Titolo originale | En ganske snill mann |
Anno | 2010 |
Genere | Commedia |
Produzione | Norvegia |
Regia di | Hans Petter Moland |
Attori | Bjørn Sundquist, Kjersti Holmen, Stellan Skarsgård, Aksel Hennie, Henrik Mestad Julia Bache-Wiig, Jan Gunnar Røise, Jon Øigarden, Jorunn Kjellsby, Gard B. Eidsvold, Bjørn Floberg. |
MYmonetro | 2,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 12 febbraio 2010
Al Box Office Usa A Somewhat Gentle Man ha incassato 35,6 mila dollari .
CONSIGLIATO SÌ
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Dopo aver passato gli ultimi dodici anni della sua vita in carcere, il killer professionista Ulrik non sa bene come poter tornare ad una vita normale. La sua indole è fondamentalmente quella di un uomo buono e gentile, ma è il suo passato a non concedergli una vita normale. Appena uscito, Ulrik si allea con il suo vecchio amico gangster Jensen per vendicarsi del poliziotto che lo ha arrestato. Nel frattempo, comincia a riprendere contatti con il mondo esterno, trovando lavoro come meccanico presso un'officina gestita da un ometto verboso e ospitalità nello scantinato di una bisbetica signora. Quando dalla ex moglie viene a sapere che il figlio conduce un'esistenza felice con una ragazza per bene che sta per renderlo padre, Ulrik cerca di riappacificarsi con lui per dimenticare tutti quegli anni di assenza, ma deve anche affrontare le pressioni di Jensen e quelle di tutte le varie donne che gli stanno attorno.
Al di fuori della regione scandinava, Stellan Skarsgård è noto soprattutto per ruoli di comprimario in grandi produzioni hollywoodiane (Mamma mia!, I pirati dei Caraibi) o come presenza quasi fissa nelle opere di Lars Von Trier.
A Somewhat Gentle Man se ne appropria completamente, valorizzandone l'espressività e il potenziale mimico-comico. Il film è interamente misurato su Skarsgård e la sceneggiatura finisce con l'essere più un buon lavoro di "sartoria" condotto sul suo sguardo freddo ma stralunato, sulla sua corporatura grossa ma gioviale, sul suo modo di fare gentile e assieme rozzo, che una raffinata operazione di scrittura.
L'assunto iniziale è curioso: la provincia di Oslo è un pianeta sporco e freddo apparentemente disabitato, dove gli unici esempi di uomini sono dei gangster cialtroni, dei meccanici verbosi, dei mariti violenti o dei lapponi che trafficano in armi. E dove anche quelli più apparentemente perfetti si trovano a pesca nel vero momento del bisogno. Solo Ulrik pare essere l'uomo giusto al momento giusto, quello in gradi soddisfare le esigenze e i problemi delle signore, e la sua uscita di galera pare l'unico evento concepibile all'interno di un tale tipo di contesto.
A volersi divertire a fare della sociologia spicciola, si potrebbe provare a indagare in sottotesto gli ideali di una società fortemente paritaria come quella scandinava, dove quella che ancora ci ostiniamo a chiamare "crisi del maschio" non è vissuta come un problema, e dove l'uomo "che non deve chiedere mai" degli spot commerciali ha da tempo abdicato all'uomo "che non deve rifiutarsi mai". Ma si darebbe troppa importanza ad un film che non si vergogna a giocare con un umorismo grottesco piuttosto facile e schematico, ben coordinato ma facilmente caricaturale. Avere un grande protagonista è già da sé un grande valore aggiunto. Per tutto il resto, basta cucirgli addosso l'abito adatto a risolvere ogni situazione e a trovare il lieto fine senza spendere troppo.