Medeas

Film 2013 | Drammatico 97 min.

Regia di Andrea Pallaoro. Un film Da vedere 2013 con Catalina Sandino Moreno, Brían F. O'Byrne, Mary Mouser, Ian Nelson, Maxim Knight. Cast completo Genere Drammatico - Italia, Messico, 2013, durata 97 minuti. - MYmonetro 3,42 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 6 settembre 2013

Il film rappresenta un'esplorazione lirica di una particolare realtà familiare e dei rapporti umani che la caratterizzano.

Consigliato sì!
3,42/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO 3,33
CONSIGLIATO SÌ
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Cinema
Trailer
Pallaoro, alla sua opera prima, declina al maschile la tragedia di Euripide, esplorando le debolezze dei suoi personaggi.
Recensione di Marzia Gandolfi
venerdì 6 settembre 2013
Recensione di Marzia Gandolfi
venerdì 6 settembre 2013

Nella campagna rurale americana Ennis e Christina vivono coi loro cinque figli. Esigente coi ragazzi e votato a Dio e al lavoro, Ennis trascura la giovane moglie che allaccia una relazione clandestina. Tra una canzone ascoltata in cuffia e una rivista erotica, Ruth e Micah sperimentano intanto la loro adolescenza, sognando un altrove dove vivere i loro primi turbamenti. Assillato dai problemi economici e dalla gelosia per Christina, che elude le sue attenzioni, Ennis compra un televisore nel tentativo di distendere gli animi e riportare l'equilibrio in famiglia. L'ennesimo rifiuto della moglie, a cui reagisce con una tentata violenza, lo getta nel più profondo sconforto. Una domenica, caricati i figli in auto e incassata la determinazione di Christina a restare a casa, fa visita al vecchio padre da cui si congeda molto presto mettendo in atto il suo folle piano. Intanto Christina, consumato un altro amplesso dentro il suo vestito nuovo, li attenderà per cena e per tutta la vita.
Opera prima di Andrea Pallaoro, regista italiano che vive e lavora negli States, Medeas declina al maschile la tragedia di Euripide, inscenando un padre reso pazzo dal negarsi dell'amata, diventata per questo ossessione, nemica e persecutrice. Se la storia è nota, inedito è lo svolgimento che si sottrae alla linearità del racconto, dispiegandosi in quadri e dentro a un paesaggio rurale abbagliante e rarefatto, in cui si muove una famiglia intesa come entità a se stante e priva di qualsiasi legame con il resto della società. L'apparente armonia del prologo si rompe attraverso la rivelazione di verità nascoste, che determinano conflitti insanabili e investono le azioni dei personaggi di un andamento quasi rituale.
La depressione che tormenta il capofamiglia appassisce giorno dopo giorno figli e consorte, invecchiandoli e avvicinandoli alla morte e all'epilogo tragico. Pallaoro non sentenzia sui suoi personaggi, esplorandone le debolezze e confrontandoli con una natura di infinita bellezza. Il suo sguardo, dominato da un diffuso senso di fatalismo, attiva un interessante rapporto con il fuori campo, producendo un'abulia diffusa, una mancanza di slancio, una caduta tendenziale del desiderio che dal genitore si allarga alla moglie e ai figli, in cerca di una passione propria, che sia un fidanzato, un cane, un abbraccio, un amplesso. L'esperienza depressiva del padre riduce i soggetti a oggetto e insinua in seno alla famiglia una tensione destinata a implodere. Se i ragazzi e Christina reagiscono con sentimento all'altro, Ennis si ritira di fronte al mare aperto della vita, raccogliendo la famiglia, e di fatto vincolandola, attorno a un vecchio televisore, che sostituisce il mondo e supplisce la mancata connessione alla realtà. La regia di Pallaoro è abile a concepire e circoscrivere il vuoto che inghiotte il padre di Brían F. O'Byrne, sempre più separato dalla verità e scisso dalla moglie che punisce con un gesto estremo e innaturale.
Le problematiche affettive sollevate da Medeas trovano piena corrispondenza nelle immagini che 'tagliano' l'orrore finalizzato alla distruzione della relazione tra madre e figli. Rivendicando un diritto di proprietà assoluto (di vita e di morte) sulla propria prole, Ennis uccide senza che il mondo intorno finisca con la sua vita e il suo esecrabile narcisismo.

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