
Per il nuovo appuntamento con l’iniziativa dedicata al grande cinema di qualità, Repubblica e BiM presentano un'opera prima che indaga la natura complessa, ambivalente e spesso irrazionale dell’amore e del risentimento, uno sprone a confrontarsi col passato e le sue ferite ancora aperte. Presentato al Sundance Film Festival e da vedere insieme su MYmovies ONE lunedì 18 novembre dalle 20:00 a mezzanotte. PRENOTA GRATIS UN POSTO »
di Alberto Libera
Per un grande attore, il passaggio dietro la macchina da presa è sempre un salto nel buio. Il rischio a cui va incontro è quello di non riuscire a bilanciare istinto e ragione, trascurando la narrazione per privilegiare le interpretazioni.
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Non è il caso, però, di Viggo Mortensen. Con Falling – Storia di un padre, uno dei volti più riconoscibili del cinema del terzo millennio (è stato Aragorn nella trilogia de Il Signore degli Anelli e ha avviato una fertile collaborazione col grande David Cronenberg, che qui compare per giunta in un piccolo ruolo) mostra una notevole sensibilità nel trattare temi complessi, un talento naturale nella direzione del ricco cast e un’ottima capacità di tener sempre dritta la barra del racconto.
La vicenda verte sulla relazione tra John Peterson (interpretato dallo stesso Mortensen) e il padre Willis. Il primo vive serenamente in California col compagno Eric e la loro figlia adottiva, il secondo è un uomo anziano e profondamente conservatore, ormai incapace di accettare un mondo che non riconosce più. Il deteriorarsi delle sue condizioni di salute, però, costringe Willis a trasferirsi momentaneamente a casa del figlio, senza tuttavia rinunciare minimamente al suo carattere burbero e irascibile, spigoloso e intrattabile. La coabitazione forzata si trasforma presto nel campo di una battaglia psicologica in cui riemergono vecchi rancori e conflitti irrisolti.
Il film, però, non si limita a proporre una narrazione lineare ma ricorre a numerosi flashback che approfondiscono la vita, i sentimenti e le ragioni dei personaggi. Mortensen adotta uno stile liberissimo di sorprendente maturità, procede per associazioni spontanee e crea un flusso dinamico d’immagini e suoni che rappresentano perfettamente il paesaggio della coscienza dei due protagonisti.
In questo modo, l’analisi del rapporto padre/figlio, pur non rinunciando a molte delle sue dinamiche tradizionali (l’autoritarismo dell’uno e la ribellione dell’altro, le aspettative e le incomprensioni, il distacco e la riconciliazione tardiva), evita ogni scorciatoia o semplificazione. Al contrario, il neo-regista sa indagare la natura complessa, ambivalente e spesso irrazionale dell’amore e del risentimento.
La vera forza dell’opera consiste nell’abilità con cui evita i toni troppo conciliatori e, allo stesso tempo, sa compensare la durezza e le asperità col sacro nume dell’ironia. Merito della riuscita, ovviamente, è da ascriversi in parte anche al meraviglioso cast, che include veterani come Lance Henriksen (Incontri ravvicinati del terzo tipo, Aliens - Scontro finale, Quel pomeriggio di un giorno da cani, Terminator) e Laura Linney (The Truman Show, Mystic River, Il calamaro e la balena) e giovani di sicuro avvenire come Sverrir Gudnason (già interprete del tennista Björn Borg in Borg McEnroe (guarda la video recensione)).
Presentato in anteprima al Sundance Film Festival nel 2020, Falling – Storia di un padre è un invito a comprendere con equanimità le scelte e le debolezze altrui, uno sprone a confrontarsi col passato e le sue ferite ancora aperte e, soprattutto, una riflessione sul sottile discrimine che separa la colpa dal perdono in cui è facile identificarsi.
Il Lunedì del Cinema è un'iniziativa cura di Repubblica e MYmovies per il cinema di qualità in streaming. Una sala cinematografica virtuale pronta ad accogliere gli iscritti di MYmovies con una selezione ricercata di titoli da vedere (o rivedere) insieme dalle 20:00 a mezzanotte.