
L'attore francese è il critico letterario Jean Michel Rouche e cerca di smascherare un falso letterario ne Il mistero Henri Pick. Dal 19 dicembre al cinema.
di Fabio Secchi Frau
Quando, un sabato notte, entrò in una discoteca per lanciarsi nella musica soul, non si aspettava di certo che, invece, gli avrebbero proposto un ruolo cinematografico. Non aveva nulla di particolarmente attraente Fabrice Luchini: un po' di incertezza negli occhi, un po' di noia nel volto... E oggi, ad anni di distanza da quella famosa notte, è uno degli attori che più emoziona il pubblico francese. Inorridisce di fronte alla mondanità ed è una delle star più ritrose che si conosca. Perfetto interprete di commedie e drammi, si è lasciato sedurre da Eric Rohmer, che ha cercato di evidenziare una differente qualità recitativa con un rispettivo successo nel risultato ottenuto. Fabrice Luchini ha cuore. Tiene troppo ai ruoli che interpreta ed è il vincitore morale di ogni vicenda che viene narrata. Sposato perfettamente con la sua immagine disincanta e romantica, apre però lo spiraglio a fortuite e folgoranti intuizioni che gli consentono di diventare la macchina motrice della trama, nonché di donare un tocco magico al cinema francese attraverso semplici riflessi di quello che forse è se stesso.
Figlio di immigrati italiani - i suoi genitori erano infatti venditori di legumi originari di Assisi - cresce nel quartiere di Goutte-d'or a Parigi. Sua madre riesce a trovargli un lavoro come apprendista parrucchiere (a soli tredici anni) in un salone chic di rue Matignon, dove lui cambierà il suo nome da Robert a Fabrice.
L'attore reso popolare da Eric Rohmer, torna al cinema nei panni di un critico letterario che tenta in ogni modo di smascherare un falso ne Il mistero Henri Pick.