Il disordine

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Disordine e degrado Valutazione 4 stelle su cinque

di Parsifal


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giovedì 21 giugno 2018

Nato interamente dalla penna di Brusati che ovviamente curò anche la regia, il fil in questione è una disamina attenta, profonda e a tratti molto tagliente della società italiana all'epoca del boom economico. L'apparenza inganna ed in questa vicenda , assai intricata e di sapore shakespeariano accadrà spesso di imbattersi in inganni di ogni genere. Mario , il protagonista ( Renato Salvatori, interprete pochi anni prima di " Poveri ma Belli")  è un giovane cameriere , con grandi aspirazioni da arrampicatore sociale,ma troppo ingenuo per non accorgersi che chi lo circonda è privo di scrupoli, in ogni frangente. A causa dello stato di necessità in cui si trova ed anche del pessimo stato di salute della madre, ricoverata in un ospizio per indigenti, accetta qualunque lavoro, cullandosi nell' illusione che prima  o poi riuscirà a farsi notare da chi di dovere, per poter compire l'agognato salto di qualità. Nella villa in cui sta lavorando  è in corso una festa , alla quale partecipano tutti i satrapi del circondario, in onore del padrone di casa che non apparirà in pubblico, poichè ammalato ed essendo un monarca assoluto, non vuole mostrare la sua vulnerabiltà neanche ai figli. Che vivono in maniera differente il diktat paterno: il figlio più piccolo con cinica rassegnazione mentre la sorella è preda di un  insopprimibile senso di colpa che tenta di sconfiggere, inutilmente, essendo fin troppo servizievole nei confronti del padre. Allontanatosi da quello scenario , ne incontra altri, similmente squallidi; Una coppia in crisi che tenta di prestare solidarietà ad un amico che ha appena vissuto un abbandono, IL tutto finirà con un 'implicita dichiazione di omosessualità  da parter dell'amico e il dividersi della coppia. Incontreà un amico di infanzia ( T.Milian) , al quale chiederà aiuto, ma  riceverà un secco e spietato rifiuto. All'ospizio , descritto sin nei minimi , strazianti dettagli Mario incontra Don Giuseppe ( G. Wilson, premiato come attore non protagonista al San Francisco International Film festival) che promette di aiutare lui e sua madre. L' uomo appare pieno di buone intenzioni e fermamente intenzionato ad essere solidale con Mario; lo porta a casa sua, una piccola casetta di campagna , ormai soffocata dai grattacieli, all'interno della quale vi è una strana fauna umana che si dedica a congressi carnali mercenari con ospiti paganti e strani personaggi en travesti. Il prete si rivela per quel che è ; non è un sacerdote ma finge di esserlo e non è ingenuo ma complice del degradoi che alberga in casa sua. Tutto finirà , apparentemente, nel migliore dei modi, ma il degrado viene descritto così sapientemente e con mano ferma e chirurgica, tanto da ricordare un dramma dell'immortale bardo, che è difficile recuperare le speranze solo grazie al lieto fine. Ottimo film da riscoprire.

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