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Il commediografo Ivan Travalian (Al Pacino) sta per mettere in scena la commedia che segnerebbe la svolta della sua carriera ma viene abbandonato dalla moglie: Gloria (Tuesday Weld), che lo lascia con cinque figli in età preadolescenziale, uno in comune e quattro dei precedenti matrimoni di lei. Travalian sprofonderà nel dolore per l’abbandono della moglie, che ama ancora,si ritroverà a vivere una caotica vita familiare tanto da non riuscire a terminare la sua commedia per Broadway. Il suo conto comincia ad assottigliarsi. Il produttore vuole che la sceneggiatura sia riscritta, il suo regista odia la sua nuova commedia e la protagonista (Alice Detroit) è un'attrice terrificante che non è mai salita su un palcoscenico e con cui Ivan darà vita a una avventura romantica. ma il problema dei bambini è troppo impegnativo per la donna che, ben presto, rinuncia ad una convivenza diventata impossibile. Non c’è, quindi, da meravigliarsi se Ivan ha atteggiamenti isterici e un po’ pazzoidi pur restando un papà adorabile anche per i figli che non sono suoi. E proprio per questi ultimi che cerca di ricondurre a casa la moglie ma senza successo. Durante il loro incontro-scontro, Ivan, si accorge che Gloria non merita il suo amore e, sentendosi ormai sicuro di sé, è pronto a terminare la commedia. L'amore dei bambini e il successo del suo lavoro a Broadway riporterà la serenità in casa Travalian. Scorrevole, divertente, mai banale, con dialoghi frizzanti, studiati ed intelligenti, grazie all’umorismo tipicamente ebraico dello sceneggiatore: Israel Horovitz, qui in veste autobiografica - lo stesso che alla fine degli anni sessanta per la sua commedia a broadway: “The Indian Wants the Bronx” volle nel cast John Cazale e Al Pacino dando a quest’ultimo la parte del protagonista che gli fece vincere un Obie Award come miglior attore. Gli aspetti brillanti della commedia non nascondono una certa amarezza di fondo, su uno dei problemi più frequenti nella nostra società: la disgregazione della famiglia. Eric Gurry nella parte del figlio maggiore è vincente e la Weld è eccellente nel ruolo della madre che abbandona tutti per un altro uomo per non parlare dei comici Bob e Ray (Patrick e Jackie Dicher) che sono veramente uno spasso. Anche se si è rivelato un flop ai botteghini - tanto che dopo questo insuccesso e a quello seguito da Revolution Pacino si ritirerà dalle scene cinematografiche per tornarvi solo dopo quattro anni - il film può contare sull’interpretazione di un Al Pacino terribilmente sarcastico e in grande forma in questa sua nuova veste brillante, lontanissimo dai suoi congeniali personaggi cupi e introspettivi, a conferma del fatto che riesce a intraprendere a meraviglia qualsiasi ruolo la scena imponga e che sarebbe bello vederlo più spesso in ruoli leggeri tipici della commedia americana.
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