Sottile, enigmatico, ironico, il regista di INLAND EMPIRE si offre alla stampa senza svelarsi troppo
di Tirza Bonifazi Tognazzi
Era presente anche Marco Müller alla conferenza stampa in onore del Leone d'Oro alla carriera David Lynch, che ha lasciato i giornalisti a bocca asciutta. Se qualcuno si aspettava che il maestro dell'enigma rivelasse anche solo qualche dettaglio oscuro del suo ultimo (capo)lavoro si sbagliava. "Il mio film è chiarissimo!" ha detto facendo scoppiare la sala in frustranti risatine. Perché oltre ad aver affinato il suo personalissimo viaggio nei meandri di una mente sempre più contorta ma così meravigliosamente imprevedibile e originale, il regista di Twin Peaks e Velluto Blu ha anche messo a punto un copione contenente risposte adatte a ogni tipo di domanda.
Qualcuno prova a fare un paragone con un altro grande amante del mistero, al quale Lynch deve essere ormai abituato.
"Hitchcock è considerato da tutti il maestro della suspense, ma il cinema ha ormai 100 anni, c'è spazio per lui e per molti altri". Sulla sua visione del cinema è più loquace: "Mi piace entrare in un nuovo mondo quando si spengono le luci in sala. Ogni qualvolta che inizio un film è come se entrassi in un universo ignoto. E vorrei che anche il pubblico provasse la stessa cosa. Non deve aver paura di fare uso dell'intuito e di vivere un'esperienza sconosciuta. Ognuno di noi ha il dono del linguaggio, ma il cinema va al di là delle parole. Lasciarsi andare al cinema è come lasciarsi andare alla musica".
A proposito di musica, nei titoli di coda di INLAND EMPIRE il regista compare come cantante. "Sì è vero" rivela. "Le due canzoni che ho interpretato sono "Ghost Of Love" e "Walking On The Sky", ma non sono un cantante, mi sono aiutato elettronicamente. Sono un grande appassionato di musica, e ho anche un piccolo studio di registrazione dove mi occupo delle musiche dei miei film. Il suono nel cinema deve essenzialmente andare di pari passo alle immagini. Anche il suono delle parole è importantissimo, per questo bisognerebbe smettere di tradurre i film, e introdurre i sottotitoli in tutte le pellicole. Le voci sono estremamente rilevanti, quello che si dice, come lo si dice può cambiare il senso di una frase. Io, Laura e Justin ci conosciamo da tempo e succede che ci si capisca comunicando con poche parole, quasi avessimo trovato un linguaggio in codice".