Titolo originale | Lille Soldat |
Anno | 2008 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Danimarca |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Annette K. Olesen |
Attori | Trine Dyrholm, Lorna Brown, Finn Nielsen, Rasmus Botoft, Thure Lindhardt Henrik Prip, Jens Jørn Spottag, Victoria Agami, Louisa Yaa Aisin, Henrik Jørgensen. |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Lotte è una soldatessa in congedo che, per aiutare il padre e se stessa, comincia a lavorare come autista nel mondo della prostituzione. L'incontro con l'immigrata Lily le cambierà la vita.
CONSIGLIATO SÌ
|
Lotte è appena tornata dal suo impegno come soldato danese in Iraq ed è in cerca di un lavoro. Ad offrirglielo è suo padre il quale gestisce un giro di prostitute escort africane. Lily, nigeriana, è la sua preferita ed è a lei, causa infortunio dell'autista e guardia del corpo, che Lotte dovrà fare da accompagnatrice. Le due donne inizialmente si contrappongono per poi divenire sempre meno guardinghe. Sarà Lotte, dopo un incontro di Lily con un cliente molto pericoloso, a prendere una decisione che riguarda entrambe.
Annette K. Olesen, con il supporto di Zentropa di Lars Von Trier, scava negli abissi del non detto. A partire da un dato quasi dimenticato in Europa: la Danimarca ha inviato soldati in Iraq. Lotte è uno di questi. Fa ritorno in modo anonimo, non rivela nulla della sua esperienza sul campo, si è quasi mascolinizzata pur conservando i segni di un desiderio femminile non ancora del tutto soppresso.
Dinanzi a lei Lily che si prostituisce per scelta, per mandare i soldi a casa a una figlia ancora piccola. Nel mezzo l'ingombrante figura paterna. Un uomo che non prova alcun senso di colpa per la sua compravendita di corpi femminili così come non la provano clienti dalle più varie tendenze. È con entrambi che Lotte si trova a doversi confrontare nella ricerca di una propria identità difficile da ricostruire. Olesen riesce a metterci di fronte a una complessità del reale che rende difficili le scelte drastiche. Se la vita di ognuno, come i gerani, ha bisogno di essere (almeno ogni tanto) innaffiata dall'acqua della speranza, questo non significa che anche le scelte dettate al più totale altruismo debbano poi ottenere gli esiti unilateralmente sperati. È quanto ci suggerisce un finale forse un po' troppo mélo ma non per questo non verosimile.