalmente il suo film con la chiamata di Humbert per "Quilty", un nome che assume, per Humbert così come il pubblico, un significato esclamativo e insieme interrogativo. Chi o cosa è Quilty? Kubrick racconta un punto di vista soggettivo. Immerge il suo pubblico nell'immaginazione di Humbert, che ha difficoltà a trattare con il mondo e si perde nel dentro oscuro di sé. Nella loro ultima scena insieme, Humbert affronta una Lolita non più sognante o magica; essa lo manda per la sua strada con luoghi comuni ("Il passato è passato", "Restiamo in contatto"), che dimostrano la superficialità del suo carattere e l'inutilità del sogno humbertiano. Quilty getta una luce diabolica nell'anima di Humbert; lo costringe a vivere l'incubo nascosto sotto il suo sogno. Tragicamente, Humbert non vede mai la duplice verità che Kubrick ci mostra: Quilty rispecchia la parte perversa di quel sogno. Non manca nel film un riferimento all'amore per gli animali, che Kubrick doveva stimare più degli umani (la qual cosa potrebbe aiutare come chiave di lettura di "2001").
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aurelio76
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martedì 23 agosto 2016
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non è un film per bambini
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In questo film Kubrick rappresenta uno dei suoi temi di fondo: il desiderio non realizzabile del tutto, che prelude alla frustrazione e alla caduta. Quando Humbert vede quello che vorrebbe essere o meglio quello che dovrebbe essere per realizzare le sue aspirazioni, lo trova per lui impossibile. Sarebbe come chiedere a un fermo antifascista di godere la vita come volevano fare i nazisti, sorta di bruti raffinati, che cercavano il vino buono in Francia (che si era già messa d'accordo con Hitler per il dopoguerra e che nei decenni successivi ha avuto la faccia di festeggiare l'antifascismo ignorando il fondamentale contributo per la sconfitta dei tedeschi dato dai sovietici e in generale dagli slavi, che sono stato continuati a trattare come dannati della terra, loro che avevano avuto però per le SS pane per i loro denti).
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In questo film Kubrick rappresenta uno dei suoi temi di fondo: il desiderio non realizzabile del tutto, che prelude alla frustrazione e alla caduta. Quando Humbert vede quello che vorrebbe essere o meglio quello che dovrebbe essere per realizzare le sue aspirazioni, lo trova per lui impossibile. Sarebbe come chiedere a un fermo antifascista di godere la vita come volevano fare i nazisti, sorta di bruti raffinati, che cercavano il vino buono in Francia (che si era già messa d'accordo con Hitler per il dopoguerra e che nei decenni successivi ha avuto la faccia di festeggiare l'antifascismo ignorando il fondamentale contributo per la sconfitta dei tedeschi dato dai sovietici e in generale dagli slavi, che sono stato continuati a trattare come dannati della terra, loro che avevano avuto però per le SS pane per i loro denti). Humbert non può fare il vecchio porco e un sincero innamorato, e, nel rammarico di Kubrick cui pure questo film viene frainteso, si crede che egli si innamori subito di Lolita, ma in realtà lo scopre solo alla fine (e la vede troppo piccola per lui) mentre fino ad allora era ossessionato dal tabù, da un desiderio morboso; non si era accorto che Lolita era della stessa mediocrità che lo aveva inorridito mentre visitava la casa di Charlotte. La stessa Sue Lyon, più matura del personaggio fuori dalla finzione che dentro, aveva affermato di provare pena per quella ragazzina. Dove il film funziona a meraviglia è nella commedia satirica, dove il regista mostra il suo talento per il grottesco. Egli era anche un genio comico, tocchi umoristici sono presenti in tutti i suoi film, anche in controtendenza rispetto a inquadrature, scene o sequenze: cose che che solo un regista fuoriclasse, unico, si può permettere. Come lo scacchista che sacrifica un pezzo (lo spettatore sa dall'inizio come va a finire) per impregnare tutta la parte incorniciata (una delle vette più alte del cinema) dall'omicidio di Quilty di un torbido perfetto per l'umorismo sardonico. Una satira dell'America degli anni Cinquanta, una nazione puritana di facciata che pratica lo scambio delle coppie, seduce le madri per arrivare alle figlie, usa le figlie per arrivare e promuove lo sfruttamento sessuale delle fanciulle in fiore, anche in maniera organizzata attraverso gli istituti dove esse si raccolgono (come il campeggio "orgasmo"). La fotografia del film è di Oswald Morris (l'unico sostituto possibile di Ted Moore secondo Broccoli per 007 per la chiara, pulita, dei film di 007). Ci furono mesi di trattativa con la censura che ritardarono l'uscita del film, iniziato quando Sue Lyon aveva tredici anni. L'aspetto pulito giova all'erotismo (anche Hitchock affermava che esso non deve farsi notare): Sue Lyon ha un vero sex-appeal che non deve fingere; è il personaggio che Kubrick rispetta di più. Superlativa Shelley Winters, sublime James Mason, impagabile Sellers. Sulla vera natura dei film "artistici" (anche qui Kubrick arriva praticamente alla denuncia) motivo dell'uscita di Lolita dal giro di Quilty (star dello spettacolo), c'è da rabbrividire (ancora si discute se quelli di un certo tipo esistono o no). Ma anche sui film ufficiali (come certi della Disney) Kubrick ebbe da dire: "Non permetterei a mia figlia di vederli per la loro violenza e brutalità, mentre qualunque bambino troppo piccolo per vedere "Lolita" non lo capirebbe e che, se lo capisse, allora non sarebbe troppo piccolo (la stessa motivazione che convinse, per il sesso, i censori riguardo 007).
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paolo 67
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mercoledì 30 novembre 2011
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dal rosa al nero
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La reinvenzione del romanzo di Nabokov è stata dovuta all'impossibilità di rendere nel 1962 l'erotismo esplicito e l'attrazione sessuale che la adolescente esercitava sul protagonista, molto antecedente al suo innamoramento (Kubrick aveva pensato di rifare il film). Le leghe per la salvaguardia della morale esercitarono una tale pressione da indurre Kubrick (anche per migliori condizioni economiche) a girare il film in Inghilterra dover rimase per tutta la vita. Ma "Lolita" ebbe grande successo in U.S.A. e garantì a Kubrick l'indipendenza economica, grazie a un contratto favorevole (Kubrick era anche un genio del commercio) stipulato sull'attesa del film.
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La reinvenzione del romanzo di Nabokov è stata dovuta all'impossibilità di rendere nel 1962 l'erotismo esplicito e l'attrazione sessuale che la adolescente esercitava sul protagonista, molto antecedente al suo innamoramento (Kubrick aveva pensato di rifare il film). Le leghe per la salvaguardia della morale esercitarono una tale pressione da indurre Kubrick (anche per migliori condizioni economiche) a girare il film in Inghilterra dover rimase per tutta la vita. Ma "Lolita" ebbe grande successo in U.S.A. e garantì a Kubrick l'indipendenza economica, grazie a un contratto favorevole (Kubrick era anche un genio del commercio) stipulato sull'attesa del film. Fu questa indipendenza economica a permettergli di girare i film successivi, sempre più sconcertanti ("Dr. Stranamore", "2001", "Arancia meccanica"): si può affermare che da "Lolita" discende tutto il Kubrick successivo (tutti i suoi temi e le sue soluzioni stilistiche sono presenti, sviluppati o in innesco, in questo film). Il successo di "Lolita", nel quale gli americani probabilmente si riconobbero, dimostrò anche la diffusione di una pratica come quella illustrata nel film, variamente riconosciuta o penalizzata nei singoli Stati (se in molti il protagonista del libro era un criminale, in altri l'avrebbe potuta sposare). Sue Lyon aveva tredici anni e mezzo, ma la maggioranza dei critici scrisse che era troppo matura per il suo ruolo. Ma il film era di precisa esattezza sociologica: anche nel sud conservatore le ragazzine americane si vestivano e si truccavano come donne adulte. Comunque Kubrick dovette sottostare a tali limitazioni che dichiarò che se le avesse conosciute prima avrebbe rinunciato a girare il film. Ciononostante riuscì, sul filo delle dissolvenze, del montaggio e di altri geniali artifici che si riveleranno meglio nelle sue opere successive a girare scene sorprendentemente indenni in censura (come quella del protagonista che guarda il ritratto di Lolita mentre fa l'amore colla madre). Il film all'epoca non fu capito da buona parte della critica (una delle eccezioni furono i cahièrs du cinema, in particolare Godard che aveva attaccato i film precedenti di Kubrick e che scrisse che il film era una sorpresa, semplice e pulito, e che raccontava benissimo l'America). James Mason ricorderà il suo ruolo come uno dei due o tre migliori della sua vita, ma sono eccezionali anche Shelley Winters e soprattutto Peter Sellers, col suo proteiforme istrionismo che prefigura la pluriinterpretazione ne "Il dottor Stranamore". Il rapporto ambiguo di Kubrick colla cultura tedesca (presente nelle luci espressioniste di molte inquadrature del film) è rappresentato dalla maschera satirica del professor Zemph, parodia dei clichè cinematografici sugli scienziati tedeschi (l'idea dell'impero nazista che avrebbe dovuto durare mille anni oggi è ridicola ma allora venne presa sul serio e appoggiata dalle persone più impensate come Philip Glass, fisico e premio Nobel). A Sellers Kubrick concesse il privilegio di improvvisare come farà solo con Jack Nicholson in "Shining". La sceneggiatura del film, accreditata al solo Nabokov ma in realtà ampiamente rimaneggiata da Kubrick e dall'amico coproduttore James B. Harris, ex ufficiale dell'esercito, ebbe una candidatura all'Oscar. Kubrick adotta in molte scene del film l'estetica del noir che aveva usato anche nei film di guerra precedenti. Il personaggio di Quilty rappresenta il doppio amorale del protagonista (come Ziegler in "Eyes Wide Shut" e il camerire in "Shining") e le situazioni del film via via riflettono sempre di più la sua paranoia risultante dal timore di aver infranto un tabù della società (come il congresso di poliziotti, ironica manifestazione del Super-Io del suo senso di colpa, nell'albergo dove porta Lolita), resa ancora più inquietante e misteriosa dal fatto che la ragazza, nel film, non è una ninfetta. Al tema dei miti e dei riti della società come rappresentazione e spettacolo richiama la recita scolastica in cui Lolita è truccata in un modo che prefigura l'Alex di "Arancia meccanica": Kubrick analizza la funzione del trucco, della maschera nella società. Come sempre Kubrick subordina anche il montaggio alla recitazione degli attori, soffermandosi in particolare sulla protagonista, della quale fu molto soddisfatto. La qualità fotografica delle singole inquadrature è evidente: i quattro anni passati a girare l'America lavorando per la rivista Look gli avevano insegnato a raccontare una storia con una foto e "dato una rapida educazione di come vanno le cose del mondo". Il fatto di adattare romanzi non significa mancanza di originalità: Kubrick crea una sua "Lolita" creando risvolti di vario genere e trovando spunti geniali in cui vedendo retrospettivamente la sua opera si possono riconoscere anticipazioni dei film successivi, da Arancia meccanica" a "Shining", estratti dalle potenzialità della storia stessa. La parabola tragica del professore, come quella dei protagonisti di altri film kubrickiani, è legata alla impossibilità di realizzare completamente il desiderio all'interno della società. Il personaggio di Peter Sellers fu accusato di eccessiva invadenza, ma come per Ziegler in "Eyes widw shut" Kubrick voleva mostrare l'essenza del manipolatore, del potere in una società ipocrita, corrotta e totalitaria (rappresentati anche dai politici in "Arancia meccanica" e dalle entità malefiche in "Shining"). Il film ebbe luce in un particolare momento della Storia dell'Occidente, caratterizzato da una eccezionale fioritura di libertà artistica con titoli che fecero scandalo e segnarono un'epoca (come "La dolce vita"): erano gli anni dell'Ecumenismo, della distensione e della Nuova Frontiera, col tramonto dei vecchi modelli politici, filosofici e religiosi e l'entrata in scena delle scienze dell'uomo nella cultura. I titoli di testa sono forse la parte più morbosa del film, con il piede simbolo allegorico del rimosso e della vergogna in un disturbante contasto con un tema tradizionalmente sentimentale (mentre quello di Lolita, più che la sua maliziosa ingenuità e l'acerba sessualità rende il clima culturale -Sue Lyon è molto hollywoodiana- dell'America dei primi anni '60).
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paolo 67
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sabato 10 dicembre 2011
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all'alba del nuovo espressivo e del costume
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Il film è strutturato come un lungo flashback con una cornice in cui il protagonista affronta il suo doppio (una delle ossessioni kubrickiane) in una rivolta edipica (altro tema fondamentale dell'opera di Kubrick, una ribellione all'autorità posta anche in chiave storica, coll'indicazione del 1776, l'anno della dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti) oltre che un'autopunizione. Come tutti i film dell'autore da allora in poi, "Lolita" è una favola filosofica (qualcosa ricorda "Alice nel paese delle meraviglie" di Lewis Carrol, con Quilty identico nella sua invisibilità e nel suo sorriso al gatto di Cheshire) e una allegoria satirica (l'ironia nelle scritte e nei nomi dei personaggi, come il campeggio Climax o il signor Swine (suino).
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Il film è strutturato come un lungo flashback con una cornice in cui il protagonista affronta il suo doppio (una delle ossessioni kubrickiane) in una rivolta edipica (altro tema fondamentale dell'opera di Kubrick, una ribellione all'autorità posta anche in chiave storica, coll'indicazione del 1776, l'anno della dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti) oltre che un'autopunizione. Come tutti i film dell'autore da allora in poi, "Lolita" è una favola filosofica (qualcosa ricorda "Alice nel paese delle meraviglie" di Lewis Carrol, con Quilty identico nella sua invisibilità e nel suo sorriso al gatto di Cheshire) e una allegoria satirica (l'ironia nelle scritte e nei nomi dei personaggi, come il campeggio Climax o il signor Swine (suino). Stilisticamente, il film è costruito su piani-sequenza che esaltano la recitazione degli attori, tutti straordinari, in una ricerca della chiarezza anche fotografica, contraddistinguendosi però nelle scene notturne per l'estetica del noir, una delle formazioni basilari di Kubrick in senso artistico e intellettuale, eredità dell'Europa, di quell'espressionismo nato in Germania, della quale certe manifestazioni sono parodiate nella grottesca figura del professor Zemph, interpretato in maniera sublime da Peter Sellers che preannuncia nell'inquietante e proteiforme Quilty il dottor Stranamore. Approvato da Nabokov, entusiasta soprattutto dalla performance degli attori (Sue Lyon, attrice professionista, fu scelta da Kubrick dopo centinaia di provini, a cui si presentarono anche donne di mezza età e bambine di nove anni truccate e coi tacchi alti -migliaia di ragazze furono proposte dalle stesse madri (quando non si proponevano loro stesse per il film): "La mia è una Lolita nata!", dissero alcune-), il film piacque allo spettatore medio, che ne decretò il successo, mentre fu a lungo sottovalutato dagli intellettuali (con qualche eccezione come Pauline Keal, la zarina della critica newyorkese, che definì il film "la prima nuova commedia americana dagli anni '40"). "Lolita" mantiene una freschezza che non sfiorisce ad ogni nuova visione, perchè Kubrick ha sostanzialmente reinventato il romanzo di Nabokov, traducendo in stile i contenuti emotivi, sentimentali e intellettuali dell'opera. "Lolita" è considerato uno degli impulsi all'erotismo al cinema, aprendo assieme ad altri film contemporanei le porte alla rappresentazione moderna, ma dovette passare per il vecchio sistema. Il codice vietava la rappresentazione della perversione e della depravazione. Sulla base dell'argomentazione che il protagonista e la ragazzina avrebbero potuto sposarsi in Stati come il Kentucky o il Tennessee, Kubrick riuscì a non far considerare il soggetto osceno. Il film fu girato in Inghilterra anche per migliori possibilità finanziarie (una legge consentiva ai produttori stranieri di dedurre le spese se l'80% dei collaboratori al progetto fossero stati inglesi). Dopo un lungo negoziato con la censura (in Inghilterra col mitico Trevelyan del British Board of film Censors, quello che secondo il regista di "Goldfinger" aveva da ridire "ogni due per tre"), in cui l'astuzia di Kubrick non aveva da invidiare all'abilità diabolica di un Lubitsch, di contro alla rinuncia a girare una scena che esplicitava la predilezione del professore per le ninfette poterono passare, grazie a un raffinato e intelligente lavoro sul montaggio e sulle battute degli attori, scene audaci quanto mai prima come quella con la foto di Lolita che eccita il protagonista, quella del gioco erotico sussurrato dalla ragazza all'orecchio dello stesso e una semitrasparenza del seno della Lyon nella scena della recita scolastica -il tema dell'erotismo come rappresentazione che tornerà in "Arancia meccanica"- che non mancò di indignare i puritani. Nonostante alcuni ecclesiastici avessero espresso un parere positivo sul film, esso venne proscritto dalla cattolica Legion of Decency (come "Baby Doll", "La dolce vita" e "Boccaccio '70"), che perlomeno dimostrò la propria incorruttibilità (pare rispetto a una cospicua offerta alla Chiesa americana fatta dalla società di produzione del film). Quando Humbert uccide Quilty dietro un ritratto in stile Gainsborough di una giovane e conturbante donna Kubrick rivela le radici settecentesche della storia: il successo -del libro e del film- è dovuto anche al riassumere l'immaginario collettivo di un secolo (lo stesso della stanza dove approda il protagonista al termine del viaggio oltre l'infinito in "2001" -potrebbe essere un immagine della sua memoria-) sul quale per molti versi si fonda quello attuale.
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