g. romagna
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sabato 6 febbraio 2010
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ottobre
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Le immagini messe in scena da Ejszenstein, a mo' di documentario e con tanto di voce narrante, raccontano, con accuratezza e veridicità storica, ancorchè in maniera smaccatamente agiografica, le vicende in cui fu coinvolta la Russia dal febbraio al 25 ottobre 1917, quando i Bolscevichi conquistarono il potere in nome dei Soviet con la presa del Palazzo d'Inverno. Il film ha sì un intento celebrativo (fu realizzato in occasione del decennale della Rivoluzione), ben visibile, ad esempio, nella maniera in cui sono tratteggiati i Menscevichi, i Social-rivoluzionari e lo stesso leader del governo provvisiorio Kerenskij -dipinto prima come un pavone e poi come un novello Napoleone fallito-, ma mette egualmente in luce la genuinità ideologica di un'artista ed intellettuale sinceramente comunista (non per niente fu poi rapidamente messo fuori gioco, per fortuna non fisicamente, dal regime staliniano).
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Le immagini messe in scena da Ejszenstein, a mo' di documentario e con tanto di voce narrante, raccontano, con accuratezza e veridicità storica, ancorchè in maniera smaccatamente agiografica, le vicende in cui fu coinvolta la Russia dal febbraio al 25 ottobre 1917, quando i Bolscevichi conquistarono il potere in nome dei Soviet con la presa del Palazzo d'Inverno. Il film ha sì un intento celebrativo (fu realizzato in occasione del decennale della Rivoluzione), ben visibile, ad esempio, nella maniera in cui sono tratteggiati i Menscevichi, i Social-rivoluzionari e lo stesso leader del governo provvisiorio Kerenskij -dipinto prima come un pavone e poi come un novello Napoleone fallito-, ma mette egualmente in luce la genuinità ideologica di un'artista ed intellettuale sinceramente comunista (non per niente fu poi rapidamente messo fuori gioco, per fortuna non fisicamente, dal regime staliniano). Il tono delle immagini ed il loro montaggio acquisiscono una forza narrativa e simbolica dirompente (da ricordare, tra le altre, quelle dei ponti levatoi che si alzano sulla Nevà facendo scivolare giù le vittime degli scontri e l'immagine della statua dello zar che va ricomponendosi sotto la minaccia del golpe controrivoluzionario del generale Kornilov). La prima parte del film -quella narrante gli eventi dal febbraio al luglio- è formidabile, dotata di un ritmo estenuante e calzato, mentre la seconda, per sottolineare il clima di febbrile attesa precedente alla presa del potere, è più lenta e cadenzata (ad eccezione degli ultimi minuti, quando è messo in scena il drappello di Bolscevichi che fa irruzione nel Palazzo d'Inverno cacciando via i membri residui del governo provvisorio). Il ruolo centrale nella vicenda storica è affidato da Ejszenstein al proletariato ed alla guida bolscevica -senza porre particolarmente in primo piano i suoi dirigenti- proprio a sottolineare l'unione quasi simbiotica tra il popolo ed il partito rivoluzionario, l'unico che aveva saputo raccogliere pienamente le istanze di cambiamento rivendicate dalle masse. Ottobre è sicuramente un magnifico film, una delle primarie espressioni del grande regista russo, ed una pellicola che, nonostante la sua esplicita partigianeria, riesce ad andare ben oltre l'intento propagandistico affermandosi senza dubbio come notevole testimonianza, artistica e storica, del clima che si respirava, a Pietrogrado ed in tutta la Russia, in quei giorni che -e questo nessuno può negarlo- sconvolsero realmente il mondo.
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fedeleto
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venerdì 27 gennaio 2012
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quando la storia diventa difficile da raccontare..
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Dopo il capolavoro della CORAZZATA POTEMKIN,Eisenstein(sciopero), in occasione del decimo anniversario dalla rivoluzione di ottobre,gli viene commissionato un film che descriva la situazione e l'esperienza di tale fatto storico.Dopo il crollo della statua di Alessandro terzo (e non a caso la salita dei personaggi che ora non sono ostacolati come la scalinata di odessa della corazzata potemkin),si instaura un nuovo governo provvisorio,dove kerenskij e' il capo e prende le decisioni governative.Ma quando il malcontento sepreggia nel popolo diventa difficile rendere le cose piu' semplici e dopo la manifestazione tragica di luglio,non rimane che appoggiare i bolscevichi con le teorie di Lenin e rovesciare il governo provvisorio facendo nascere un nuovo stato.
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Dopo il capolavoro della CORAZZATA POTEMKIN,Eisenstein(sciopero), in occasione del decimo anniversario dalla rivoluzione di ottobre,gli viene commissionato un film che descriva la situazione e l'esperienza di tale fatto storico.Dopo il crollo della statua di Alessandro terzo (e non a caso la salita dei personaggi che ora non sono ostacolati come la scalinata di odessa della corazzata potemkin),si instaura un nuovo governo provvisorio,dove kerenskij e' il capo e prende le decisioni governative.Ma quando il malcontento sepreggia nel popolo diventa difficile rendere le cose piu' semplici e dopo la manifestazione tragica di luglio,non rimane che appoggiare i bolscevichi con le teorie di Lenin e rovesciare il governo provvisorio facendo nascere un nuovo stato.Eisenstein cerca di descrivere un periodo difficile e lungo della storia dove molti punti rimangono oscuri e per chi non conosca la storia della rivoluzione russa non riuscira' a capire granche' ed e' proprio questo il punto.Nonostante la magistralita' del regista sovietico nel costruire sequenza formidabili e encomiabili (la scena del cavallo morto in bilico sul ponte levatoi insieme alla carrozzella cavallo inteso come razza umana poiche' gli uomini sono trattati come bestie) la storia non e' mai chiara e coinvolgente nel modo giusto e sembra tutto scontato,ma questo e' un grosso errore per un regista come Eisenstein che nel dettaglio da' il suo punto di forza.Non a caso il film e' stato fortemente criticato per via del suo essere troppo dispersivo e metaforico (plateale la sua scontatezza quando si parla di traditori senza dire chi siano esattamente),seppur il lavoro non e' del tutto riuscito ,bisogna almeno dare ad Eisenstein cio' che e' di Eisenstein ed il suo montaggio formale risulta ancora una volta ottimo,ma la critica deve essere oggettiva per quanto sia difficile dirlo ed Eisenstein non ha compiuto un lavoro degno di SCIOPERO o della CORAZZZATA POTEMKIN.
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fabio
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martedì 7 agosto 2007
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storia del cinema
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Ottobre (Oktyabr in russo) è un film celebrativo ma anche storico sulla rivoluzione russa nel 1917 che fa parte di uno dei 4 film allestiti dall’URSS per la celebrazione del 1º decennale della rivoluzione.
Ottobre spiega gli avvenimenti storici accaduti nella Russia dall’inizio della rivoluzione di febbraio alla presa del Palazzo di Inverno da un’ottica celebrativa nella quale i ruoli delle diverse classi sociali sono molto distinti: il proletario, le masse popolari rappresentano i veri protagonisti, i buoni per così dire; i borghesi e gli aristocratici rappresentano il principale avversario della rivoluzione, crudele e malvagio; infine , in un secondo piano possiamo intravvedere le altre forze politiche (menscevichi e socialisti rivoluzionari di Kerensky) e i cosacchi che vengono ridicolizzati.
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Ottobre (Oktyabr in russo) è un film celebrativo ma anche storico sulla rivoluzione russa nel 1917 che fa parte di uno dei 4 film allestiti dall’URSS per la celebrazione del 1º decennale della rivoluzione.
Ottobre spiega gli avvenimenti storici accaduti nella Russia dall’inizio della rivoluzione di febbraio alla presa del Palazzo di Inverno da un’ottica celebrativa nella quale i ruoli delle diverse classi sociali sono molto distinti: il proletario, le masse popolari rappresentano i veri protagonisti, i buoni per così dire; i borghesi e gli aristocratici rappresentano il principale avversario della rivoluzione, crudele e malvagio; infine , in un secondo piano possiamo intravvedere le altre forze politiche (menscevichi e socialisti rivoluzionari di Kerensky) e i cosacchi che vengono ridicolizzati.
Il proletariato, le masse popolari e contadine, impersonato dai soldati dell'armata e della flotta rossa, operai e cittadini di Leningrado, assumono in questo film il ruolo più importante tanto che nemmeno Lenin assume la parte del protagonista. Ejzenštejn ebbe a dire a proposito: "Mi considero uno degli artisti più "disumani". La rappresentazione dell'uomo non è mai stato il problema centrale, né il problema capitale delle mie opere. Secondo la tendenza del mio spirito, sono sempre stato, innanzitutto, il cantore del movimento di massa, sociale, drammatico, e la mia attenzione artistica è sempre rivolta con maggiore acutezza al movimento piuttosto che a ciò che è il movimento”.
Le masse popolari vengono riprese dall’alto come una forza unita nella quale non c’è nessuna persona che predomini sull’intero gruppo, vale a dire uno dei principali pilastri della corrente ideologica marxista: il collettivo fa la forza.
Il carattere celebrativo del film nei confronti della rivoluzione russa può essere riassunto nella famosissima scena che si svolge nell’assemblea costituente nella quale la maggioranza dei deputati vota a favore dei bolscevicchi e perciò dell’assalto del Palazzo d’Inverno.
Al film sia per l'eccessiva lunghezza (quasi 3 ore divise in 2 parti) sia perchè poneva in primo piano Trotskij che era ormai stato sconfitto politicamente da Stalin, furono imposti numerosi tagli, vennero ad esempio tolti tutti i riferimenti a Trotskij: delle due parti e dei 4.500 metri montati rimasero poco più di 2.200 metri.
Ottobre fu girato da Sergej Ejzenštejn nel 1928, 2 anni dopo “La corazzata Potemkin”, con l’aiuto dei suoi collaboratori Grigorij Aleksandrov (per la regia) ed Eduard Tissé (per la sceneggiatura) e fu prodotto dalla casa cinematografica Sovkino. Nel film si possono osservare i caratteri già affermati nei film di Ejzenštejn come sono ad esempio il montaggio analogico e le inquadrature tipiche del regista.
Il montaggio analogico, detto anche "montaggio intellettuale", riesce a trasmettere una morale o un messaggio (la critica dei fatti ad esempio nella scena del cavallo e del bolscevicco che viene ammazzato contemporaneamente) che colpisce a livello visivo ma che è semplice e che rende facile da capire il messaggio che la scena vuole trasmettere.
Le inquadrature di Ejzenštejn sono spettacolari e fanno parte della storia del cinema e sono alla base della maggioranza di tutti i film. Soprattutto a livello visivo colpiscono molto perchè nonostante la camera sia ferma riescono a rendere in modo eccezionale il movimento con inquadrature dall’alto. Sono anche stupende le inquadrature dei volti delle persone visti dal basso o dall’alto.
In questo film la regia di Sergej Ejzenštejn è maturata rispetto al film della Corazzata Potemkin, le sue teorie sul cinema si sono consolidate e sa proporci un film nel quale esalta gli ideale rivoluzionario ma comunque che fa sicuramente parte della storia del cinema.
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great steven
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lunedì 6 febbraio 2017
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il mese rivoluzionario per eccellenza dei russi.
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OTTOBRE (URSS, 1928) diretto da SERGEJ M. EJZENSTEJN. Interpretato da V. NIKANDROV, VLADIMIR POPOV, BORIS LIVANOV
Girato interamente a Leningrado, è la ricostruzione, fedelissima a livello storico e di un’intensità ammirevole per la messinscena, della rivoluzione d’ottobre dieci anni dopo, appunto in occasione del decimo anniversario dalla presa di potere del comunismo sovietico, che rovesciò la monarchia assoluta degli zar, cacciò i regnanti dal paese e vide l’affermazione di Lenin e dei suoi bolscevichi.
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OTTOBRE (URSS, 1928) diretto da SERGEJ M. EJZENSTEJN. Interpretato da V. NIKANDROV, VLADIMIR POPOV, BORIS LIVANOV
Girato interamente a Leningrado, è la ricostruzione, fedelissima a livello storico e di un’intensità ammirevole per la messinscena, della rivoluzione d’ottobre dieci anni dopo, appunto in occasione del decimo anniversario dalla presa di potere del comunismo sovietico, che rovesciò la monarchia assoluta degli zar, cacciò i regnanti dal paese e vide l’affermazione di Lenin e dei suoi bolscevichi. Rientrato da un lungo esilio, il carismatico e combattivo Vladimir Ilic Ul'janov aizzò i contadini e operai russi a ribellarsi al potere dittatoriale di stampo zarista e convinse l’esercito, appena uscito dalla Prima Guerra Mondiale, a prendersi le tre cose principali per sopravvivere (pane, pace e terra, opportunamente ribadite nelle didascalie che scandiscono l’andamento del film) con la forza, ma in un primo momento le masse rivoluzionarie vengono sconfitte e ridotte temporaneamente al silenzio. Viene dunque istituito un governo provvisorio guidato da Alexander Kerenskij, uomo ambizioso ma inetto e debole, che diventa immediatamente il bersaglio dei bolscevichi, imprigionati insieme al primo reggimento mitraglieri. Incapace di risolvere i problemi della Russia, Kerenskij è costretto a farsi aiutare dai suoi ex nemici, cosicché i soldati vengono liberati e hanno dunque l’occasione, coadiuvati fortemente dal partito che ha frattanto raccolto il sostegno operativo del proletariato, di ritentare la scalata al potere. Dopo una breve resistenza e una nuova e potente arringa da parte di Lenin, i rivoluzionari prendono d’assalto il Palazzo d’Inverno e obbligano i borghesi alla resa. Il 25 ottobre 1927, alle 10 del mattino, viene firmato il patto d’alleanza che sancisce l’inizio del regime comunista nell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. Ormai avvalorato come autore cinematografico incaricato di celebrare nel mondo la potenza, la bellezza e il valore della Russia comunista, Ejzenstejn non dimenticò mai però la sua missione artistica e, più che costruire un panegirico cerimonioso della sua nazione d’origine (un simile scivolone fu abilmente evitato anche col precedente La corazzata Potëmkin, 1925), diresse un documento storico di incontestabile valenza descrittiva ed espressiva per quanto concerne la più grande rivoluzione socio-politica del primo Novecento. La sua pellicola anche questa volta non prevede protagonisti in senso stretto, giacché i personaggi che popolano le veloci e dense immagini in movimentata sequenza sono tutti tratti dalla società povera e, in quanto membri del popolo, agiscono nell’ambito della settima arte esclusivamente allo scopo di rievocare un frammento di gloriosa Storia recente, ma non per questo la loro partecipazione è meno evidente o fruttuosa: le gremite e inferocite folle che inneggiano ai discorsi di Lenin, i soldati che combattono per le strade di Pietrogrado, i proletari che reclamano i diritti essenziali alla vita e i reparti militari femminili che pongono d’assedio il cerchio d’acciaio che circonda gli edifici istituzionali moscoviti assolvono pienamente il loro compito, facendo ben comprendere allo spettatore quanto la violenza, l’imposizione e la conquista autoritaria abbiano giocato un ruolo fondamentale nel far voltare pagina alla storia della Russia, determinando un cambiamento epocale come se ne ebbero pochi nelle vicende politiche degli Stati europei, e forse del mondo. Rimane, nonostante tutto, un film di propaganda, ma Ejzenstejn seppe evitare i toni paternalistici e campanilistici rendendo sempre onore alle fasce più svantaggiate della società e permettendo loro con costanza di esprimersi, e in questo modo, più che asservirsi all’ordine costituito nazionale, consentì al suo innegabile genio di mettere i propri capolavori al servizio dello stile artistico e della protesta popolare. D’altro canto, l’ottobre più focoso e ammantato di presagi mortiferi di tutti i tempi non viene riesumato come un evento polveroso da ricordare con compassione e rimpianti dopo un decennio, ma è bensì considerato in tutta la sua essenza rivoluzionaria di spartiacque decisivo e definitivo nel sancire un irripetibile passaggio da un regime assolutistico ad un altro sempre dell’identico stampo, malgrado o forse proprio grazie alle promesse salvifiche e foriere di novità benevole che Lenin e i suoi seguaci fecero al proletariato. Di fatto precipitandolo dalla padella alla brace, in quanto, com’è noto, e anche il regista non manca di sottintenderlo fra le righe, insinuando in certo qual modo una velata ma possente critica al rinnegamento degli ideali di libertà, il comunismo sovietico adottò un modus operandi dittatoriale, in tutto e per tutto. Consigliabile agli studenti che affrontano a scuola il periodo della rivoluzione d’ottobre e a tutti quegli appassionati di cinema storico che amano vederlo anche nelle vesti di vecchi film muti in bianco e nero. Esiste anche in versione sonorizzata. Una maestosa colonna sonora che, con un procedere greve e cupo, pervade le immagini, alcune indimenticabili per la loro verosimiglianza schiacciante, fra cui vale la pena di citare: il cavallo bianco che cade dal ponte levatoio appena sollevato; i cosacchi che giocano coi loro copricapi e si divertono mentre mangiano il rancio; il primo reggimento dei mitraglieri che avanza mesto e coeso dopo la prima sconfitta; le riunioni sindacali del governo provvisorio all’interno di vaste stanze vitree tempestate di lussuose decorazioni; l’assedio conclusivo al Palazzo d’inverno, probabilmente una delle scene di guerra più convincenti ed emozionanti che il cinema muto abbia mai saputo creare agli occhi della settima arte.
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il cinefilo
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lunedì 8 novembre 2010
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i dieci giorni che sconvolsero il mondo
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Questo film venne realizzato(diretto da S.M.Ejzenstein ma finanziato dal governo russo)con un obiettivo fortemente celebrativo degli eventi che portarono alla conquista del Palazzo d'inverno e la presa del potere da parte dei bolscevichi come già è stato ricordato dai miei illustri colleghi delle precedenti recensioni.
Come sempre il grande regista russo riesce a far convivere magistralmente l'estetica autenticamente rivoluzionaria con la mera propaganda infondendogli(ancora una volta)un atmosfera epica che,ancora oggi,impedisce di classificare la pellicola sotto una luce prettamente documentaristica.
I protagonisti assoluti del film sono una buona parte degli stessi operai e soldati che parteciparono realmente a quel gigantesco evento storico e il regista sembra concentrare la cinepresa molto(ma non in maniera ossessiva)su una vasta gamma di dettagli importanti(i fucili,le bandiere,i volti della gente)e su altri quasi,ma non tutti,"enigmatici"(le statuette raffiguranti animali e uomini)che contribuiscono a elevare l'intera operazione a un piano assai più elevato e importante del semplice cinema di propaganda(un rischio che l'autore,semmai,sembrerebbe correre nel film ALEKSANDR NEVSKJI).
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Questo film venne realizzato(diretto da S.M.Ejzenstein ma finanziato dal governo russo)con un obiettivo fortemente celebrativo degli eventi che portarono alla conquista del Palazzo d'inverno e la presa del potere da parte dei bolscevichi come già è stato ricordato dai miei illustri colleghi delle precedenti recensioni.
Come sempre il grande regista russo riesce a far convivere magistralmente l'estetica autenticamente rivoluzionaria con la mera propaganda infondendogli(ancora una volta)un atmosfera epica che,ancora oggi,impedisce di classificare la pellicola sotto una luce prettamente documentaristica.
I protagonisti assoluti del film sono una buona parte degli stessi operai e soldati che parteciparono realmente a quel gigantesco evento storico e il regista sembra concentrare la cinepresa molto(ma non in maniera ossessiva)su una vasta gamma di dettagli importanti(i fucili,le bandiere,i volti della gente)e su altri quasi,ma non tutti,"enigmatici"(le statuette raffiguranti animali e uomini)che contribuiscono a elevare l'intera operazione a un piano assai più elevato e importante del semplice cinema di propaganda(un rischio che l'autore,semmai,sembrerebbe correre nel film ALEKSANDR NEVSKJI).
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