Anno | 2014 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Ungheria |
Regia di | Gábor Reisz |
Attori | Áron Ferenczik, Miklós Horváth, Bálint Györiványi, Tamás Owczarek, Roland Lukács Juli Jakab, Katalin Takács, Zsolt Kovács. |
Tag | Da vedere 2014 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,15 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 11 novembre 2014
Alla soglia dei trent'anni, Áron viene scaricato dalla fidanzata. La sua vita gli sembra tutta da rifare.
CONSIGLIATO SÌ
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Eszter l'ha lasciato, portandosi via anche i capelli impigliati nello scarico della doccia, e da allora Aron muore un po' ogni giorno, un po' ovunque. Il suo dramma non sembra però scuotere il mondo intero. Al contrario. Sua madre continua a cercargli un lavoro, i suoi amici continuano a bere. Una sera, contravvenendo alle sue abitudini, anche Aron si sbronza e finisce per comprare un biglietto per Lisbona, anche se si accorgerà di averlo fatto solo il mattino dopo. Forse là troverà il modo di dimenticare Eszter, o forse sarà la bionda controllora dei biglietti sul tram, con le dita nel naso, a fungere da chiodo che schiaccia altro chiodo, o forse chissà.
For Some Inexplicable Reason non è certo la prima commedia che racconta i tormenti di un giovane ventinovenne alle prese con le prime pugnalate sentimentali e l'ingresso nell'ingrato mondo adulto. A dire la verità non si contano i precedenti. Eppure la freschezza e la gentilezza di questo film ne fanno un esemplare a suo modo imperdibile, malinconico ma non vittimista, misuratamente eccentrico senza esibizionismi, soprattutto vicino con lo spirito all'età che racconta e fantasioso nelle invenzioni visive e non solo in quelle.
L'esordio dell'ungherese Gabor Reisz fa spesso ridere ma non è una commedia ridanciana: racconta di un giovane uomo che non riesce mai a camminare nella direzione corrente, che ha un talento straordinario per tirarsi la zappa sul piede e ingigantire i suoi piccoli guai, o superare un'umiliazione per incorrere direttamente in una ben più grave e autodeterminata (la scena con l'ex rivale in amore, David Amigo, è il non plus ultra in questo senso). Racconta di un lunghissimo cordone ombelicale da recidere, di un fantasma amoroso di cui doversi liberare, e fa tutto questo esplicitando candidamente le metafore senza però trasportare il film sul piano della burla o della fiaba. Più di tutto, racconta la bellezza del farsi travolgere dalla vita, per ingenuità dura a morire o forse per una sorta di intelligenza segreta, che fatica a farsi apprezzare in quest'epoca di cose da dimostrare e tempi da rispettare.
Pur raccontando la medesima storia, il film di Reisz fa quello che il recente "Oh Boy, un caffè a Berlino" non era riuscito a fare, troppo preoccupato dell'estetica per raffinare a sufficienza la sostanza. Qui l'immagine ha un ruolo fondamentale -sarebbe impossibile affermare il contrario- e la scelta fotografica è bella e coerente, senza bisogno di forzature, ma soprattutto la sostanza abbonda.
Una delle commedie più riuscite dell’anno arriva dall’Ungheria, con la regia del giovane Gábor Reisz. Il quasi 30enne Aron è un laureato in Teoria e Storia del Cinema che passa le giornate al parco, sulle panchine, per strada mentre non succede alcunché, la vita gli scivola addosso senza soluzione di continuità. Per qualche inesplicabile ragione, dopo una serata decisamente alcolica passata con gli [...] Vai alla recensione »
Altro film premiato al TFF . Carino un po' banale ma simpatico . Forse è stata premiata la simpatia del protagonista ma forse anche la simpatica figura del regista ,presente in sala e piuttosto emozionato ma il prossimo film deve offrire qualcosa di più solido .