Anno | 2015 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 73 minuti |
Regia di | Sebastiano Luca Insinga |
Attori | Luca Bergia, Cristiano Godano, Riccardo Tesio, Luca Saporiti, Federico Fiumani Gianni Maroccolo, Alberto Campo, Giovanni Lindo Ferretti, Franco Ballatore, Alex Astegiano, Ivan Rosso, Federico Guglielmi. |
Uscita | mercoledì 17 febbraio 2016 |
Tag | Da vedere 2015 |
Distribuzione | Wanted |
MYmonetro | 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento mercoledì 6 aprile 2016
Dalla preparazione in sala prove alle oltre 30 date del tour in giro per la penisola, un film che segue da vicino la band che ha reso grande il rock italiano.
CONSIGLIATO SÌ
|
Ottobre 2014: con il Catartica Tour i Marlene Kuntz festeggiano i 20 anni del loro album di debutto e i loro 25 di attività. Per celebrare il doppio anniversario la band si lascia seguire da una piccola troupe mentre suona di nuovo quel disco spartiacque nel rock alternativo italiano. In parallelo, i componenti (anche i fuoriusciti), i produttori e alcuni colleghi e giornalisti musicali ripercorrono la storia delle origini del gruppo.
Tributo di carriera e insieme film concerto, Complimenti per la festa rievoca i primi passi di un gruppo di tenaci ragazzi di provincia (Cuneo) innamorati della musica. I tre fondatori - il batterista Luca Bergia, il cantante/chitarrista Cristiano Godano e il chitarrista Riccardo Tesio - poco più che ventenni, rimasticano post punk, Sonic Youth, alt-rock e lo rielaborano, complice la forte aspirazione al songwriting in italiano di Godano, elemento carismatico e sexy della band. Il titolo viene da una delle quattordici tracce di Catartica, Festa mesta, pezzo che richiama immediatamente il gesto punk del pogare sotto il palco e una certa rabbia malinconica. Coerentemente all'atteggiamento schivo dei Marlene, il film di Insigna fa piazza pulita di trionfalismi e cerca il proprio fulcro nell'energia dei momenti di palco e nella normalità della vita on the road. Scelta appropriata, per una formazione che ha suonato molto live. L'effetto "immersivo", come si legge nelle note di regia, deriva certo dal sedersi tra di loro con la videocamera nel van, a tavola o nel backstage, ma in particolare dal montaggio straordinariamente fluido dei brani in concerto, citati con moderazione e costruiti su raccordi tra esibizioni su palchi differenti.
Il film intercetta così, dopo l'iniziale frustrazione di un talento non riconosciuto, quella particolare, paziente fratellanza che è la pratica del suonare insieme per anni, con le sue regole, riti e vezzi: dai problemi di volume degli amplificatori all'eccitazione per la richiamata in scena. Ovvero quella chimica che continua a giustificare ogni fatica (è previsto un tour anche per Lunga attesa, il loro decimo album di studio, uscito a fine gennaio).
Come viene ricordato, Catartica arrivò in un momento molto creativo per la scena italiana, rianimata dalle preesistenti realtà di Bologna (Gaznevada, tra gli altri) e Firenze (Litifiba e Diaframma). E in particolare dal Consorzio Produttori Indipendenti, nato sulle ceneri dei CCCP, a cui i Marlene Kuntz devono la loro "svolta", testimoniata dal "battesimo" di Lieve, che qui compare nell'esecuzione tv in acustico dei CSI. L'immagine emblematica dei giovani ed euforici Godano, Manuel Agnelli degli Afterhours e Mauro Ermanno Giovanardi dei La Crus dà proprio il senso di quella piccola rivoluzione nostrana di filosofia do it yourself, festival di ricerca e discografie disponibili alla sperimentazione. Le testimonianze di Gianni Maroccolo e Giovanni Lindo Ferretti, produttori di Catartica, e un consistente apparato fotografico e video d'epoca restituiscono il sentimento di quel periodo. Anche se, al di là di un rapido prologo storico, si avverte l'esigenza, soprattutto per il pubblico che non ha vissuto quella stagione, di un po' più di contesto, di intersezioni tra formazioni e generi, di qualche cenno in più sulla genesi e l'atmosfera politica in cui nacque la tracklist dell'album; il sentimento, insomma, che stava dietro a quelle distorsioni.
Le collaborazioni internazionali e la crossmedialità soprattutto cinematografica, dei Marlene, stanno fuori; il fuoco è volutamente stretto su Catartica. Il confronto con il quale, oggi, mostra l'intelligenza di un gruppo che ha saputo durare a contatto con un panorama molto mutato. Ciò che Complimenti per la festa trasmette, paradossalmente e senza enfasi, non è tanto il senso di quel disco dissonante e ipnotico, ancora caro a molti, quanto quello di un percorso verso un difficile equilibrio, tra soddisfazione e timidezza, fatica, gratitudine per i fan e desiderio immutato di fare musica.