Oblivion |
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Un film di Joseph Kosinski.
Con Tom Cruise, Morgan Freeman, Olga Kurylenko, Andrea Riseborough, Nikolaj Coster-Waldau.
continua»
Azione,
Ratings: Kids+13,
durata 124 min.
- USA 2013.
- Universal Pictures
uscita giovedì 11 aprile 2013.
MYMONETRO
Oblivion
valutazione media:
3,11
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Confuse reminescenze dell'Apocalissedi gianleo67Feedback: 61482 | altri commenti e recensioni di gianleo67 |
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domenica 28 aprile 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Una squadra costituita da due soli componenti, l'addetta al controllo missione Kara ed il tecnico riparatore Jack, sono la coppia affiatata di una solitaria avanguardia umana lasciata su una Terra devastata e squassata dalle conseguenze di un attacco alieno ed in attesa di unirsi al resto dell'umanità trasmigrata su Titano, il satellite più grande di Saturno. La loro missione è completare l'estrazione dell'acqua degli oceani usata come prezioso combustibile atomico attraverso mastodontiche Hydro-trivelle, contrastando il sabotaggio continuo e sistematico ad opera di esseri alieni chiamati scavenger. L'atterraggio di una misteriosa nave terrestre con le capsule ibernate di alcuni umani però, inizia a destare in Jack un terribile sospetto sulla vera natura della loro missione e sul significato di enigmatiche reminiscenze che affiorano alla sua coscienza durante il sonno.Che due singoli individui (per quanto affiatati e legati da una forte intesa sentimentale) potessero credibilmente far fronte da soli ad un compito così gravoso e titanico come quello loro assegnato dall'algida presenza di una remota umanità è un sospetto che assale lo spettatore più navigato alle prese con le prime sequenze di questo ennesimo colossal di fantascienza a stelle e strisce di grande impatto visivo e ammiccanti suggestioni filosofiche. Tuttavia più che la pretestuosa inverosimiglianza di questa condizione (giustificata da un finale furbescamente architettato dai soliti professionisti della sci-fi d'oltreoceano) a lasciare perplessi è la solita e stanca retorica dell'eroe solitario da cui dipendono le sorti di una unanità residuale che, come un novello Adamo, vive con la sua Eva nell'eden artificiale di una stazione tra le nuvole e passa il giorno a riparare droni, ultimi veri guardiani di una Terra morente. Prodotto e sceneggiato dallo stesso autore (da un suo soggetto) il film di Joseph Kosinski cerca di contaminare i due piani piu' classici del cinema di fantascienza hollywoodiano tra l'epica visionaria di un futuro post-apocalittico da 'Guerra dei mondi' (torna Cruise con la sua bella faccia da bravo ragazzo nato il 4 Luglio) e le speculazioni filosofiche dickiane sul tema dell'identità e della verità, coperte dal velo di Maya di una ineffabile e ambigua presenza demiurgica. Che vi sia riuscito è tutto da dimostrare; è tuttavia interessante notare come la struttura del film appare sbilanciata tra una prima parte votata all'azione ed alla spettacolarità delle soluzioni visive (ricostruite ovviamente in computer grafica) alternate ai flashback rivelatori di una coscienza sopita e obnubilata (ironicamente Katie dice all'inquieto e scettico Jack:"siamo pagati per non ricordare,l'hai forse dimenticato?) ed una seconda parte che precipita nel finale di una sconcertante rivelazione sul destino della Terra e dell'umanità (i fattori si invertono ed il risultato magicamente sembra cambiare) dove invece di frammentarsi e disgregarsi definitivamente, l'indentità (e l'anima) del protagonista sembra ricompattarsi attorno al nucleo di una condivisione emotiva ed esistenziale che ne recupera il senso profondo di una smarrita umanità secondo le forme un pò melense di una ritrovata unità familiare nel più classico degli happy end.
Non ostante questo packwork di soggetti riveduti e corretti (dalla già citata 'Guerra dei Mondi' a 'Solaris', da 'Blade runner' a 'Moon',dal 'Pianeta delle scimmie' a 'The Matrix' fino alla ipercinetica sequenza della battaglia dei droni che ricorda alcune scene di 'Star Wars') il film del giovane regista americano (di chiare origini russe) sembra ricercare una propria originalità di idee puntando sulla dinamica ficità di un rinvigorito e sempreverde Tom Cruise e ricamando in filigrana il sottotesto di una storia amorosa che ripercorre i luoghi simbolo di una New York da amarcord cinefilo, dal cratere morenico dello Giant Stadium al letto rinsecchito dell'East River attraversato dalle vestigia cadenti del ponte di Brooklyn fino a luogo chiave di un rendez-vois amoroso che svetta su di un paesaggio desolato come la torre di guardia di un Empire State Bulding ormai consegnato all'oblio della storia. Fantascienza sentimental-filosofica di ritorno che si chiude con il ritorno del guerriero, sempre lo stesso ma che reclama per sè il luogo senza tempo di una nuova felicità. Confuse reminescenze dell'Apocalisse.
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