Bel Ami - Storia di un seduttore

Bel Amì si è rivelato molto più intrigante di quel che pensavo. Adoro alla follia i personaggi bastardi senza vie di redenzioni perché sono come me, fedeli a loro stessi fino alla fine, nella malata gioia e nel derisorio dolore. Non si rivoltano come le magliette e i calzoni per compiacere qualcuno. Vanno dritti e perseverano nei loro discutibili sogni di gloria, giustificandosi con la coscienza e violentando la moralità come solo uno stalker con manie da maniaco potrebbe fare.
George è detestabile. Non ho trovato i suoi primi piani esagerati ma sono in accordo con Manuela quando scrive che a lungo andare questo morboso amore della telecamera per il suo volto potrebbero nuocere al linguaggio del suo corpo. Pattinson muove le mani, tiene rigido il petto, le spalle, come un vero gentilboy dell'epoca e non è solo il suo viso l'arma vincente.
Di Edward Cullen, mi spiace per i detrattori, ma non ne ho visto l'ombra.
Avrei preferito durasse di più ma se penso a tutti i tagli che avevano operato quando si decise di adattarlo al pg13 tiro un sospiro di sollievo.
Bel Amì è la storia di un guscio arido che si riempie di altrui qualità ma non assume le virtù di alcuno perché George, soldato pezzente che sosta davanti alle vetrine de bel mondo con la fama addosso, non si redime, non mostra pietà per coloro che giocano sporco - non più di lui, però - e si libera di qualsivoglia ostacolo, femminile e non.
È questo che rende il film godibile, funzionale e diretto.
Robert Pattinson ha dato nuova vita ad un personaggio attuale di ardua compenetrazione e l'ha fatto con tutta la dote artistica che aveva due anni fa. Attendo Cosmopolis per contemplare il "mostro" che è diventato.