Titolo originale | Naked Lunch |
Anno | 1991 |
Genere | Fantasy |
Produzione | USA, Canada, Giappone |
Durata | 115 minuti |
Regia di | David Cronenberg |
Attori | Ian Holm, Monique Mercure, Judy Davis, Peter Weller, Julian Sands, Julian Richings Louis Ferreira, Howard Jerome, John Friesen, Robert A. Silverman, Michael Zelniker, Nicholas Campbell, Roy Scheider, Ornette Coleman, Sean McCann, Peter Boretski, Denardo Coleman, Barre Phillips, Joe Dimambro, Laurent Hazout, Claude Aflalo, Jim Yip, Kurt Reis, Michael Caruana, Yuval Daniel, Joseph Scorsiani, Joseph Scoren. |
Tag | Da vedere 1991 |
MYmonetro | 3,59 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 25 febbraio 2015
Tratto dal romanzo di William Burroughs e sceneggiato da Cronenberg con l'aiuto dell'autore, il film giustamente si allontana dal libro.
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CONSIGLIATO SÌ
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1953, New York. Bill Lee, sterminatore di scarafaggi e aspirante scrittore, uccide Joan, la moglie tossicodipendente, mentre praticano un gioco ispirato al Guglielmo Tell. Al fine di sfuggire alla polizia, un essere mostruoso gli ordina di recarsi a Interzone dove dovrà redigere alcuni rapporti per una misteriosa Organizzazione: se la sua macchina da scrivere si rivelerà, presto, uno scarafaggio parlante, la conoscenza di un altro scrittore esiliato, la cui moglie è la copia esatta di Joan, non farà che accrescere il suo delirio.
Tra le opere più radicali di David Cronenberg, Il pasto nudo lavora sulla violenza e sulla devianza dell'immaginazione, sul rischio congenito al pensiero stesso: «Ho smesso di scrivere a dieci anni, è troppo pericoloso», dirà Bill. Prima di ogni cosa, si tratta di un film sullo scrivere e sulle sue implicazioni nefaste, incistate nelle ossessioni da sempre presenti nell'opera del cineasta canadese. Il potere allucinatorio della mente, la natura virale dell'atto sessuale, lo scambio tra macchine e corpi si mescolano perfettamente all'universo, non solo letterario, di William S. Burroughs; oltre al romanzo omonimo, del resto, si attinge ad altre opere così come alla sua biografia, è il caso dell'omicidio della moglie, realmente avvenuto nelle modalità mostrate nel film.
Scritto nel destino, parimenti avverrà pochi anni dopo con il James Graham Ballard di Crash, l'incontro con il lisergico scrittore scopre, nella maniera più smaccata, il funzionamento stesso del cinema di Cronenberg, mai così lontano dal bisogno di rifugiarsi in un genere specifico o in una storia credibile. Appiccicoso, paranoico, acido, maleodorante, Il pasto nudo finisce con lo svelare tutto quello che può annidarsi dietro al processo di creazione, costruendo un delirio in cui è lecito, se non doveroso, trovarsi spiazzati, respinti e ugualmente attratti: «il labirinto burroughs-cronenberghiano di "Interzone" è un luogo in cui non si deve aver paura di perdersi, perché il disorientamento e la perdita vi sono previsti, quasi necessari» (Gianni Canova, David Cronenberg, Il Castoro).
Peter Weller, impassibile, quasi immobile, azzecca il ruolo più importante della sua carriera, altrettanto adatti risultano Judy Davis e Ian Holm. Il personaggio di Tom Frost rimanda a Paul Bowles così come quelli di Martin e Hank a Allen Ginsberg e Jack Kerouac. Sontuoso, davvero sorprendente a livello visivo (fotografia del fidato Peter Suschitzky), è anche un grande film sulla dipendenza.
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Adattando il romanzo di bourroughs(impresa difficilissima dove molti registi hanno rifiutato di partecipare),David Cronenberg (scanners,la mosca,videodrome),ci immerge in un mondo allucinogeno quasi alla videodrome.Un uomo ,scrittore fallito e sterminatore di insetti,si droga con una polvere insetticida,che lo riduce un allucinato.Uccidendo la moglie per errore fugge in tunisia ,dove una macchina da [...] Vai alla recensione »
Cronenberg, con un cut up filmico che richiama lo stile letterario dello stesso Burroughs, compone, in una narrazione visionaria, allucinata e priva di comune senso logico, stralci dell’omonimo romanzo e momenti topici di vita vissuta dello scrittore maledetto, come l’omicidio della moglie, messo in scena due volte, o la fuga a Tangeri, dove per l’appunto scrisse, sotto l’effetto di droghe, Il pasto [...] Vai alla recensione »
Un uomo si ritrova suo malgrado immerso in un intrigo tra società misteriose, al proseguire delle indagini verrà immerso sempre più intensamente in un mondo folle. Lento, intenso, pazzo, insensato. Una trama intrigante si sviluppa sul ramo del grottesco senza andare a parare chiaramente in qualcosa di concreto, Cronenberg in questa pellicola forse ha voluto imitare il libro cercando [...] Vai alla recensione »
Notevoli le ambientazioni di Cronenberg, non dozzinali le atmosfere, ma il film è sostanzialmente bloccato su una piccola idea (che potrebbe svilupparsi in modo grandioso quanto doloroso) che non riesce a maturare. E' tutto un girare intorno ad una sorta di fissazione verso il debordo delle cose, verso l'allucinazione, che ha consistenza formale, ma si guarda bene dal trentare di averne [...] Vai alla recensione »
Il film non è esattamente una trasposizione cinematografica del romanzo di Borroughs, bensì una biografia dell'autore, una rappresentazione allucinata del processo di stesura de "Il pasto nudo". Vengono così trattati temi quali l'omosessualità, da cui pare che lo scrittore fosse ossessionato, e il rapporto con la tossicodipendenza, evidentemente tra gli elementi chiave del film e fattore decisivo nella [...] Vai alla recensione »
Uno dei film più allucinogeni della storia del cinema. Non poteva essere altrimenti visto che Cronenberg ha deciso di rifarsi all'omonimo racconto di William S. Burroughs. Almeno due i piani di lettura: per lo spettatore informato che magari conosce le opere di Burroughs, sarà appagante vedere come il regista abbia saputo in maniera visiva e quasi calligrafica dare forma ai [...] Vai alla recensione »
Amettiamo qualche scena stupenda in una trama incomprensibile dove gli incubi prendono vita. Abbastanza da giustificare la visione? Noioso, criptico, incapibile e infilmabile. Un esperimento mal riuscito di un grande regista (un po' sopravvalutato). Parlano più le immagini che la storia, suggerendo senazioni anzichè pensieri. Probabilmente piacerà ai fan di Lynch.
Cronenberg ci ha abituati a un cinema dell'orrore di altissima qualità. In Il pasto nudo tenta con estremo coraggio di materializzare i fantasmi di uno dei più inquietanti scrittori contemporanei: ma proprio quando ci fa vedere la fisicità dei mostri sembra perdere, almeno in parte, la profondità "insopportabile" dei suoi film migliori. aLo scrittore vive la triste realtà come chiunque altro.
David Cronenberg è un esploratore. Le sue terre vergini non sono un luogo geografico, ma le lande remote ai confini della coscienza. Lo affascina (e lo terrorizza) quella che in Il pasto nudo viene chiamata l'Interzona, dimensione sfuggente popolata di mostri, allucinata materializzazione dell'inconscio. È stato così in tutti i suoi film, da Videodrome a Scanners, da La mosca a Inseparabili.
Immaginiamo un qualsiasi ammiratore del cinema di David Cronenberg che ignori chi sia William Burroughs, non abbia mai letto quel libro di culto che è stato per la beat generation Il pasto nudo, e non sappia nulla di chi si aggirava negli anni cinquanta dalle parti di Tangeri. Immaginiamo questo spettatore - che va pazzo per gli effetti speciali di La mosca, per l’immediata morbosità di Inseparabili, [...] Vai alla recensione »