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Un personaggio nient'affatto melenso. Un contesto forse autentico, dove gli U.S.A. appaiono meno da cartolina, soprattutto a livello di eseri umani. Persino un approccio (Anche auto)ironico con una malattia che forse non si sconfiggerà.
Eppure il film, strada facendo, diventa un viaggio negli stereotipi de(l)genere. Non ci vine risparmiata neanche l'acqua, nel senso di pioggia, che ad un certo punto comincia a bagnare il viso della malcapitata Kate Hudson.
Ed un'opera che, allo stesso tempo, voleva essere provocatoria e rivolgersi (Probabilmente) al grande pubblico, finisce per fallire in entrambi i sensi, quantomeno valutando i risultati italiani. La regista, paradossalmente (Ma neanche del tutto, dato che certe scelte particolarmente azzeccate, forse soprattutto alcuni primi piani, sono proprio scelte "Di regia") è la stessa dell'interessante "The Woodman". Ma il film finisce per sfigurare anche paragonato a drammoni hollywoodiani come "Scelta d'amore" . E questa, ricollegandosi alla presunta "Provocatorieta" appena accennata, è proprio una sconfitta.
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