Stake Land |
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Un film di Jim Mickle.
Con Danielle Harris, Kelly McGillis, Michael Cerveris, Connor Paolo, Bonnie Dennison.
continua»
Horror,
durata 98 min.
- USA 2010.
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'Western di ritorno' di argomento vampirescodi gianleo67Feedback: 61377 | altri commenti e recensioni di gianleo67 |
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sabato 2 marzo 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
In un mondo ridotto al caos ed alla devastazione dalla trasformazione della popolazione in vampiri, un cacciatore solitario detto Mister salva un ragazzino dall'assalto dei succhiasangue che sterminano la sua famiglia. Inizia un viaggio a due attraverso gli Stati Uniti precipitati ormai nell'anarchia politica e sociale, che li vedrà diretti verso una fantomatica località canadese detta New Eden dove una enclave di sopravvissuti cerca di ricostruire il futuro della razza umana.
Avventura post apocalittica che rievoca un sogggetto caro al Matheson di 'I'm Legend' e le atmosfere cineree del Cormac McCarthy di 'The Road', questo discreto 'on the road' della coppia Jim Mickle (regia e sceneggiatura) e Nick Damici (sceneggiatura e attore principale) è un curioso 'western di ritorno' che ripercorre i sentieri selvaggi di un'America di pionieri asserragliati dentro i fortini di sparute città fantasma e assediati dalle orde di famelici mostri transilvanici che ricordano piu' da vicino le incosapevoli e sanguniarie creature di Romeriana memoria. Imbastendo una teoria di luoghi comuni di una armamentario horror cine-televisivo (i paletti di frassino all'aglio conficcati nel cuore, il contagio da morso rabbioso, la fotofobia dei figli della notte,la collezzione di lucenti canini come comodi trofei prêt-à-porter,etc.) e infarcendo la storia della solita retorica yankee dell'eroe solitario senza macchia e con tanti peccati (un curioso giustiziere della notte tra Van Helsing e Billy the Kid dalla mascella volitiva alla Josh Brolin) gli autori servono una minestra un po' riscaldata resa tuttavia appetibile da una discreta messa in scena che privilegia alle banali tetraggini gotiche alla 'Buffy', il viaggio di formazione (guerriera) di una apprendista 'ammazzavampiri', cavalier servente di un cinico maestro d'armi e di vita e allargando gli orizzonti scenografici al paesaggio post-urbano di una nuova frontiera americana, riveduta e corretta, di città abbandonate, anacronistici posti di blocco imbastiti con locomotori a vapore (?),solitarie e abbandonate stazioni di servizio nel deserto e il miraggio di un mitico Eden ipse-dixit (a Nord piuttosto che ad Ovest) dove rifondare una nuova civiltà di pace e prosperità per la razza umana. Prodotto di una professionalità artigiana che non conosce crisi nè segni di smarrimento produttivo è un filmetto giovanile che si tiene a debita distanza dai rovelli ideologici e dalle simbologie millenaristiche delle opere già citate, privilengiando piuttosto l'intimismo un pò scontato evocato dalla 'voce off' e dal rapporto con icastiche ma marginali figure femminili (la suora,la ragazza madre, la giovane vergine) e il facile campionario di scene d'azione dove il cattivo finisce sempre per avere la peggio. Passaggio di consegne generazionali nel finale banalizzato dal solito happy end hollywoodiano.
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