Anno | 2010 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 89 minuti |
Regia di | Ilaria Paganelli |
Attori | Anna Teresa Rossini, Mariano Rigillo, Maria Teresa Rossini, Gianluca Medas, Jonathan Deman, Carina Wachsmann, Stephanie Capetanides, Nadia Kibout, Emma Medas, Giordano Petri . |
Uscita | venerdì 27 agosto 2010 |
Distribuzione | Planet Image |
MYmonetro | 2,30 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 26 agosto 2010
Isaak è un giovane violinista in crisi, che si ritira nel borgo sardo di S'Archittu in cerca di risposte. Grazie alla magia del luogo, troverà la sua musica.
CONSIGLIATO NÌ
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Suo padre lo vorrebbe un esecutore senza pretese, ma Isaak desidera comporre. Per superare una crisi esistenziale si affida al consiglio della fidanzata e, violino in spalla, si ritira nel piccolo borgo di S'Archittu, in provincia di Oristano. Qui, attraverso la conoscenza della vecchia Letizia e l'ascolto della tragica vicenda di John e Sofia, una coppia di musicisti approdata in quel luogo nel 1946, ritrova la fiducia in se stesso e l'ispirazione.
L'esordio di Ilaria Paganelli si muove lungo un tema ultraclassico, che cinema e letteratura esplorano da sempre: il viaggio in un altrove sconosciuto che conduce paradossalmente al ritrovamento di sé e della propria natura. "All'estero mi sento a casa mia", diceva, con un aforisma, Henry Miller.
Lo svolgimento tuttavia non è originale: i conflitti con la famiglia si risolvono in scenette da soap e la partenza ha i gesti e i modi stilizzati e poco naturali a cui costringe solitamente il timing di un cortometraggio. Non va meglio una volta in Sardegna, dove la bella fotografia di Ugo Lo Pinto, anziché saturarsi della realtà, di per sé straordinaria, si appesantisce di una sfilata di colori e visioni forzate di paesani in costume e formaggi e salumi inquadrati come fosse una cinevendita. Con ogni probabilità lo è, possiamo immaginare infatti che la regista al momento del tournage avesse un debito di riconoscenza verso la regione e un contratto da rispettare, ma era un obbligo da dissimulare a tutti i costi e così non è stato.
Non a caso, allora, funziona molto meglio la parte relativa alla storia nella storia, ambientata in un'epoca esplicitamente ricostruita, manipolata, mediata dall'aura di mito e leggenda che la storia e il racconto orale le hanno ricamato addosso. Ciò non significa per forza che l'oggi non suoni autentico, crediamo al sindaco che gioca a carte col parroco e col farmacista come al meccanico di biciclette che tutto sa e tutto manda a dire, ma è la modalità della sua messa in scena che malauguratamente non ci illude: non paiono immagini rubate alla quotidianità ma siparietti allestiti per il passaggio previsto della macchina da presa. Buona, invece, la prova attoriale di Giordano Petri, via via sempre più convincente, e la bella presenza di Stéphanie Capetanides nel ruolo della giovane Sofia.
Un film da interpretare, ricco di simboli. Due storie lontane nel tempo si incontrano nella stessa scogliera , si intrecciano e si completano. Una veglia , un ballo, tracce nella terra, occhi che guardano , mani che lavorano.La luce, l'ombra: il mare azzurro, forte...tempeste e bonacce. Come nella vita. La forza dell'amore e del ricordo.Come opera prima stupisce per grazia e robustezza che offuscano [...] Vai alla recensione »