Il cappotto |
|||||||||||
Un film di Alberto Lattuada.
Con Antonella Lualdi, Yvonne Sanson, Renato Rascel, Giulio Stival, Leda Gloria.
continua»
Commedia,
b/n
durata 102 min.
- Italia 1952.
|
|||||||||||
|
|||||||||||
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
È uno dei più bei film di Alberto Lattuada, anche se non uno dei suoi maggiori successi commerciali. Affiancato nella sceneggiatura da Cesare Zavattin...
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
![]()
![]()
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||
|
DVD | Il cappottoUscita in DVD
Disponibile on line da mercoledì 25 ottobre 2006
|
di Georges Sadoul
L'Akaki Akakievic di Gogol è diventato qui Carmine de Carmine (Renato Rascel), e l'azione si svolge d'inverno, in una città italiana del nord, nell'epoca contemporanea. È forse l'opera migliore di Lattuada e col suo lirismo, la sua verità e l'ottima interpretazione di Rascel (venuto al cinema dalla rivista) avrebbe potuto contribuire alla creazione di un "neorealismo fantastico". Da Dizionario dei film, Firenze, Sansoni, 1968 » |
di Gian Luigi Rondi Il Tempo
Ridurre Gogol e i suoi personaggi in una cornice decisamente estranea ai climi d’origine, può significare sovente rinuncia della logica di certi presupposti drammatici, di certe conclusioni poetiche. Alberto Lattuada, tuttavia, riducendo per lo schermo Il cappotto, ne ha decisamente ambientato la vicenda in una città italiana del nord e al protagonista ha dato gli umili panni di un impiegatuccio comunale italiano, vittima costante dei colleghi egoisti, del capufficio disonesto, di un sindaco dispotico e borioso. » |
|
di Gian Piero dell'Acqua
Carmine De Carmine (ovvero Akaki Akakievic nel racconto gogoliano) è un impiegato, un burocrate meschino, pavido, incapace di vivere e disamato da tutti. L’unica cosa che rischiara, verso il termine, la sua vita, è un cappotto nuovo. Mediato attraverso l’intellettualismo di Zavattini, il testo gogoliano « è cambiato. La satira dell’enorme insensibilità della burocrazia e degli uomini che per essa vivono non è più indiretta ma diretta e aperta; e di conseguenza acquista un sapore assai meno aspro, una coloritura solo superficialmente decisa » (Fernaldo Di Giammatteo). » |
||