Anno | 2011 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Alain Cavalier |
Attori | Vincent Lindon . |
MYmonetro | 2,93 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento lunedì 28 novembre 2011
Il regista Alain Cavalier, filmando se stesso e l'attore Vincent Lindon per circa un anno, ha realizzato un film sopseso tra fiction e vita vissuta. Il film ha ottenuto 2 candidature a Cesar,
CONSIGLIATO SÌ
|
Alain Cavalier e Vincent Lindon sono amici. Anzi si potrebbe dire che tra di loro sussiste un rapporto padre/figlio. Da tempo hanno in mente di girare un film insieme. L'occasione la crea Cavalier che propone all'amico di relazionarsi come se il regista fosse il Presidente della Repubblica e Lindon il Primo Ministro. Detto fatto. I due iniziano le riprese comportandosi come due uomini di Stato.
Ci sono dei film destinati in partenza a non varcare il confine del Paese in cui sono stati realizzati. È il caso di questa nuova opera di un'intellettuale di alta levatura come Alain Cavalier. Il motivo è presto detto: i riferimenti alla situazione e alla struttura del potere in Francia sono così numerosi da renderla di difficile comprensione per chi vive in un altro contesto. Ci sono, ovviamente, elementi comuni a tutto il mondo come il conflitto d'interessi e il processo di scrittura delle leggi ma per il resto ciò che interessa di più si colloca in un territorio totalmente diverso. Il vero e proprio divertimento origina dalla dinamica che interviene tra i due che si configura in un continuo entrare e uscire dalla parte. Entrambi sornioni Cavalier e Lindon giocano come bambini che si siano detti "tu fai il cowboy e io l'indiano" sempre coscienti di star recitando ma anche pronti a farsi prendere dal ruolo fino ad insistere su alcuni particolari a cui tengono in modo speciale. Le riunioni in cui si prendono decisioni delicate così come i pasti divengono occasione per un confronto gatto/topo in cui il felino e il roditore sono pronti a passare dall'attacco alla difesa e viceversa. Sempre, ovviamente, con gran classe. Alla francese insomma.