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Ritmo narrativo sonnolento e dialoghi banali ( nella versione italiana ancor più che nell'orginale) in un film di dubbia identità anche per chi rifugge dalle catalogazioni tradizionali. Non è certo un horror perchè la fissità del primo fantasma , perennamente statuario e muto, non suscita alcun brivido anche nello spettatore più impressionabile . Nessun effetto diverso per bisbilgi e digrignamenti del secondo fantasma e per l' intervento salvifico dello spettro afroamericano ( pallidissimo ricordo del guardiano nero di Shining) . Non può neppure considerarsi un thriller psicologico per la superficialità dei riferimenti all' infanzia della protagonista e per lo scarso approndimento del suo brusco cambiamento di umore verso il malcapitato fidanzato ( senza nome ) sgradito agli spettri che infestano la casa sull isola : resta irrisolto se il brusco irrigidimento della donna sia istigato dagli spettri o simulato nel tentativo di allontanare il fidanzato dal pericolo . Rimane da chiedersi come mai il premio Oscar Mira Sorvino abbia accettato un ruolo cosi esile in un film che si salva solo per la bella fotografia ed una discreta sceneggiatura . La protagonista è senza nome come la Jean Fontaine ,seconda signora de Winter , senza nome di battesimo , di " Rebecca la prima moglie" ma questo particolare non consente certo di accostare il film al superbo capolavoro e primo film americano del maestro del brivido Hitchcock. ( al quale il remake televisivo non rende giustizia nonostante la splendida interpretazione dell' indimentacabile Mariangela Melato).
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